“Emanuela Orlandi è al centro di un profondo tabù le cui conseguenze sarebbero senza precedenti. La verità è in una cassaforte segreta in Vaticano”: il racconto di Sophie

  • Postato il 12 maggio 2025
  • Crime
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“La verità su Emanuela Orlandi è in una cassaforte segreta in Vaticano”: le parole sono quelle di Sophie, la ragazzina francese accolta dalla curia di Avignone, che sostiene di essere una sensitiva e di avere delle visioni sul cold case della cittadina vaticana scomparsa misteriosamente nel 1983. A riportarle sull’inserto “Lo specchio” de La Stampa è, ancora una volta, il giornalista Gianluigi Nuzzi che ha incontrato Sophie più volte nel corso degli anni e che con lei avrebbe avuto anche un fitto scambio di mail.

Le lettere

Le mail di Sophie risalgono al 2021 e le informazioni contenute, scriveva Sophie a Nuzzi, erano tutte condivise coi prelati di Avignone. Sophie che dice di avere anche episodi di bilocazione e dialoghi con Padre Pio, scrive come se fosse lei Emanuela Orlandi: “Durante il tragitto ho incrociato una macchina. Dentro c’erano monsignor Vergari e un altro uomo. Li conoscevo bene entrambi, l’altro uomo era Enrico de Pedis, qualcuno che avevo già incontrato nella scuola di musica”. Don Pietro Vergari, lo ricordiamo, in quegli anni era il rettore della Basilica di Sant’Apollinare che ospitava nello stesso edificio la scuola di musica “Da Victoria” frequentata da Emanuela e da cui sparì quel giorno. Vergari è stato indagato dai magistrati di Roma per concorso in sequestro di Emanuela Orlandi e l’accusa è caduta quando l’inchiesta è stata archiviata. Poi, Sophie racconta la storia che conosciamo tutti: quella della finta offerta di lavoro, la trappola che ha poi portato al sequestro della Vatican Girl e scrive ancora Sophie-Emanuela: “Fu concordato che Enrico de Pedis sarebbe venuto a prendermi a scuola e che per portarmi da monsignor Vergari, al quale avrei dovuto dare la risposta del lavoro (distribuire volantini durante una sfilata, ndr)”.
Ma verrebbe anche da chiedersi come potrebbe una ragazzina francese conoscere l’identità del leader testaccino della Magliana, trucidato in uno scontro a fuoco nel centro di Roma quando lei nemmeno era nata? Seppur si volesse credere che Sophie sia una sensitiva e veda le cose attraverso gli occhi della Orlandi, nemmeno Emanuela poteva sapere chi fosse Enrico De Pedis, colui che secondo il procuratore Giancarlo Capaldo, “Ha messo in atto il sequestro da solo”, della cittadina vaticana quel 22 giugno del 1983. Improbabile anche pensare che, seppure se l’ipotesi di Capaldo corrispondesse alla realtà, l’uomo si sia presentato alla Orlandi col suo vero nome quel giorno.

E ancora Sophie: “Mentre aspettavo De Pedis, Katy si è avvicinata a me siamo state interrotte dall’arrivo di De Pedis”. Viene dunque sia chiedersi chi sia Katy, dal momento che nessuna delle amiche di Emanuela portava quel nome e chi conosce la vicenda potrebbe pensare a Katy Skerl, la 17enne italo-svedese figlia del regista Peter Skerl, assassinata a Roma nel 1984. Più volte, le due ragazze sono state forzatamente collegate ma è davvero improbabile immaginare si conoscessero: Emanuela viveva le sue giornate all’interno del Vaticano da cui usciva solo per andare al liceo e a scuola di musica (collegata al Vaticano) mentre Katy militava nei Giovani Comunisti: difficile immaginare due mondi più distanti. Chi era dunque questa Katy di cui parla Sophie?

La versione di Sophie

Insomma, Sophie racconta cose già note. Parla anche di presunti abusi subiti da Emanuela di cui più volte si è detto, ne scrisse anche Padre Amorth in un suo libro. Sempre Sophie-Emanuela racconta ancora: “Nei giardini vaticani mi è capitato mi è capitato di essere infastidita da X. A volte era stato sgradevole e mi parlava del medio oriente. Ne parlai con un amico, lo rividi più tardi, nelle orge successive e capii. C’è un luogo in Vaticano, protetto in una cassaforte, dove è archiviato un fascicolo sul caso Orlandi (…). Emanuela è al centro di un profondo tabù le cui conseguenze sarebbero senza precedenti”. Il fascicolo, i presunti abusi e quindi la pista della pedofilia, l’approccio da parte di un cardinale nei giardini vaticani: sono tutte cose già note e l’ultima, lo ricordiamo, era stata detta da una cara amica di Emanuela nel corso della serie Vatican Girl. Nuzzi aggiunge che “il cardinale in questione è ancora in vita” (fonte: La Stampa). Ci si aspetta quindi sarà segnalato agli inquirenti e convocato dalla Procura Romana che da due anni ha riaperto un’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Nell’ultima parte della sua lettera, Sophie aggiunge di essere preoccupata perché dal suo ultimo viaggio a Milano dove ha incontrato Nuzzi, “sembra che alcuni uomini abbiano iniziato a curiosare nei dintorni della mia casa. Questa situazione si è aggravata nelle ultime ore. Aspettano il via libera dai mandanti? Temo di essere rapita, a seguito dell’invio delle testimonianze. Come ultima speranza, potete aiutarmi?”, si chiedeva la ragazza nel 2021. Viene da chiedersi che fine abbia fatto oggi Sophie, se sia ancora viva e ad Avignone e se sia stata più tampinata da queste persone che cita nelle sue mail. Nella sua ultima scriveva che “la chiave di tutto sta nel legame tra la scuola di musica di Emanuela e De Pedis”.

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Il Fatto Quotidiano

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