È morto a 85 anni Vladimiro Zagrebelsky, giurista ed ex giudice della Corte europea
- Postato il 6 agosto 2025
- Politica
- Di Blitz
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È scomparso all’età di 85 anni Vladimiro Zagrebelsky, giurista di spicco ed ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo. Fratello maggiore del noto costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, Vladimiro è morto nel tardo pomeriggio di ieri, nella sua casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta, a seguito di un malore improvviso.
La notizia della sua scomparsa ha destato profonda commozione nella piccola comunità valdostana dove il giurista trascorreva lunghi periodi, lontano dalla ribalta pubblica. A nome dell’amministrazione comunale, il sindaco Alessandro Girod ha espresso il proprio dolore: “Come amministrazione comunale ci uniamo profondamente al cordoglio della famiglia. Siamo profondamente addolorati per questa perdita”.
Zagrebelsky, noto per la sua profonda cultura giuridica, il rigore intellettuale e la coerenza morale, ha rappresentato un punto di riferimento per il pensiero democratico e giuridico europeo. Ma a Gressoney era qualcosa di più: una presenza gentile e costante, che aveva saputo instaurare un legame autentico con la comunità locale.
Un uomo riservato, una presenza amata
A rendere omaggio a Vladimiro Zagrebelsky è stata anche l’amministrazione comunale di Gressoney-La-Trinité, che in una nota ufficiale ha voluto ricordarlo con parole cariche di affetto e riconoscenza: “Lo ricordiamo con rispetto e affetto, grati per il legame che ha voluto costruire con il nostro paese, che per lui era diventato casa”.
Il messaggio prosegue delineando il profilo umano e civile del giurista: “Per molti è stato un grande giurista, già giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, un intellettuale autorevole, rigoroso e libero. Per noi, prima di tutto, è stato una presenza gentile, rispettosa e silenziosa. Una figura discreta ma familiare, che negli anni ha costruito con Gressoney un rapporto sincero, fatto di piccoli gesti, di luoghi amati, di relazioni vere”.
Nella quotidianità del paese, la sua figura era ben nota: “In paese lo si incontrava spesso: nei suoi passi lenti ma decisi, nelle conversazioni mai banali, nella capacità rara di ascoltare e di condividere, con parole misurate, un pensiero sempre lucido e profondo”.
La nota si chiude con un ritratto intenso: “Non cercava visibilità, e forse proprio per questo la sua presenza era tanto più significativa: un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi sul senso delle cose e sul valore delle istituzioni, ma che qui ritrovava una dimensione più umana, più essenziale”.
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