Dopo dodici anni il Papa raduna i cardinali in concistoro straordinario. Il pontificato entra nel vivo
- Postato il 11 novembre 2025
- Di Il Foglio
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Dopo dodici anni il Papa raduna i cardinali in concistoro straordinario. Il pontificato entra nel vivo
Il 7 e 8 gennaio prossimi, immediatamente dopo la chiusura del Giubileo, il Papa riunirà i cardinali a Roma per un concistoro straordinario. La notizia, data in anteprima da National Catholic Register, è stata poi confermata da diversi porporati che hanno ricevuto la comunicazione dalla Segreteria di stato. Nulla si sa quanto ai temi che saranno discussi né quale sia la ragione che ha spinto Leone XIV a convocare il Collegio cardinalizio a poca distanza dalla sua elezione. I dettagli saranno forniti a tempo debito dal decano, il cardinale Giovanni Battista Re. Giovanni Paolo II tenne sei concistori straordinari, Papa Francesco uno: quello del 2014 passato alla storia per la relazione tenuta dal cardinale Walter Kasper sulla famiglia, poi pubblicata da questo giornale nella sua forma integrale. La parresia un po’ troppo disinvolta che si constatò in quella occasione e la forte opposizione di un buon numero di cardinali alle tesi perorate dal teologo tedesco spinsero Francesco a non convocare più concistori straordinari, limitando il più possibile le occasioni di scambio di idee, incontro e conoscenza dei porporati a Roma. Solo in un’altra occasione vi fu dibattito, nell’agosto del 2022 quando – unitamente alla creazione di nuovi cardinali – si discusse della riforma della curia da poco licenziata. La previsione che va per la maggiore tra i membri del Collegio è che Leone intenda dare subito attuazione a una delle richieste che più eco hanno avuto durante le congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave, e cioè rendere più costante il confronto fra il Papa e i suoi primi consiglieri nonché favorire il confronto tra i porporati stessi. Esattamente come, dodici anni fa, fece Francesco creando il Consiglio cardinalizio chiamato ad aiutarlo nel governo della Chiesa universale e nella preparazione della riforma curiale. Anche questa fu un’esplicita richiesta emersa nelle riunioni succedute alla rinuncia di Benedetto XVI.
Già due giorni dopo l’elezione, Prevost riunì il Collegio delineando quali sarebbero state in linea di massima le priorità e le linee guida del pontificato, sostanzialmente una prosecuzione del percorso precedente alla luce di un cristocentrismo sottolineato con enfasi nella prima omelia da Pontefice. In quell’occasione, Leone XIV disse che “voi, cari cardinali, siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque”. Proprio allora, il neoeletto Pontefice sottolineò la necessità di sviluppare “una specie di condivisione con il Collegio cardinalizio per poter sentire quali consigli, suggerimenti, proposte, cose molto concrete” sarebbero stati avanzati. Un analogo concistoro straordinario post giubilare fu indetto da Giovanni Paolo II nel 2001, quando i porporati furono convocati a Roma per discutere dei problemi e delle sfide pastorali della Chiesa appena entrata nel nuovo millennio. Il concistoro post Epifania segna anche che, terminato il Giubileo, tempo di grazia ma un po’ sospeso, è venuto il momento di agire sui dossier in modo più diretto. Il primo tempo dello studio e della riflessione è, insomma, agli sgoccioli.
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