“Espropri e discariche durante i lavori”: lo spostamento a monte della ferrovia spaventa Wwf e comitato territoriale

  • Postato il 6 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Provincia. Lo spostamento della ferrovia a monte tra Finale e Andora procede spedito, almeno sulla carta. Lo scorso 8 settembre si è tenuta la tanto attesa Conferenza dei Servizi, un passaggio fondamentale in vista dell’approvazione definitiva dell’opera. Ma, come spesso accade, tra gli annunci e l’apertura dei cantieri ci sono di mezzo burocrazia, fondi da trovare e soprattutto una valanga di espropri: circa 28 a Borghetto e oltre 70 nell’albenganese.

Le procedure di esproprio sono già partite, anche se – fanno sapere dal Comitato Territoriale – “la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero non è ancora stata approvata”. 

Quella data dalla Conferenza dei Servizi è un’accelerazione che suona come un verocampanello d’allarmeper chi si oppone all’opera. E infatti, in questi giorni, Comitato territoriale e WWF Savona sono tornati a farsi sentire, ribadendo le loro forti perplessità.

Il Comitato denuncia “un atteggiamento della politica che ignora i cittadini, senza un reale confronto e senza fornire un’informazione seria e completa”. Secondo i membri, “il progetto rischia di causare danni gravi e irreversibili all’ambiente, alle falde acquifere e alla mobilità sostenibile, colpendo anziani, studenti e pendolari”. 

Come detto, dal Comitato è arrivata anche la conferma che gli espropri sono già stati avviati: “Gli interessati non vengono informati direttamente, ma possono consultare gli atti presso Italferr S.p.A. a Genova o la Regione Liguria. C’è tempo fino al 4 novembre per presentare osservazioni scritte alla sede legale di Italferr a Roma o via PEC all’indirizzo ufficiale”.

Anche il WWF Savona condivide forti preoccupazioni per gli effetti del progetto. L’associazione ricorda che, pur con il parere positivo del Ministero della Cultura, “sono state imposte alcune condizioni di tutela archeologica: monitoraggi continui durante gli scavi, messa in sicurezza dei beni storici come il castello e la chiesa di Andora, e approfondimenti sulle aree di interesse archeologico già individuate”.

Il WWF sottolinea inoltre che “sorprende la mancanza di attenzione verso i numerosi beni paesaggistici, architettonici e archeologici di questo territorio unico della Liguria di Ponente”.  Tra le criticità principali, “opere gigantesche, scavi e cementificazioni che comporteranno l’apertura di discariche temporanee e definitive” in zone di alto valore naturale e storico.

Un impatto pesante, spiegano, che “rischia di compromettere paesaggi carsici, grotte preistoriche, chiese medievali e ville storiche, oltre a habitat naturali e agricoli tradizionali”. E a rischio ci sarebbe anche la Riserva Naturale Regionale del Rio Torsero, a Ceriale, un’area di straordinaria importanza paleontologica “dove affiorano fossili perfettamente conservati risalenti a milioni di anni fa”. “È impensabile che aree di tale pregio possano essere interessate da cantieri o depositi di materiale”, ribadisce il WWF.

Comitato territoriale e WWF Savona chiedono che il progetto venga rivisto e discusso pubblicamente, con approfondimenti seri sugli impatti ambientali, archeologici e sociali: “Non si può procedere con espropri e lavori senza un confronto trasparente con le comunità locali”, concludono.

Nei giorni scorsi, su IVG, vi abbiamo raccontato anche di una proposta alternativa, ideata da un geometra finalese, che permetterebbe di salvare le stazioni di Ceriale, Albenga e Alassio, evitando il loro spostamento dall’attuale sede.

 

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Il Vostro Giornale

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