Emanuele Fiano: “Che shock il gesto della P38. Ma non potevo farmi mandare via, lo dovevo a mio padre”
- Postato il 29 ottobre 2025
- Politica
- Di Blitz
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“Sono andato, abbiamo iniziato, per mezz’ora ho risposto alle domande della moderatrice. Poi… Hanno fatto irruzione nell’aula una trentina di ragazze e ragazzi, tra cui alcuni studenti di Ca’ Foscari. Si sono disposti lungo le pareti, srotolando striscioni in cui denunciavano il genocidio e intimavano: fuori i sionisti dall’università”, ha raccontato l’ex deputato del Partito Democratico, Emanuele Fiano, durante un’intervista al Corriere della Sera. Fiano, nello specifico, ha parlato dell’intervento degli attivisti pro Pal che lo hanno interrotto alla Ca’ Foscari di Venezia.
“Il gesto della P38 mi ha colpito, ma non potevo farmi mandare via”
“Io – aggiunge – ho continuato a parlare, mentre una ragazza urlava a voce altissima per zittirmi, riferendo alla mia persona opinioni che non ho mai avuto: sono sempre stato critico con Netanyahu. Siccome non riuscivano a zittirmi, un ragazzo è venuto alla cattedra, mi ha strappato il microfono e ha cominciato a leggere un mio vecchio articolo per il Foglio, su antisemitismo e antisionismo. Insomma, li abbiamo lasciati sfogare, nella speranza di poter riprendere. Non c’è stato nulla da fare, nonostante le proteste del pubblico, che voleva mandarli via. Al che alcuni tra i ragazzi hanno rivolto al pubblico il segno della P38. Mi ha colpito molto vedere un gesto di minaccia così antico fatto da mani così giovani, più giovani di quelle dei miei figli. Ma io non potevo farmi mandare via. Lo dovevo a mio padre”.

“Mio padre – spiega Fiano – a tredici anni era stato cacciato da scuola, in quanto ebreo. Così ho avvertito che non me ne sarei andato. Sono arrivati i commessi a mandarci via: l’università alle 19 chiude. Ho risposto: ‘Non mi faccio sbattere fuori da quelli, aspetterò che se ne vadano prima loro’. Non potevo accettare anche quella prevaricazione”. Ha provato a parlare con quei ragazzi? “Certo. Ho parlato con il portavoce, che diceva cose assurde. Gli ho spiegato cos’è il sionismo. Ma altri due o tre, guardandomi dritto negli occhi, mi hanno detto: ‘Di quello che tu rispondi non ce ne può fregare di meno. Tu non devi parlare proprio. Tu non hai diritto di stare nell’università”. A Fiano viene poi chiesto se si è sentito attaccato in quanto difensore di Israele, o in quanto ebreo. “Non direttamente in quanto ebreo. Se devo dire la verità, all’inizio del suo sermone il portavoce ci ha tenuto a dire: noi non siamo antisemiti, rifiutiamo l’antisemitismo”.
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