Ex Ilva, la sindaca Salis: “Inopportuno esprimersi sul forno elettrico vista la situazione di Taranto”
- Postato il 29 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il tema del forno elettrico a Genova resta in stand-by sino a quando non si avrà un quadro più chiaro della situazione dell’ex Ilva a Taranto. Lo ha detto in consiglio comunale la sindaca Silvia Salis, rispondendo a una mozione d’ordine sul tema presentata dall’assessora Alessandra Bianchi e invitando ad avere “cautela” anche alla luce dell’instabilità politica.
Ex Ilva, si dimette il sindaco di Taranto. Salis: “Situazione di grande instabilità politica”
Come noto, infatti, lunedì sera il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, si è dimesso dopo un acceso incontro a porte chiuse con le associazioni ambientaliste della città, ascoltate sul tema del nuovo accordo di programma sul futuro dello stabilimento Ex Ilva. La motivazione ufficiale è stata definita dallo stesso primo cittadino come “mancanza di agibilità politica”, ma il terreno di scontro è stato l’accordo per la decarbonizzazione dell’ex Ilva proposto dal governo, che prevede una transizione di 13 anni, periodo considerato eccessivo dalle associazioni, che continuano a chiedere lo spegnimento degli impianti a caldo.
Le dimissioni di Bitetti, in carica da giugno, arrivano alla vigilia del consiglio comunale monotematico sull’ex Ilva e del vertice al Ministero delle Imprese (Mimit), previsto per il 31 luglio, proprio per discutere dell’accordo, che ha inevitabilmente ripercussioni anche su Genova.
Ex Ilva, il nuovo piano e l’ipotesi forno elettrico a Genova
Cornigliano, come è noto, potrebbe diventare la sede di un forno elettrico proprio nell’ambito del percorso di decarbonizzazione dell’ex Ilva, consentendo a regime la produzione di due milioni di tonnellate d’acciaio solo a Genova. Il progetto è inserito all’interno di entrambe le ipotesi del governo per i confronti con gli enti locali pugliesi e i sindacati per il futuro di Taranto, proprio in vista del nuovo accordo di programma e la nuova Aia per la decarbonizzazione dell’acciaieria.
Salis sul tema non si è ancora espressa in modo netto, ma ha fatto sapere di avere chiesto ai tecnici del ministero di venire a Genova per spiegare quali saranno le ricadute occupazionali e “quale sarà, se ci sarà, l’impatto ambientale di questo forno elettrico”. Oggi in consiglio comunale ha deciso di esprimersi, non entrando però nel merito del “sì” o “no”.
Salis su ex Ilva e forno elettrico: “I tecnici del Ministero a Genova i primi di settembre”
“Cè stata un’evoluzione repentina degli eventi, il sindaco di Taranto si è dimesso – ha esordito la sindaca – questo è un grande problema politico e di instabilità per Taranto, che ovviamente rimanda a più avanti qualsiasi tipo di ragionamento. Lunedì mattina ho avuto una chiamata col ministro Urso proprio su questo tema, e gli avevo confermato la mia disponibilità a esprimermi su questo tema dopo una condivisione con la città. Lui si era detto disponibile a mandare i tecnici del Ministero a Genova i primi di settembre, ma nella serata c’è stata questa evoluzione”.
“Credo che sia veramente poco serio esprimersi senza avere degli elementi – ha proseguito Salis – Intanto su che tipo di investimento verrà fatto, poi su che piano industriale c’è in questo momento con la posizione di Taranto così altalenante. Bisogna innanzitutto vedere inizialmente cosa succede a Taranto, perché non è detto che poi le dimissioni rimangano tali (le dimissioni diventano effettive e irrevocabili dopo 20 giorni, ndr), quindi è tutto da vedere. È opportuno invece avere cautela e aspettare a pronunciarsi in maniera definitiva, perché serve un piano di investimento e soprattutto una condivisione con la città che il ministero ci ha garantito”.
L’opposizione sulle barricate
L’opposizione in Comune, dal canto suo, ha parlato di “scudo” alla sindaca “evitandole di esprimersi in consiglio comunale sul futuro dell’ex Ilva, di fatto battendo il tempo alla prima cittadina: “Questo non è il modo di rispondere alla città – ha sottolineato Mario Mascia, ex assessore all’urbanistica – Il modo sarebbe quello di collocare la città in un panorama industriale internazionale. Genova può e deve fare la sua parte nella filiera dell’acciaio. Ci sono le preoccupazioni certo delle comunità territoriali, ma se c’è la possibilità di garantire uno sviluppo sostenibile, bisogna agire senza attendismi e calcoli politici”.
A ricarare la dose Ilaria Cavo: ““La cautela è doverosa, bisogna avere grande attenzione per il territorio e per la cittadinanza. Però va precisato che l’ordine del giorno straordinario, presentato oggi ma spostato alla prossima settimana, chiedevamo una risposta chiara da parte dell’amminsitrazione sulle prosettive di Genova rispetto a quello che sta succedendo a Taranto. E capire se il nostro polo industriale sarebbe o sarà indipendente da quello che succede in altre città”.
Per finire con l’ex assessore Sergio Gambino che ha ricordato come l’importanza del tema dovrebbe imporre una discussione non ideologica e senza aspettare che altri decidano al posto nostro”.