Droni, l’allarme delle Nazioni Unite: “Una delle armi più letali in Ucraina”. Mosca usa quelli con l’AI

  • Postato il 4 luglio 2025
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Risale solo a qualche giorno fa l’ultimo allarme lanciato dalle Nazioni Unite: gli attacchi con droni stanno aggravando la crisi sulle linee del fronte in Ucraina.

Secondo i dati forniti dalla missione di monitoraggio dei diritti umani dell’Onu, i velivoli esplosivi hanno ucciso almeno 395 civili e ne hanno feriti 2.635 tra il febbraio 2022 e l’aprile 2025; l’89% delle vittime civili è stato colpito nel territorio controllato dagli ucraini, la restante parte in zone sotto controllo russo. Anche se sono meno pericolosi dei missili, la frequenza con cui vi si fa ricorso li ha resi “una delle armi più letali in Ucraina”.

Più che nei precedenti, negli ultimi due anni del conflitto, è stato documentato uso e dispiegamento massiccio di droni da parte di entrambi gli eserciti. Alcuni trasportano testate esplosive, altri fungono da esche per aprire la strada ai missili che li seguono. La Russia migliora tattiche e tecnologie che le permettono di operare con sempre più precisione e letalità contro i suoi bersagli. Circa una settimana fa in Ucraina, tra i detriti di un drone analizzati dopo un attacco, alcuni elementi rinvenuti erano diversi dagli altri: più avanzati, con collegamenti radio, sistemi basati sull’intelligenza artificiale e una nuova tecnologia anti-interferenza proveniente dall’Iran.

Mosca sta aggiornando i suoi droni. Una delle ultime versioni più avanzate del drone suicida Geran-2 (sviluppato dal progetto dello Shahed-136 iraniano) è dotata di Intelligenza Artificiale: si tratta di un’evoluzione significativa, hanno riferito gli esperti dell’intelligence ucraina che hanno analizzato i sistemi per l’elaborazione dei segnali e streaming video. Questi droni sono equipaggiati con guida autonoma e funzioni di manovra indipendenti, anche in assenza di Gps o in presenza di interferenze elettroniche. Secondo gli ucraini, le componenti rimangono di origine iraniana, ma l’assemblaggio finale avviene nella Federazione.

Un nuovo modello di drone è stato usato per la prima volta una settimana fa a Kharkiv. Lo ha riferito il sindaco della città Ihor Terekhov: “Molto spesso i russi utilizzavano i droni Shahed, ma per la prima volta gli esperti dei servizi di emergenza hanno registrato un attacco effettuato da un nuovo tipo di drone chiamato Chernika”. Chernika in russo vuol dire “mirtillo”. Il mezzo vola in modalità automatica verso il bersaglio e viene pilotato da remoto manualmente solo quando si avvicina ad esso. Sciami di “mirtilli” servono a saturare le difese aeree ucraine per facilitare gli attacchi immediatamente successivi.

In altri droni russi la componentistica proviene da Cina e Paesi occidentali, Stati Uniti compresi, e questo fa sollevare “interrogativi sull’applicazione delle sanzioni e controlli sulle esportazioni” – lamentano gli ucraini.

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