“Ero uno scheletro, pesavo 51 chili. Non ho mangiato per due anni, poi mi hanno detto: ‘Vedi quell’uomo di 92 anni? In confronto a te è un giovane”: parla Laerte Pappalardo
- Postato il 7 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Per due anni praticamente non ho mangiato. Mangiavo una scatoletta di tonno e una mela ogni giorno”. È la confessione di Laerte Pappalardo che, ospite nel salotto de “La Volta Buona” con Caterina Balivo, ha raccontato per la prima volta in televisione la sua lunga battaglia contro l’anoressia, una “spirale” iniziata dopo la sua partecipazione all’Isola dei Famosi nel 2003. “Non è una storia nuova, ma all’epoca non c’erano i social e la cosa è uscita poco fuori”, ha premesso il 49enne, figlio di Adriano Pappalardo, prima di svelare i dettagli di un periodo buio durato anni.
Tutto è iniziato con il drastico calo di peso dovuto al reality: “Prima di partire pesavo 71 chili, quando sono uscito dall’Isola pesavo 54. Mi piacevo da morire”, ha raccontato Pappalardo, lasciando basita la conduttrice Caterina Balivo, che gli ha chiesto per ben due volte: “Davvero ti piacevi?”. “Eh sì”, ha confermato lui. “All’inizio il corpo assorbe quell’energia che deriva dalla consumazione del grasso e poi niente… è diventato un problema”. Ha spiegato come un consiglio medico post-reality (“non è che esci e mangi vero? Devi andare piano”) sia diventato per lui un’ossessione: “Era anoressia, può capitare a tutti. Io pensavo succedesse solo alle donne, in realtà non è così. Io non mangiavo più. So elencare tutti i grassi saturi, monoinsaturi e polinsaturi di un alimento. Ero in un loop infernale quando andavo al supermercato”.
Pappalardo ha descritto con precisione la distorsione percettiva tipica della malattia: “Quando qualcuno mi diceva ‘ti trovo meglio’, dentro di me io stavo male, perché io mi guardavo allo specchio e mi vedevo sempre grasso”. Il suo peso continuò a scendere fino a toccare i 51 chili, un limite critico che portò al collasso fisico. “Sono arrivato a 51 chili e poi c’è stato un ricovero immediato perché mi è scoppiata un’ascite improvvisa all’addome, un accumulo di liquido per la magrezza. È una malattia mentale, brutta, grave”. Quindi ha spiegato che il percorso per uscirne è stato lungo: “Ho impiegato 5 anni per uscire da tutto questo”. La svolta non è arrivata da una terapia specifica, ma da un ultimatum del suo medico: “Mi sono ripreso da solo”, ha detto. “Ho cominciato a mangiare quando mi hanno prospettato l’ipotesi di ricorrere all’alimentazione con le flebo e quando il medico mi ha detto: ‘Vedi quell’uomo di 92 anni? In confronto a te è un giovane. Sei rovinato. Vuoi vedere tuo figlio? Allora comincia a mangiare’. Lì è cambiato tutto”.
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