“Devastato dai sensi di colpa, le rivelazioni sui ‘Diavoli della Bassa’ sono tutte inventate. Mi hanno estorto le bugie sugli abusi”: la confessione choc di Davide Tonelli Galliera
- Postato il 13 maggio 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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E alla fine l’impianto accusatorio sui presunti Diavoli della bassa modenese era tutto inventato. A parlare è Davide Tonelli Galliera, autore dell’autobiografia Io, bambino zero (Vallardi), libro appena uscito nelle librerie. Il 35enne intervistato da Repubblica ha spiegato di essere “devastato dai sensi di colpa” e che crescendo ha scoperto che “a causa delle sue parole, estorte a lui e ad altri bambini come lui, sono morte delle persone e altre hanno sofferto l’inferno”. Davide nacque in una famiglia indigente nel 1990 a Mirandola, in provincia di Modena. Nel 1993 venne tolto alla sua famiglia naturale e nel 1997 a seguito di colloqui avvenuto con una psicologa dei servizi sociali accusò i suoi genitori e il fratello di averlo coinvolto in una serie di riti pedo-satanici con tanto di stupri, violenze e messe nere. Da queste presunte “rivelazioni” inizierà a costruirsi l’inchiesta poi denominata i “Diavoli della Bassa modenese”: altri 16 bambini verranno allontanati dalle loro famiglie e numerose vite, tra cui quella di una donna suicida, due uomini morti d’infarto e un prete accusato di pedofilia, verranno spezzate.
Un caso di sottrazione di minori in un’area della bassa emiliana che ricorda per sommi capi (non c’è ovviamente il rito satanico ndr) la dinamica del coevo caso di Bibbiano con numerosi bambini sottratti alle famiglie d’origine grazie al consulto specializzato di assistenti sociali. Molti anni dopo saranno Pablo Trincia e Alessia Rafanelli a riportare prima in un podcast e poi in una serie su Netflix intitolata Veleno a mostrare incongruenze di un caso di sottrazione istituzionale di minori viepiù taciuto sui grandi media. Davide Tonell Galliera è il cosiddetto “bambino zero” (all’epoca dei presunti fatti aveva tre anni, sette quando li denunciò) quello su cui si costruì un impressionante atto accusatorio. “Ero piccolo e suggestionato. Avevo terrore della psicologa che mi interrogava con gli occhi spiritati: con me era cattiva, gridava, si arrabbiava, e poi diventava buona quando c’erano altri adulti. Credo abbiano costruito questa menzogna per togliermi alla mia mamma naturale, di cui la mia seconda mamma era molto gelosa”, spiega il 35enne a Repubblica riprendendo i temi affrontati nel suo libro. Tonelli sostiene di aver saputo la verità solo quattro anni fa, leggendo le carte processuali: “Le lessi e mi sembrò di impazzire. Chiesi un ricovero psichiatrico volontario, ero sicuro che non ne sarei uscito mai più”.
L’uomo smentisce categoricamente il fatto che genitori e compagnia satanica attorno avessero abusato di lui: “Erano fatti mai accaduti ma estorti: non posso avere memoria di ciò che non ho vissuto. Provo emozioni confuse, non sono neppure sicuro che fossi cosciente quando dicevo quelle cose. Ricordo solo la paura che avevo dei grandi, della psicologa, dei giudici e della mia mamma affidataria, che quella psicologa conosceva già da prima”. Spronato dalla domanda dell’intervistatore l’allora “bambino zero” commenta il fatto che tutto fosse creato ad hoc attraverso un piano preciso (“Forse a un certo punto si sono accorti che non potevano più tornare indietro, così hanno continuato ad alimentare i miei falsi ricordi”); ma c’è un momento davvero toccante, che si allarga a tutti i casi di bambini sottratti ai propri genitori naturali, innestati in nuove famiglie spesso, come nel caso di Davide abbienti ma non così affettivamente coinvolte: “dei miei genitori naturali ricordo tutto anche com’erano vestiti il giorno in cui mi strapparono da loro. Ricordo il trambusto e il panico allucinante. Ricordo le loro voci e i loro volti, e quelli dei miei due fratelli con cui ora mi sento, ogni tanto ci vediamo: non ce l’hanno con me. Mamma era buonissima, sempre allegra. Eravamo poveri ma contenti”.
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