È morto Roberto Russo, regista e fotografo marito di Monica Vitti: aveva 77 anni, era ricoverato da tempo in una Rsa

  • Postato il 21 settembre 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È morto a 77 anni Roberto Russo, regista, sceneggiatore e fotografo, marito dell’attrice Monica Vitti. Si è spento a Roma, nella Rsa dove era ricoverato da tempo dopo la malattia diagnosticata nel 2023. Secondo quanto riferisce l’Ansa, i funerali si svolgeranno nella Chiesa degli Artisti martedì 23 settembre, cinque giorni prima della data in cui in cui avrebbe compiuto 78 anni, alle 10.30.

Quello con Monica Vitti è stato un amore vissuto lontano dai riflettori, una devozione che si è trasformata in un muro di protezione invalicabile durante la malattia, e un addio che arriva nel silenzio, con la stessa, profonda discrezione che ha caratterizzato la sua intera vita. La loro è stata una delle storie d’amore più intense e iconiche del cinema italiano. Si conobbero nel 1973 sul set di “Teresa la ladra“: lui, a 25 anni, era un giovane assistente, lei, a 41, una stella di fama mondiale. Fu l’inizio di un sodalizio durato mezzo secolo, culminato nel matrimonio in Campidoglio il 28 settembre del 2000, dopo 17 anni di fidanzamento.

Quando la malattia neurodegenerativa colpì Monica Vitti, Russo si trasformò nel suo tenace e silenzioso custode. Per quasi vent’anni, ha eretto un muro di riserbo assoluto attorno a lei, proteggendone la dignità e l’immagine, impedendo che trapelasse anche una sola fotografia dell’attrice provata dalla malattia. Dopo la scomparsa della moglie, avvenuta il 2 febbraio 2022, Roberto Russo si era progressivamente ritirato dalla vita pubblica. Malato a sua volta dal 2023, ha trascorso gli ultimi mesi in una residenza sanitaria, spegnendosi con la stessa riservatezza con cui aveva vissuto.

Artista schivo e poliedrico, Russo esordì come fotografo per poi passare al cinema. Il suo film d’esordio, “Flirt” (1983), fu un trionfo. La pellicola, una storia visionaria su una donna alle prese con l’amante immaginaria del marito, interpretata da una magistrale Monica Vitti accanto a Jean-Luc Bideau e Alessandro Haber, valse a lui il David di Donatello come miglior regista esordiente e a lei l’Orso d’Argento come miglior attrice alla Berlinale.

A rendere quel film un cult contribuì anche la colonna sonora, che Russo affidò a Francesco De Gregori, il quale compose per l’occasione il celebre mini-lp “La donna cannone”. Un sodalizio con la musica d’autore che proseguì anche nel suo secondo film, “Francesca è mia” (1986), sempre con la Vitti, per cui scelse le musiche del grande batterista Tullio De Piscopo.

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Il Fatto Quotidiano

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