Europa, addio fibra di carbonio in auto: l’ipotesi che pugnala i veri appassionati

  • Postato il 24 agosto 2025
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Negli ultimi anni il mondo ha cominciato ad avere un approccio diverso con la questione ambientale. I tanti disastri, infatti, hanno risvegliato le coscienze di molti e questo ha portato inevitabilmente anche le aziende ad adeguarsi. Anche il comparto automobilistico ha deciso di fare la sua parte, in particolare concentrandosi su nuove tecnologie che potessero soppiantare in maniera definitiva i motori endotermici. L’attenzione all’ambiente però, per quanto concerne il mercato dell’auto, si sta spostando anche dal punto di vista dei materiali da costruzione. Uno di questi, sembra essere finito nell’occhio del ciclone: la fibra di carbonio.

La situazione è molto delicata e, addirittura il Parlamento europeo starebbe valutando seriamente l’ipotesi di porre un divieto sull’utilizzo di questo tipo di materiale per realizzare le vetture. Per l’intero comparto sarebbe una bella batosta, ma soprattutto lo sarebbe per molti appassionati. Il carbonio, infatti, è spesso utilizzato su vetture di pregio, specie le supercar.

Perché vietarlo

La scelta di vietare l’utilizzo della fibra di carbonio sarebbe dettata dai rischi associati alla salute e all’ambiente, in particolare per la delicata fase di smaltimento. Questo materiale è da sempre molto apprezzato per la sua leggerezza, resistenza e rigidità. In maniera particolare viene molto utilizzato nel motorsport e in auto di fascia alta. Per smaltirlo però si avvia un processo che rilascia particelle che possono irritare pelle e mucose e questo starebbe spingendo l’Europa a pensare di vietarne definitivamente l’utilizzo.

Qualora venisse effettivamente messa in atto una misura del genere, potrebbe complicare i piani di alcuni colossi del settore come: Toray Industries, Teijin e Mitsubishi Chemical, che al momento controllano la metà del mercato globale della fibra di carbonio, e gran parte di quelle vendite attualmente sono proprio destinate all’Europa. Il divieto però non sarebbe immediato, ma entrerebbe in vigore solo dal 2029, lasciando ai costruttori la possibilità di adeguarsi.

D’altronde, da tempo molte Case stanno lavorando nell’ottica di realizzare materiali alternativi capaci di strizzare un occhio all’ambiente in vari componenti delle vetture. BMW ad esempio vorrebbe introdurre un nuovo materiale a base di fibre naturali, un composito fondato sul lino, che andrebbe a garantire un salto di qualità in termini di sostenibilità.

Cosa comporterebbe

In ogni caso questo divieto potrebbe rappresentare un colpo pesante per molte aziende. Al momento il mercato della fibra di carbonio vale circa 5,5 miliardi di dollari e l’industria dell’auto incide per una percentuale che va dal 10% al 20% della domanda. Questa quota era ed è addirittura destinata a crescere nei prossimi anni con i veicoli elettrici. Un materiale così leggero, infatti, può diventare determinante nella gestione del peso delle batterie. Va da sé che pensare di dover cambiare completamente rotta nel giro di pochi anni sembra quantomeno utopistico allo stato attuale.

Insomma, dopo l’addio al termico, fissato per il 2035 (spesso questa data però è messa in discussione), potrebbe arrivare un’altra dolorosa scadenza per l’industria automobilistica. L’ennesima batosta per molti costruttori che già stanno affrontando la delicata transizione ecologica all’elettrico, che al momento non sta portando i risultati sperati. Questa eventuale decisione dell’Europa potrebbe quindi avere risvolti importanti su tutto il comparto.

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