Estate torrida in Calabria, Catanzaro la città dove si sta meglio

  • Postato il 6 luglio 2025
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Estate torrida in Calabria, Catanzaro la città dove si sta meglio

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La città calabrese con il sistema verde più esteso e funzionale è certamente Catanzaro, che continua ad essere annoverata tra le città italiane in cima alla classifica per qualità climatica e vivibilità ambientale, soprattutto in estate.

L’ESTATE 2025 è appena cominciata e il solito anticiclone della Azzorre assieme all’innalzamento reale e percepito delle temperature sull’intero pianeta mette a dura prova anche la nostra regione confermando la stagione come torrida. Anzi le temperature elevate dei primi giorni di giugno, unite alle proiezioni dell’Istituto Superiore di Sanità e al sistema di allerta caldo del ministero della Salute, indicano una stagione a rischio, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione. Bambini, anziani e persone con patologie croniche affrontano le giornate di questa estate torrida con grande difficoltà, e l’accesso a spazi pubblici verdi, freschi e ombreggiati diventa un’esigenza sanitaria oltre che urbana, almeno per chi resta in città, e non sono pochi, visto che il periodo medio di vacanza, per chi non possiede seconde case al mare o in montagna, non supera le due settimane.

Catanzaro: una città nel verde con un clima invidiabile d’estate

Ma come sono messe le nostre città più importanti in quanto a parchi e aree verdi? I numeri, come sempre, descrivono lo scenario in modo preciso, e nello specifico, piuttosto contrastante, con punte di vera eccellenza e situazione piuttosto insufficienti. Iniziamo dalle prime. La città calabrese con il sistema verde più esteso e funzionale è certamente Catanzaro, che continua ad essere annoverata tra le città italiane in cima alla classifica per qualità climatica e vivibilità ambientale. Secondo l’indice di clima stilato da il Sole 24ore in collaborazione con 3Meteo pubblicato il 28 aprile scorso, che sostanzialmente ricalca gli studi di Legambiente e la classifica elaborata da iLMeteo.it in collaborazione con il Corriere della Sera di quale tempo fa, il capoluogo di regione è stabilmente tra le prime 9 città italiane per comfort climatico, grazie alla morfologia collinare, alle brezze marine e montane, alla bassa umidità e alla presenza diffusa di vegetazione alberata. Questo grazie alla sua posizione, alla costante ventilazione naturale, all’umidità contenuta e alla bassa incidenza di ondate di calore estremo che fanno di Catanzaro uno dei posti migliori d’estate.

Ma per la buona performance la città capoluogo, che ha un territorio vastissimo, con quartieri (ben 19) disseminati tra la Presila e il mare, molti dei quali tra qualche mese saranno collegati anche attraverso la nuova metropolitana, non deve ringraziare solo il Padreterno, ma anche alcune scelte felici dell’uomo.

Il gioiello del Parco della Biodiversità

Catanzaro è oggi la città calabrese con il maggior patrimonio di verde urbano accessibile. Il suo punto di forza non è solo l’estensione, che supera i 770 ettari complessivi, tre le più grandi d’Italia, ma anche la qualità progettuale e la multifunzionalità degli spazi. Il simbolo di questo sistema è il Parco della Biodiversità Mediterranea, voluto e realizzato nella prima parte dal compianto ex presidente della Provincia di Catanzaro, Michela Traversa, recentemente scomparso, al quale nel 2025 il parco è stato intitolato, in cui è contenuto il percorso naturalistico Valle dei Mulini, che con i suoi 61 ettari nel cuore della città rappresenta uno dei parchi urbani più importanti del Sud Italia. La grandissima area attrezzata non è solo un polmone verde, ma anche un museo d’arte contemporanea a cielo aperto, con opere di artisti internazionali come Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino. All’interno del Parco trovano spazio anche il MUSMI (Museo Storico Militare), un orto botanico, recinti faunistici e percorsi naturalistici certificati. È stato riconosciuto dal ministero dell’Ambiente tra i 10 parchi più belli d’Italia, risultando unico nel Mezzogiorno per estensione e contenuti. Insomma un fiore all’occhiello della Calabria che merita di essere visitato e vissuto anche e soprattutto d’estate.

Ma c’è di più. Attorno al Parco in città si sviluppano altri spazi di rilevante valore: la Villa Margherita (per molti catanzaresi Villa Trieste), 3 ettari di giardino ottocentesco monumentale nel centro storico, con lavori di riqualificazione avviati nello scorso mese di maggio; e soprattutto la Pineta di Siano (Parco Li Comuni), un’area collinare di oltre 700 ettari, che ospita sentieri, punti panoramici, fauna spontanea e aree di rifugio climatico. Un grandissimo polmone verde che sta cercando di risorgere dopo un vasto incendio verificatosi nel 2021 che ha interessato un’importante fetta della stessa pineta. Questi spazi permettono alla città di offrire una dotazione verde pro capite di oltre (92 mq) per residente, 3 volte superiore alla media nazionale (32,5 mq per abitante), tra le più alte d’Italia tra i capoluoghi di medie dimensioni. Infine c’è il Parco Costiero di Giovino, situato lungo la costa del quartiere Lido, che include una vastissima pineta è un’oasi di dune di circa 12 ettari, estesa fino all’arenile. Un’area di rara bellezza, che riporta ai paesaggi caraibici, definitivamente dichiarata riserva naturale regionale alla fine del mese di maggio scorso.

In totale l’estensione delle aree verdi di Catanzaro, escludendone altre di minore entità, è di 776 ettari, porta il capoluogo ad essere non solo di gran lunga la città più verde della Calabria, ma ai vertici della classifica italiana delle città dove si vive meglio d’estate.

Le altre città calabresi

Nel resto della regione, tra capoluoghi e centri maggiori, la rete del verde urbano è piuttosto disomogenea. Reggio Calabria, che è la città più popolosa della regione e con il “più bel chilometro d’Italia”, si attesta intorno ai 50 ettari grazie a parchi come Ecolandia che, sia pur esteso (20 ettari), è sito nella frazione Arghillà, in una posizione periferica con difficoltà d’accesso, e la Villa Comunale Umberto I, giardino storico, di limitate estensioni (2 ettari) che vanta pregiate essenze arboree. Poi ci sono altre aree piuttosto rilevanti per superficie ma ancora parzialmente accessibili. La rete allo stato risulta essere frammentata e carente in collegamenti naturali. In fine il bellissimo lungomare “Falcomatà” che pur offrendo spazi alberati e di passeggio con incantevole e unica vista sullo Stretto, non è considerato un parco nel senso tecnico del termine. Cosenza ha ampliato il proprio verde urbano con la riapertura di Villa Vecchia, tanto cara ai cosentini. Un polmone verde di circa 3 ettari nel cuore storico, recentemente restaurato con fontane, alberature secolari e servizi rinnovati, che ne fanno uno spazio ristoro climatico e culturale per la cittadinanza rilevante. A completare il sistema verde cosentino ci sono i suggestivi Parco fluviale del Crati, Parco dell’Acquabona e i sentieri lungo Crati e Busento, ed altri punti verdi disseminati per la città, che portano il totale delle aree verdi cosentine a poco meno di 45 ettari.

Cosenza, tuttavia, paga il prezzo di un posizionamento non fortunatissimo dal punto di vista climatico che la fa posizionare in basso nella classifica nazionale. Le città di Lamezia Terme, Crotone, Vibo Valentia e Corigliano Rossano si attestano tra i 20 e i 45 ettari, tuttavia con scarsa ombreggiatura e difficoltà a generare effetti mitigativi del caldo. Si può e si deve fare molto di più. Infine, una menzione speciale per Rende, comune, dal punto di vista del verde pubblico, strategico per dimensione e vocazione urbana, che si pone come terzo miglior esempio di città verde in Calabria. Con circa 40 ettari di verde attrezzato, tra Parco Robinson e Parco Nicholas Green, la città dell’Università della Calabria ha avviato un ambizioso progetto di cucitura verde tra le due aree tramite riqualificazione di un vecchio ponte ferroviario in percorso ciclopedonale. Questo la fa diventare una delle città calabresi con il verde pro capite più elevato, e un vero esempio di pianificazione ecologica e inclusiva. Rende è certamente un caso virtuoso tra i comuni non capoluogo, per qualità e progettualità di verde urbano.

L’estensione, la continuità, la multifunzionalità e la resilienza climatica fanno, dunque, di Catanzaro un punto di riferimento nazionale d’estate. In un’epoca in cui il verde urbano è riconosciuto come infrastruttura sanitaria e ambientale, il capoluogo di regione mostra un sistema avanzato e adattivo, che certamente costituisce un patrimonio naturalistico, oltre che climatico e ambientale, per i catanzaresi ma anche per il resto della regione. Il suo Parco della Biodiversità è un caso di riconosciuta eccellenza nazionale. Le iniziative di Cosenza e Rende, contigue dal punto di vista urbano, peraltro, dimostrano come anche altre realtà hanno alte potenzialità per ampliare il patrimonio delle aree verdi del proprio territorio a disposizione dei cittadini.

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