F1 | Alonso, i primi segreti dell’Aston Martin 2026: “Migliore lavoro possibile ma…”

Fernando Alonso in vista del GP del Canada è andato a svelare i primi segreti sul progetto che l’Aston Martin porterà in pista nel 2026: la primogenita di Adrian Newey

Siamo in apertura del decimo appuntamento della stagione 2025 di Formula 1 ma la testa di molti sembra già proiettata al prossimo anno. Proprio su questo il due volte campione del mondo Fernando Alonso è andato a svelare per la prima volta alcune cose del progetto che l’Aston Martin porterà in pista nel 2026. La nuova “verdona” avrà la firma del genio inglese Adrian Newey.

In questa stagione le prestazioni della AMR25 non sono per nulla soddisfacenti. Lontanissimi gli incredibili lampi del 2023 quando, con vari podi di Fernando Alonso nella prima metà del calendario, riuscirono a concludere al quinto posto nei costruttori. Se guardiamo la loro situazione, al momento, sembra un team completamente diverso: penultima posizione, 16 punti conquistati.

Serve a tutti gli effetti un miracolo per rilanciare uno dei marchi più noti nel mondo dell’automobilismo. E un miracolo potrebbe arrivare proprio l’anno prossimo. L’Aston Martin potrebbe veramente farsi ingombrante: organigramma quasi totalmente rivisitato, con importanti acquisti da altri team. Tra i nomi più importanti troviamo sicuramente Adrian Newey ed Enrico Cardile. 

I due entreranno a lavorare in una fabbrica tra le più moderne del circus. Stabilimento terminato qualche tempo fa con una galleria del vento nuova e dotata delle ultime tecnologie.

Proprio in vista del weekend del GP in Canada, intervistato da DAZN Spagna, Fernando Alonso è tornato a parlare del progetto 2026, non nascondendo la sua fiducia. “Credo che nessuno saprà se la macchina sarà giusta o no; finché non scenderemo in pista nelle prime prove libere nulla non si potranno trarre conclusioni”, ha detto l’asturiano.

“Sarà il tipico inverno in cui tutti vorranno informazioni, ma nessuno può sapere nulla. Ci vorranno alcuni GP…forse. Finora dico che abbiamo fatto il miglior lavoro possibile: migliorato alcuni dei punti deboli che la vettura sembrava avere quando è stata progettata. Però, appunto, non sappiamo davvero su cosa abbiano lavorato i nostri rivali e quale direzione abbiano preso. Si tratta di essere pazienti e fiduciosi allo stesso tempo”. 

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*Foto in copertina, credits: F1inGenerale

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