Dopo 16 anni, il Castello dell’Aquila torna a essere un museo: perché visitarlo ora
- Postato il 20 dicembre 2025
- Notizie
- Di SiViaggia.it
- 1 Visualizzazioni
Dopo sedici anni di attesa, silenzi e cantieri, il Castello cinquecentesco dell’Aquila torna finalmente a essere ciò che la città aveva difeso con forza già nel secondo dopoguerra: un museo. Dal 20 dicembre 2025, il Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA) rientra nella sua sede storica, restituendo agli aquilani e ai visitatori uno dei luoghi simbolo della memoria artistica e civile della regione. Non è solo una riapertura, ma un passaggio carico di significati: culturali, urbani, emotivi.
Il ritorno del museo nel Castello segna una tappa fondamentale nel lungo percorso iniziato dopo il terremoto del 6 aprile 2009, che aveva gravemente danneggiato la fortezza e imposto la chiusura degli spazi museali. In questi anni il MUNDA non è mai scomparso, trovando una sede provvisoria all’ex Mattatoio di Borgo Rivera. Ora, però, una parte importante delle collezioni torna “a casa”, all’interno di un allestimento completamente rinnovato, pensato per un pubblico contemporaneo e costruito con grande attenzione alla sicurezza, all’accessibilità e alla qualità della narrazione.
Il Castello dell’Aquila torna museo
La riapertura riguarda gli spazi del piano terra e del primo piano del quarto sud-est del Castello dell’Aquila, consegnati al museo nel giugno 2025 dopo complessi lavori di consolidamento e restauro. Qui trovano posto 98 opere, disposte secondo un criterio cronologico che accompagna il visitatore dal Medioevo al Rinascimento abruzzese, cuore identitario delle collezioni del museo.

Il percorso si apre con un’introduzione dedicata alla storia dell’Aquila, del Castello e del museo stesso. Tre sale raccontano la nascita della città e della fortezza attraverso installazioni immersive, immagini e dispositivi multimediali che aiutano a orientarsi nel tempo e nello spazio. I pavimenti in vetro stampato riproducono le piante storiche della città, trasformando la visita in un vero viaggio urbano e culturale.
Tra i primi ambienti spicca il dialogo tra il plastico settecentesco del Castello del duca di Noja e i santi protettori dipinti da Giulio Cesare Bedeschini, mentre una sala interamente dedicata a Celestino V e alla Basilica di Collemaggio ricostruisce, anche attraverso video e disegni storici, uno dei nuclei più profondi dell’identità aquilana. Il percorso al piano terra si chiude nel bastione est, dove è esposto lo straordinario scheletro del Mammuthus meridionalis, uno dei simboli più amati del museo.

Salendo al primo piano, il racconto entra nel vivo della produzione artistica regionale: sculture lapidee, Madonne lignee policrome, grandi polittici gotici e opere tardogotiche conducono fino al Rinascimento, con protagonisti come Saturnino Gatti, Cola dell’Amatrice e Silvestro dell’Aquila. È un Rinascimento sorprendente, fortemente radicato nel territorio ma capace di dialogare con Roma, Firenze e l’Italia centrale.
Perché visitare adesso il Castello dell’Aquila, le novità
Visitare oggi il Castello dell’Aquila non significa soltanto ammirare opere d’arte. Significa entrare in un museo che ha ripensato il proprio ruolo. Il nuovo allestimento integra tecnologie avanzate per la narrazione, sistemi antisismici e antivibrazione per la tutela delle opere e un’attenzione concreta all’accessibilità fisica, cognitiva e sensoriale.

Il progetto Iride, al primo piano, è uno degli elementi più innovativi: un grande Touch Wall interattivo permette di esplorare contenuti, approfondimenti e percorsi personalizzati, trasformando la visita in un’esperienza partecipata. Non mancano percorsi tattili per persone non vedenti e ipovedenti, modelli 3D, opere selezionate da esplorare con il tatto e una sala immersiva che racconta la storia del Castello con video, ricostruzioni tridimensionali e audio spazializzato.
C’è poi il valore simbolico. Il Castello non torna a essere solo uno scrigno di opere, ma si prepara a diventare una vera piazza culturale: in futuro ospiterà spazi per mostre temporanee, conferenze, musica, un caffè e un ristorante, con aree liberamente accessibili alla città.
Per chi sta programmando una visita, le informazioni pratiche sono chiare: il museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Il biglietto intero costa 10 euro, ridotto 2 euro per le categorie previste, 8 euro per i gruppi. Un prezzo equilibrato per un’esperienza che unisce arte, storia e racconto del territorio.