Economia savonese: nel 2024 cresce l’export, preoccupa il calo demografico

  • Postato il 30 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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porto Savona vado generica

Savona. Bene l’agricoltura e l’industria, +21,3% dell’export rispetto all’anno precedente, lieve flessione per il turismo. Preoccupa, invece, il calo demografico e il mercato immobiliare. Questa mattina nella sede di Savona della Camera di Commercio Riviere di Liguria, sono stati presentati il “Rapporto economia provinciale 2024” e il “Lavoro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Liguria”, pubblicazioni che l’ente ha curato con la collaborazione scientifica del Centro Studi Tagliacarne e di Uniontrasporti al fine di mettere a disposizione del territorio analisi approfondite sulle dinamiche provinciali collocate nel contesto regionale e nazionale. I numeri relativi all’economia della provincia sono stati presentati dal vicepresidente della Camera di Commercio, Alessandro Berta.

Popolazione

Nel 2024 si registra una lieve diminuzione della popolazione (-1,9 per mille). Il tema della popolazione incide su consumi e risparmio e tendenza a intraprendere più o meno attività di impresa. La struttura demografica di Savona è sbilanciata verso le classi di età più anziane: gli over64 sono circa un terzo della popolazione.

Si registrano 374 mila nascite. I decessi, pari a 661 mila, si riducono dell’1,8% rispetto al 2023, ma il saldo naturale resta ampiamente negativo, con una variazione del -4,8%.

Su 100 persone 35 lavorano e mantengono le altre 65 (disoccupati e anziani): “Se così bassa è la quantità di persone che produce ricchezza le imprese riescono a creare un valore aggiunto importante che in alcuni settori, come la blue economy e la manifattura, supera il valore nazionale”

Occupazione

E’ stabile rispetto al periodo pre-Covid. Si assiste a un aumento dell’occupazione femminile, ma resta un divario di genere tra la provincia di Savona e la Liguria (e Genova): “E’ dovuto alla minore capacità del nostro territorio alle politiche dell’infanzia”.

L’occupazione è concentrata nel settore dei servizi: il 26,1% degli addetti lavora nel commercio, il 49,3% negli altri servizi. L’industria rappresenta il 13,8% degli occupati, seguita dalle costruzioni (8,8%) e dall’agricoltura. Nel 2024 si registrano contrazioni nel commercio (-4,3%) e nelle altre attività di servizi (-4,2%). Cresce invece l’occupazione in agricoltura, nelle costruzioni (+15,9%) e nell’industria (+7,3%).

Il 32% delle assunzioni riguarda giovani under 30, mentre il 48,1% interessa profili di difficile reperimento.

Tra la fine del 2024 e inizio 2025 la cassa integrazione ordinaria è aumentata leggermente, in particolare nell’ambito dell’automotive.

Sistema produttivo

Il saldo tra iscrizioni e cessazioni è negativo (-200). Il settore manifatturiero e le costruzioni aumentano i propri addetti (circa +3mila). C’è stata una flessione mancata nei servizi (anche commercio e turismo) legata alla difficoltà di fare incontrare domanda e offerta e di reperire alloggi per chi viene a lavorare in questo territorio.

La produzione agricola ha tenuto e anche le esportazioni agricole legate all’agroalimentare sono ulteriormente aumentare (12% del totale della provincia): “Testimonianza del settore di consolidarsi e trovare mercati esteri di riferimento”.

Il contesto internazionale complesso, segnato da tensioni geopolitiche, aumento dei dazi e condizioni climatiche sfavorevoli hanno influito sulla redditività delle colture. Tuttavia, la produzione agricola nazionale registra una performance positiva sia in termini di volume (+1,4%) sia di valore aggiunto (+3,5%), trainata soprattutto dalle coltivazioni (+1,5%) e dal comparto zootecnico (+0,6%). Diminuisce tuttavia il lavoro in agricoltura (-2,6%). Annata favorevole per frutta (+5,4%), ortaggi freschi (+3,8%) e vino (+3,5%), mentre risultano in calo cereali (-7,1%), olio d’oliva (-5%) e foraggi (-2,5%).

L’industria aumenta i posti di lavori. Per quanto riguarda le piccole e medie imprese ci sono difficoltà per l’accesso al credito. Cresce l’artigianato e segna una controtendenza rispetto al nord-ovest.

Il settore industriale di Savona, nel periodo 2015-2022, mostra una crescita contenuta degli addetti alle unità locali (+1,7%), inferiore rispetto alla Liguria (+5,6%) e al dato nazionale (+5,7%). Il valore aggiunto per occupato è cresciuto di oltre 30 punti percentuali, attestandosi a più del 130% rispetto alla media nazionale.

Commercio estero

L’export della provincia di Savona cresce del 21,3% rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto al calo regionale (-25,2%) e nazionale (-0,5%). I settori trainanti dell’export provinciale restano il chimico (43,2% del totale, +2,1%) e i mezzi di trasporto (14,1%, +4,5%). Seguono i prodotti petroliferi raffinati (+3,9%) e il comparto agricolo (+9%). Positivi anche nei comparti tecnologici, con gli apparecchi elettrici in crescita del 16,1% e i macchinari in aumento del 18,2%. Al contrario, diminuiscono la gomma, la plastica e i minerali non metalliferi (-14,8%), i computer e dispositivi elettronici (-9,1%), il settore estrattivo (-34,3%) e il tessile (-52,9%).

L’export savonese rimane orientato prevalentemente verso i paesi europei, che rappresentano il 63,8% del totale. L’area euro assorbe il 45,5% delle esportazioni. Gli Stati Uniti consolidano la propria importanza con una crescita del 6,4% e una quota del 12,5% sul totale. Crescono i flussi con Spagna (+8,5%), Paesi Bassi (+10,7%), Emirati Arabi (+26,7%) e Brasile (+28,4%).

Sul fronte dell’import, il triennio 21–24 registra un incremento del 24%, con un rallentamento nel 2024 del 12,3%. La contrazione riguarda in particolare il settore estrattivo (-17,6%), che resta comunque la principale voce dell’import savonese (62,9%) e il comparto chimico (-12,5%). In flessione anche le importazioni di macchinari (-52,7%) e apparecchi elettrici (-38,9%). In controtendenza, alcuni settori registrano incrementi significativi: l’agricoltura cresce del 16,9%, il settore alimentare e delle bevande del 21,5%, e i mezzi di trasporto del 5%.

Blue economy

Nel 2023 l’economia del mare savonese ha generato un valore aggiunto di 889,8 milioni di euro, pari al 10,5% del valore aggiunto provinciale, con un’incidenza sull’occupazione del 14,0% e sulle imprese (nel 2024) del 12,3%. Il settore trainante è quello di alloggio e ristorazione, che da solo produce oltre metà del valore aggiunto marittimo (53,4%) e raccoglie il 61,7% degli occupati del comparto. Seguono la movimentazione merci e passeggeri via mare (20,7%) e le attività sportive e ricreative (10,4%). Buona anche la presenza della cantieristica navale (8,3%) e della filiera ittica (2,5%).

Il turismo savonese è sostanzialmente costiero: oltre il 95% degli arrivi e delle presenze si concentra nei comuni costieri e litoranei. La provincia di Savona registra nel 2024 una flessione dei flussi turistici: gli arrivi scendono a 1.244.001 unità, mentre le presenze si attestano a 4.967.288 (-4,6%). Essendo flessioni più contenute rispetto a quella regionale, la provincia rafforza il proprio peso all’interno del sistema turistico ligure, contribuendo per il 28,2% degli arrivi e per il 35,3% delle presenze regionali. I turisti italiani rappresentano il 67,9% degli arrivi e il 70,5% delle presenze; quelli stranieri rispettivamente il 32,1% e il 29,5%. Gli arrivi esteri si attestano a 399.903 unità, con 1.466.630 presenze, mentre gli italiani generano 844.098 arrivi e 3.500.658 presenze. Per quanto riguarda la struttura ricettiva, si registra una contrazione dei flussi nella componente alberghiera. Osservando la provenienza, si evidenzia una crescente apertura verso il turismo internazionale con un incremento della componente estera sia nelle strutture alberghiere (dal 29,6% al 31,2%) sia in quelle extra-alberghiere (dal 31,4% al 32,6%).

Il traffico merci dei porti di Savona e Vado nel 2024 ha registrato una crescita del +7,3% rispetto all’anno precedente, superando i 16,2 milioni di tonnellate, trainate dal cargo generale (+16,9%) e dal traffico container (+7,5%). Le rinfuse solide crescono del +9,5%, mentre calano le rinfuse liquide (-3,9%). Tuttavia, le rinfuse liquide (43%) guidano il traffico commerciale, seguite da Ro-Ro (23%) e container (20%).

Sul fronte dei passeggeri, le movimentazioni 2024 sono state di 755.233 unità, in calo del -12,4% rispetto al 2023, mentre le toccate nave sono diminuite del -20%. Il porto savonese resta però sesto per traffico passeggeri a livello nazionale. La stagionalità risulta più omogenea rispetto ad altri scali: solo il 33,8% del traffico si concentra in estate, contro una media nazionale del 54,9%, grazie a una forte presenza in primavera/autunno (40%) e inverno (26,2%).

Rispetto ai settori della blue economy, l’export savonese nel 2024 è tornato a crescere, raggiungendo i 181,5 milioni di euro, trainato quasi esclusivamente dal settore Navi e imbarcazioni, che da solo vale oltre il 99% del totale. Crescono le esportazioni verso l’Europa (+135,8%) e in particolare verso l’UE a 27 (+184,3%). Gli Stati Uniti restano il principale mercato di sbocco (54,2%), ma emergono gli Emirati Arabi Uniti (+302%) e Singapore (+142%).

Energia e competitività per il futuro del savonese, Ripamonti: “Regione Liguria e territorio insieme per crescere”

Queste le parole dell’assessore regionale Paolo Ripamonti, che ha portato i saluti in occasione della presentazione del “Rapporto Economia Provinciale di Savona 2024” e del “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Liguria” a cura della Camera di Commercio Riviere di Liguria: “Il rapporto illustrato dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria ci consegna l’immagine di un territorio con una doppia anima, eccellenze consolidate e sfide strutturali. La provincia di Savona ha una base produttiva capace di competere sui mercati internazionali: l’economia del mare è sicuramente un asset strategico come anche l’artigianato che continua ad essere una componente essenziale del nostro sistema produttivo, così come l’industria, che comprende nicchie di alto valore aggiunto e filiere tecnologiche su cui Savona ha un posizionamento competitivo. Come assessore Regionale all’Energia sottolineo anche un’altra leva di competitività, ovvero la transizione energetica a misura di territorio. Comunità energetiche, efficientamento degli edifici pubblici e privati, autoproduzione da rinnovabili, sono strumenti per ridurre i costi, liberare risorse per investimenti. Questo rapporto è una base comune per orientare le scelte. La Regione è al fianco del territorio per trasformare i dati in decisioni: più competenze, innovazione, efficienza energetica, infrastrutture e collaborazione pubblico-privato”.

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Il Vostro Giornale

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