Dimissioni Occhiuto, il senso di una scelta condivisa con i leader nazionali
- Postato il 1 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Dimissioni Occhiuto, il senso di una scelta condivisa con i leader nazionali
Roberto Occhiuto ha annunciato le dimissioni ma non è una scelta azzardata piuttosto strategica e comunque pienamente condivisa con i leader nazionali della maggioranza
«Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri». L’annuncio del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto arriva alle sette e mezza di quello che sembrava un qualsiasi giovedì sera di fine luglio.
Lo riascolti due volte, per esser certo di aver capito bene. Ma poi capisci che strategicamente ha senso, altroché: in un momento in cui più che dall’opposizione deve guardarsi dal fuoco amico della sua coalizione, ritornare alle urne – da candidato – gli fa riconquistare il centro della scacchiera. Non vuole farsi logorare, lo ha fatto intendere più volte. Le carte le dà lui – alleanze, liste e candidature – e punta (o comunque ci confida) a una vittoria larga, che lo riporti alla Cittadella forte di un largo consenso elettorale.
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DIMISSIONI OCCHIUTO, NON UN GESTO AVVENTATO MA CONDIVISO CON I LEADER NAZIONALI
Non si tratterebbe del resto di una mossa azzardata o impulsiva. Ci ragionava da un po’. E nelle ultime settimane a Roma, da quello che trapela, ha incontrato di persona e singolarmente i leader del centrodestra. Ha parlato con la premier Giorgia Meloni, con il segretario nazionale azzurro Tajani, con i colonnelli di Lega e Noi Moderati, Salvini e Lupi. Con loro avrebbe condiviso questa sua idea, incassando il consenso di tutti. Il primo, tra i leader, a intervenire è Salvini. «Per me il governatore della Calabria ha fatto bene a dimettersi, ha fatto una scelta coraggiosa. Iniziavano il processo, le intercettazioni, lo spiffero, i pezzetti sui giornali. E la fiducia non la chiede ai magistrati, la chiede ai cittadini calabresi dice alla festa della Lega in Romagna.
Certo, sullo sfondo – e neanche troppo sullo sfondo – c’è l’inchiesta che coinvolge lui e la Cittadella. Occhiuto nel video dice che di certo non si dimette per un avviso di garanzia, né ce l’ha con i magistrati. I magistrati – dice – devono fare il loro lavoro, ma lui non è più nelle condizioni di fare il suo. La macchina burocratica è in panne, nessuno vuole firmare più nulla. E poi c’è una certa politica che vuole usare l’inchiesta per azzopparlo.
LE PAROLE DI OCCHIUTO
«Ma perché quando qualcuno cerca di fare qualcosa di buono in questa Regione, tanti altri – che godono solo per il fallimento della Calabria – vorrebbero fermarlo? È quello che sta succedendo oggi in Calabria». È l’incipit del suo discorso, mentre mostra il cantiere della metropolitana di Catanzaro. Una delle tante opere, dice, che si stanno realizzando e che si vorrebbero fermare.
«Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No, io non ce l’ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria. Sapete con chi ce l’ho? – dice – Ce l’ho con tutti questi politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni».
«Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così. Però devo considerare anche quello che sta succedendo nella mia amministrazione. Guardate, io penso che in un Paese civile nessuno debba dimettersi perché riceve un avviso di garanzia, nessuno. – prosegue –».
LA RIFLESSIONE SULL’ATTIVITÀ “BLOCCATA” DELL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE
«Però nella mia amministrazione oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti. Negli ultimi 30 anni in Calabria nell’ultimo anno o nell’ultimo anno e mezzo di legislatura i presidenti venivano coinvolti in un’inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo. La Calabria non se lo può consentire».
E forse è un caso o forse no che l’annuncio sia arrivato ieri sera, al termine di una giornata che ha fatto registrare due episodi spia di quel clima per nulla sereno che si respira in maggioranza. Prima Calenda, l’alleato Calenda, che gli dà del bullo e lo invita a «darsi una mossa» su trasporti e sanità. Poi la commissione Bilancio che va deserta nella seduta in cui avrebbe dovuto licenziare una pratica che Occhiuto ha molto a cuore, quella del Policlinico di Cosenza.
A far saltare il numero legale, i consiglieri di Azione, impegnati a Lamezia con il loro leader (ve ne parliamo meglio a pagina 4). Ma anche da parte della Lega e di Forza Italia erano arrivate nei giorni scorsi bordate sulla proposta del Policlinico, che ci sarebbero state probabilmente anche mesi fa, in una fase meno turbolenta per il presidente. Eppure, l’impressione che per parte della maggioranza l’inchiesta abbia quasi fatto scattare un ‘rompete le righe’. Ecco, a romperle le righe ora ci ha pensato il presidente.
QUANDO SI VOTA?
Nel momento in cui le dimissioni saranno effettive, il presidente del Consiglio avrà dieci giorni per convocare l’assise e congedarla. Le elezioni, indette dal vicepresidente, dovranno tenersi entro tre mesi.
DIMISSIONI OCCHIUTO, LE PRIME REAZIONI DELLE OPPOSIZIONI E DEI LEADER NAZIONALI
Bonelli (Avs) lo accusa di «un uso spregiudicato» delle istituzioni: si dimette, dice, per evitare di non essere candidato tra meno di un anno. Per il Pd Occhiuto è un «poltronista». Il suo è «un blitz per il proprio tornaconto politico».
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Dimissioni Occhiuto, il senso di una scelta condivisa con i leader nazionali