Essere Animali davanti al Parlamento Ue: così chiediamo più tutele per gli animali
- Postato il 1 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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a firma di Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali
La scorsa settimana Essere Animali ha raggiunto Bruxelles per partecipare a un’azione di fronte al Parlamento europeo, coordinata dall’associazione francese L214, con la partecipazione dello street artist Invader. L’obiettivo? Chiedere ancora una volta agli eurodeputati di impegnarsi per una riforma ambiziosa della legislazione Ue sul benessere animale.
Abbiamo esposto uno striscione di Invader in Place du Luxembourg con al centro il messaggio “Abbiamo bisogno di più spazio!”, per portare l’attenzione sulle condizioni insostenibili in cui vivono gli animali allevati in Europa. Oltre allo striscione, una cinquantina di volontari ha esposto un cartello che mostrava un coniglio in gabbia, anche questo realizzato con Invader. Le affissioni realizzate con Invader hanno raggiunto poi le strade, la metropolitana e l’aeroporto, dove resteranno per qualche giorno.
Nel frattempo abbiamo invitato gli eurodeputati presenti nella piazza a firmare un impegno per sostenere una riforma ambiziosa della legislazione Ue e siamo riusciti ad ottenere 80 firme da membri provenienti da diversi paesi e gruppi politici. Anche i cittadini hanno potuto contribuire all’azione scrivendo direttamente agli eurodeputati tramite il sito web uncagethelaw.eu.
L’attuale legislazione europea sul benessere animale è obsoleta e continua a causare enormi sofferenze agli animali. Dopo aver promesso una revisione ambiziosa, nel 2023 la Commissione europea ha ceduto alle pressioni delle lobby della zootecnia, presentando soltanto una proposta sul trasporto degli animali e abbandonando la maggior parte delle riforme previste come la normativa sulle condizioni in allevamento, la macellazione (ad esempio quella, molto importante, per i pesci) e l’etichettatura.
Non solo quindi abbiamo ancora condizioni inaccettabili e vere e proprie crudeltà del tutto legali come il confinamento in gabbia o l’uso di razze a rapido accrescimento, ma molte specie, come mucche, tacchini, conigli e pesci, non sono nemmeno tutelate da normative minime specie-specifiche.
Come dicono chiaramente tutti i sondaggi, questo va contro il volere di 8 cittadini europei su 10, che ritengono che serva fare di più per il benessere degli animali nei propri paesi, compresi i cittadini italiani. Questo dato da solo dovrebbe essere sufficiente a cambiare la situazione.
È ora che gli eurodeputati – eletti dai cittadini – si impegnino a proteggere gli animali, a soddisfare le aspettative dei propri elettori e a seguire le raccomandazioni scientifiche europee e internazionali più recenti e validate, come i pareri EFSA.
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