“È tutto dentro di me in modo così viscerale, sono ancora sotto choc”: Amanda Knox torna a parlare del delitto di Perugia e dell’omicidio di Meredith Kercher
- Postato il 2 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Amanda Knox, 38 anni, è intervenuta in un cinema di Los Angeles dopo la proiezione dell’ultimo episodio della miniserie Hulu da lei prodotta e ispirata al suo memoir, The Twisted Tale of Amanda Knox, disponibile su Disney+ Italia. “Se semplifichi all’osso, questa è la storia di due giovani donne che studiano all’estero, di cui solo una sopravvive per raccontarla. E ho ben presente, tutti abbiamo ben presente, che tra le due, io sono quella fortunata”, ha detto, riferendosi all’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel 2007, per il quale Knox fu accusata e poi definitivamente assolta.
L’ottavo episodio della serie racconta il ritorno della ex studentessa in Umbria nel 2022, sette anni dopo la sentenza della Cassazione. “Andai anche a vedere la villetta in cui vivevamo, per elaborare il lutto di Meredith, perché sono stata travolta dagli eventi capitati a me e non avevo avuto modo di farlo prima”, ha spiegato.
Durante quel viaggio, Knox incontrò anche Giuliano Mignini, il pubblico ministero titolare delle indagini. “Mi ha mandato un sms per dire che gli è piaciuto il terzo episodio su di lui”, ha raccontato sorridendo, ricordando il faccia a faccia in cui il magistrato ribadì di aver fatto il suo dovere, ma le tenne la mano commuovendosi. Al suo fianco, alla proiezione, c’era Monica Lewinsky, co-produttrice della serie. “Amanda e io ci siamo conosciute nel 2017 in occasione del suo primo discorso pubblico”, ha detto. “Ho rivisto in lei la mia pena. Quando la verità su di te e sulla tua vita è stata così distorta, vuoi solo essere ascoltato”.
Knox ha concluso sottolineando l’impatto della sua esperienza: “Sono ancora sotto shock quando realizzo che sono qui e non a Perugia, in quei giorni. È ancora tutto dentro di me in modo così viscerale. Per troppo tempo il mondo intero mi ha detto che non ero importante, che la verità non contava nulla, che sarei dovuta stare zitta e sparire. Non l’ho ascoltato perché questa è una storia più grande di me, non riguarda solo me, ma tutte le persone ingiustamente incarcerate”.
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