Diogo Jota, gregario del gol: il ritratto dell’attaccante amato da Klopp che tutti volevano in squadra

  • Postato il 3 luglio 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Diogo Jota, scomparso all’età di 28 anni in un incidente stradale insieme al fratello Andrea, non era un fuoriclasse, ma un ottimo giocatore e il calciatore che tutti gli allenatori vorrebbero nelle loro squadre. Attaccante, fiuto del gol (14 in 49 presenze con la Nazionale, 109 in Inghilterra in 313 con le maglie di Wolverhampton e Liverpool), senso del gioco – dinamismo e intelligenza tattica – Diogo José Teixera da Silva aveva scelto il cognome Jota per distinguersi dai vari Silva del football portoghese. Aveva qualità importanti: voto 8, forse anche 8,5 in tutti i fondamentali cardine. Rispetto alla media, possedeva però un’altra dote: sapeva convivere con personalità ingombranti, vedi Cristiano Ronaldo che lo ha salutato commosso sui social (“la sua morte non ha senso, poco fa eravamo insieme in Nazionale e da poco tempo ti eri sposato”) e vedi i compagni di attacco del Liverpool, Salah in testa. Jota non era titolare fisso, ma era più di una riserva. Era il giocatore sul quale potevi contare a occhi chiusi: non rompeva le scatole, accettava il suo ruolo, entrava in campo e dava il massimo. Non a caso, Jurgen Klopp, che lo volle a Liverpool nel 2020, è apparso devastato da questa morte improvvisa, in un’autostrada spagnola, poco meno di venti chilometri oltre la frontiera portoghese.

Jota era di Porto, terra dove la vita, durante l’epoca salazarista, fu più dura rispetto a Lisbona, la capitale. I portoghesi del Nord sono grandi lavoratori, temprati da un clima segnato dal vento e dalla pioggia: per questa ragione, dopo Paços de Ferreira, Atletico Madrid e Porto, Jota era sbarcato in Inghilterra nel 2017, nel Wolverhampton guidato da Nuno Espirito Santo, senza scomporsi. Adattamento rapido, anche nel grigiore delle West Midlands: Jota amava il calcio e non fece una piega di fronte al ritmo forsennato del football made in England. I Wolves nel 2017 remavano in Championship, ma nel 2018 ci fu la promozione in Premier. Jota diede un contributo decisivo, firmando 17 gol e guadagnandosi il prolungamento del contratto. Con la tripletta al Leicester realizzata il 19 gennaio 2019, Diogo conquistò un posto nella storia calcistica del suo paese: secondo portoghese di tutti i tempi, dietro a sua maestà Cristiano Ronaldo, a calare il tris nel massimo campionato inglese.

Nel settembre 2020, il trasferimento al Liverpool, per oltre 45 milioni di euro. Anche qui, subito protagonista, con la firma sul gol numero 10.000 della storia dei Reds, ai danesi del Midtjylland. Il 3 novembre 2020, un’altra tripletta: all’Atalanta, nella fase a gironi della Champions. In un mare di belle prestazioni, una finezza: una rete di tacco al Manchester United. Nei cinque anni vissuti a Liverpool, Diogo Jota ha vinto un campionato (2024-2025), una Coppa d’Inghilterra e due Coppe di Lega. Con la nazionale, ha trionfato due volte in Nations League: 2019 e 2025.

Grande appassionato di videogiochi, si classificò al primo posto nella classifica dei campioni di Fifa 2021. La sua squadra si chiamava Luna Galaxy (precedentemente “Diogo Jota eSports”) e trasmetteva regolarmente in streaming su Twitch. Il matrimonio del 22 giugno scorso, con la compagna dei tempi di scuola Rute Cardoso, dalla quale ha avuto tre figli, aveva avuto i contorni della bella favola di un tempo. La tragedia di Jota ha scosso il mondo del calcio e i due paesi di riferimento, Portogallo e Inghilterra. I due premier, Luìs Montenegro e Keir Starmer, lo hanno ricordato con due comunicati che hanno omaggiato non solo lo sportivo, ma anche l’uomo. Un ottimo calciatore e una persona perbene: Diogo Jota in poche parole.

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Il Fatto Quotidiano

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