F1 | Antonelli è ripartito da zero: “Mi sentivo perso”

Antonelli ha commentato la sua prima stagione in F1 tra alti e bassi. Ecco cosa ha aiutato Kimi a crescere

Kimi Antonelli, in un’intervista rilasciata a Roberto Chinchero per Motorsport.com, ha raccontato dal suo punto di vista questa stagione di F1. Il pilota italiano ha avuto occasione di parlare di come è migliorato e delle sue difficoltà durante il percorso.

Antonelli: “Oggi sono tutta un’altra cosa”

Quando Kimi Antonelli confronta il sé stesso di Melbourne con il pilota che ha appena concluso la sua prima stagione in Formula 1, non ha dubbi:

“È cambiato tanto. Se ripenso oggi a Melbourne mi ricordo quanto fossi teso in macchina, oggi è tutt’altra cosa. La prima parte dell’anno, da Melbourne fino al Canada, è stata positiva. È stato un periodo di grande apprendimento, ho dovuto familiarizzare con il mondo della Formula 1 vivendo un sacco di nuove esperienze, molte più di quanto potessi immaginare”.

Poi, però, qualcosa si è inceppato. Dopo Montreal è iniziata una fase difficile, forse la più complicata dell’intera stagione:

“Non vedevo i passi avanti che mi aspettavo e questo ha avuto un impatto anche sul mio morale. È stata mentalmente dura”.

In Belgio Antonelli ha vissuto il suo peggior momento della stagione, poi a Monza c’è stato un reset

Il momento più negativo arriva a Spa, nel pieno di quel periodo di smarrimento:

“Sono arrivato in Belgio nel mio momento peggiore e quel weekend è stato una bella mazzata. Nel periodo difficile ci sono state molte voci sul mio futuro. Anche se sapevo di avere un contratto a lungo termine, certe indiscrezioni ti portano ad avere tanti pensieri”.

La vera svolta arriva dopo Monza. Antonelli parla apertamente di un “reset mentale”, nato da un confronto diretto con Toto Wolff e Bono.

“Mi hanno detto in faccia cosa pensavano delle mie prestazioni, soprattutto di Monza. È stata una critica dura, ma costruttiva, che ho accolto in modo positivo. Mi sono detto che dovevo ripartire da zero, rifocalizzarmi sulle basi: guidare bene, fare le cose giuste ogni volta che salivo in macchina. Pensavo troppo al risultato finale, mi mettevo tanta pressione e non mi focalizzavo più sul migliorare curva dopo curva. Questo mi rendeva più teso e i risultati continuavano a non arrivare”.

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Crediti immagine di copertina: PitShots.com

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