È tempo di riconoscere il merito, stop alla fuga dei cervelli

  • Postato il 17 settembre 2025
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È tempo di riconoscere il merito, stop alla fuga dei cervelli

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La Calabria è una terra di straordinari paradossi. Produce menti brillanti, imprenditori visionari, artisti e professionisti instancabili, la cui bravura è universalmente riconosciuta e ammirata. Eppure, il più delle volte, questo merito si trova a sbocciare e a prosperare lontano dai confini della propria terra.
È il dramma silenzioso della “fuga dei cervelli”, un’emorragia costante di talento che impoverisce la nostra regione e arricchisce le altre.

La fuga dei cervelli: una responsabilità della Regione

Chiunque abbia avuto modo di conoscere la vivace comunità di calabresi che lavora in altre regioni d’Italia o all’estero, sa che stiamo parlando di una forza lavoro altamente qualificata, innovativa e resiliente. Ingegneri, medici, ricercatori, imprenditori e artisti di origini calabresi sono figure di spicco nei loro rispettivi campi, a testimonianza di una preparazione solida e di una dedizione incrollabile.

Il paradosso amaro, però, risiede proprio in questo: perché un merito così evidente e universalmente riconosciuto non trova altrettanto spazio e riconoscimento nella propria terra? Molti giovani, purtroppo, sono costretti a fare una scelta difficile: restare e veder soffocato il proprio potenziale, oppure partire per avere un’opportunità di crescita e realizzazione. Questa dinamica non è solo un danno per i singoli individui, ma una perdita incalcolabile per l’intera comunità calabrese.

La Calabria deve essere gestita dal merito

È giunto il momento di porre una domanda scomoda ma necessaria: chi meglio di un calabrese può conoscere le sfide, le peculiarità e le immense opportunità di questa terra? Chi meglio di chi vive e respira ogni giorno la Calabria può avere la passione e l’impegno necessari per guidare il suo sviluppo? È un appello forte e chiaro alle istituzioni: è essenziale che la nostra Regione sia gestita da persone di merito. Pretendiamo, come cittadini calabresi, che la Calabria sia affidata a professionisti che hanno studiato e si sono formati per ricoprire quei ruoli.

Non possiamo più permetterci che le gestioni pubbliche siano affidate a chi non ha le competenze specifiche per affrontare le sfide di un determinato settore. L’agronomo come assessore all’agricoltura e forestazione, l’economista per lo sviluppo, il commercialista per la gestione del bilancio: ogni ruolo deve avere la sua funzione e la sua competenza. I vari assessorati devono essere guidati da un tecnico, da qualcuno che capisca la materia a fondo, senza dover studiare da zero per capire i problemi da affrontare.

Un’inversione di rotta è possibile

La Calabria non ha bisogno di essere “salvata” da altri, ma ha la forza e le risorse per risollevarsi da sola, valorizzando ciò che già possiede in abbondanza: il capitale umano. Invertire la rotta significa riconoscere che la fuga dei cervelli è una responsabilità della Regione, che deve creare le condizioni perché i nostri talenti non siano più costretti ad andarsene, ma siano invitati a tornare. Dobbiamo smettere di guardare altrove e iniziare a guardare a noi stessi, con orgoglio e fiducia. La Calabria ha già i suoi eroi, le sue menti più brillanti. È tempo di accoglierli a braccia aperte e di farli lavorare per un futuro che sia finalmente all’altezza del loro, e del nostro, grande potenziale.

*“Cittadina pensante” e Presidente dell’Associazione Fatto in Calabria

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