Disturbi al Gps, si torna ai sistemi terrestri

  • Postato il 4 luglio 2025
  • Di Panorama
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Tutti in cerca delle stazioni radio russe che disturbano i segnali del sistema di navigazione satellitare Gps, le cui trasmissioni sono fondamentali per le azioni belliche, in questo caso relative alle crisi russo-ucraina e israelo-palestinese. Il jamming, così si chiama, non è una novità: la Comunità europea lo subisce sulla costellazione Galileo ed anche la Nato fa la medesima cosa contrastando i segnali delle costellazioni russa (Glonass) e cinese (Beidu). La notizia però è che ricercatori polacchi hanno raccolto informazioni dettagliate sulle operazioni di jamming della Russia nel Mar Baltico, una “misteriosa” seccatura per aviatori e marinai, soprattutto civili, iniziata quando la Russia ha attaccato l’Ucraina. Navi e aerei commerciali usano il Gps, lo usiamo tutti attraverso le applicazioni dei nostri telefoni, serve ormai per ogni tipo di localizzazione a bassissimo costo. Ma dal febbraio 2022 le cose sono cambiate: i segnali radio sopra il Mar Baltico sono state compromesse fin dall’inizio della guerra e negli ultimi anni migliaia di aerei e navi hanno visto i loro sistemi di navigazione compromessi, con episodi che di rotte deviate e finanche di viaggi cancellati, proprio a causa di misteriose anomalie che poi sono segnali radio provenienti da strutture segrete gestite dall’esercito russo. L’interferenza del sistema Gps si manifesta con il blocco del segnal oppure con lo spoofing, ovvero la manipolazione delle rilevazioni di posizione, ed è ormai diventata un evento quotidiano nell’Europa nord-orientale come nel sud del Mediterraneo. Dall’aeroporto di Danzica, passando per le trafficate rotte marittime del Mar Baltico, fino allo spazio aereo di Estonia e Finlandia, queste interferenze sono state registrate quasi quotidianamente dall’invasione russa dell’Ucraina e hanno persino causato cancellazioni di voli, chiusure di aeroporti e deviazioni di navi commerciali. Le autorità degli Stati baltici hanno attribuito la colpa direttamente alla Russia. A marzo, otto paesi europei, tra cui Finlandia, Polonia, Francia, Paesi Bassi e l’Ucraina, hanno presentato un reclamo all’Onu in merito a questa pratica. Diverse agenzie delle Nazioni Unite si sono occupate della questione, tra cui l’Organizzazione marittima internazionale, l’autorità per l’aviazione civile Icao e l’Unione Internazionale delle telecomunicazioni (Itu). Dal canto suo, la Russia, essa stessa un paese del Mar Baltico e con una parte del suo territorio fortemente interessata dalle interferenze, ha mantenuto il silenzio sull’argomento. Ma da dove arrivano queste interferenze? Apparentemente da Kaliningrad, l’enclave russa incuneata tra Polonia e Lituania, e dall’area di San Pietroburgo, entrambe zone note per la massiccia presenza militare russa, con divisioni specializzate in guerra elettronica e di stazioni radio che trasmettono su ogni banda dello spettro, compresi i radar Bvr (oltre l’orizzonte). Jaroslaw Cydejko, professore associato presso l’Università Marittima di Gdynia, che studia lo spoofing, ha dichiarato: “Le persone si sono ormai abituate alla navigazione satellitare, i marinai dovrebbero essere in grado di navigare anche senza, ma è diventato un dato di fatto e lo stesso accade alle persone che usano i telefonini per orientarsi. La Russia sta impiegando sia il jamming che lo spoofing, sebbene nel 2025 l’interferenza sia passata dal blocco dei segnali alla loro falsificazione”, spiega Cydejko,

“lo spoofing è la tecnica più avanzata ed è generalmente più difficile da rilevare e di conseguenza da difendersi”. Vero è che interferire con i segnali Gps (o se integrati con satelliti geostazionari, Gnss) è purtroppo molto facile. Il segnale di disturbo sovrasta i deboli segnali provenienti dai satelliti che trasmettono da 20.000 chilometri sopra la superficie terrestre, con segnali radio emessi da più vicino e quindi molto potenti. Lo spoofing fa un ulteriore passo avanti, sostituendo i segnali reali con segnali falsi che fanno sembrare che il ricevitore si trovi in un luogo diverso da quello in cui si trova, e quindi possono indurre i piloti automatici o i capitani a deviare dalla rotta corretta.

Occhi e antenne sull’enclave di Kaliningrad

I polacchi sono particolarmente sensibili a questa guerra elettronica poiché geograficamente più vicini alle postazioni dei segnali. Effettuando diverse triangolazioni, ovvero determinando da più punti la provenienza dei segnali, secondo la testata Defense News sarebbero state identificate con precisione due località costiere nell’enclave russa di Kaliningrad in prossimità di unità di guerra elettronica note e siti nei quali sono installate antenne militari. Un attacco di spoofing a maggio e un attacco di jamming ad aprile hanno entrambi avuto origine nelle vicinanze del sito dell’antenna di Okunevo, sulla costa centrale di Kaliningrad. Oltre alle installazioni permanenti di antenne presenti, si tratta di un’area che è nota per aver ospitato in passato unità di guerra elettronica e sistemi Gt-01 Murmansk-bn, camion con antenne alte fino a 32 metri progettate per disturbare i sistemi di comunicazione in un raggio compreso tra 5.000 e 8.000. Il sito si trova anche vicino a un’importante unità russa di guerra elettronica, il 218° reggimento. Ma i sistemi jammer e gli spoofer Gps possono anche essere molto piccoli, anche quelli con un ampio raggio d’azione, quindi facilmente trascurati nelle immagini satellitari. E poiché i segnali radio della banda usata dal Gps viaggiano in linea retta, i voli sono interessati a una distanza maggiore dal trasmettitore rispetto a una nave a livello del mare. Una possibile soluzione è quella di tornare a usare sistemi di navigazione meno tecnologici, ma ciò impone una preparazione degli equipaggi ormai quasi persa e minore precisione, quindi più costi. Non a caso in Polonia si sta ritornando a una vecchia tecnologia, l’R-Mode Baltic, sistema che al posto di usare segnali satellitari funziona con radiofari terrestri. Le navi dotate di appositi ricevitori in modalità di distanza possono calcolare la loro posizione come avveniva fino agli anni Novanta con il Loran, ovvero misurando le distanze da più stazioni terrestri. Il progetto attuale, finanziato dall’Ue, è in fase di sviluppo da parte di Germania, Polonia, Svezia, Norvegia, Finlandia ed Estonia e con la partecipazione della Danimarca. Il Regno Unito è stato il primo a reintrodurre una tecnologia terrestre, il sistema eLoran (Enhanced Long Range Navigation), che opera a basse frequenze, da 90 a 100 kHz, ed è operativo dal 2014. Anche la Corea del Sud, spesso colpita da attacchi di jamming da parte della Corea del Nord, sta attivamente sviluppando un equivalente di eLoran, mentre Russia, Cina, Arabia Saudita, India e Stati Uniti si trovano tutti in diverse fasi di sviluppo dei propri sistemi di navigazione terrestre.

Autore
Panorama

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