Difesa collettiva e democrazia, il legame che regge la Nato secondo Perestrello

  • Postato il 30 luglio 2025
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Il 4 aprile 1949, i leader di 12 Paesi in Europa e Nord America presero un solenne impegno: difendersi reciprocamente e difendere i valori che condividevano.

Il 18 luglio 1955, 158 parlamentari alleati si riunirono per la prima Conferenza dei membri dei Parlamenti dei Paesi della Nato.

I nostri padri fondatori si unirono con una ferma convinzione: l’impegno della Nato per la difesa collettiva deve poggiare saldamente sulle fondamenta democratiche dell’Alleanza. E questo richiede il coinvolgimento attivo dei cittadini dei Paesi alleati attraverso i loro rappresentanti eletti.

Per 76 anni, la Nato ha avuto successo nonostante tutti i cambiamenti nello scenario della sicurezza, perché non è definita da ciò a cui si oppone, ma da ciò che difende.

Da 70 anni, quest’Assemblea dà voce ai cittadini dei Paesi Alleati e contribuisce a rafforzare questa Alleanza – la nostra Alleanza.

Per 70 anni, abbiamo spiegato ai nostri cittadini che la Nato rappresenta la base essenziale della sicurezza in Europa e Nord America. Questo è motivo di celebrazione. Ma non è tempo di compiacersi.

Al contrario: ci troviamo ad affrontare la situazione securitaria più difficile di questa generazione, con una serie di minacce e sfide senza precedenti: le minacce dirette da parte della Russia e dei terroristi, l’instabilità crescente nel nostro vicinato e la minaccia all’ordine internazionale basato sulle regole, nonché al nostro stile di vita democratico.

Di conseguenza, i nostri dibattiti in Assemblea e i nostri sforzi per influenzare le decisioni dell’Alleanza, nelle nostre capitali e a Bruxelles, assumono un’importanza nuova e cruciale.

Mi permetto di menzionare alcune priorità chiave per l’Assemblea nei prossimi mesi. E so che i miei Vicepresidenti affronteranno anche altre priorità importanti.

In primo luogo, gli Alleati devono continuare a manifestare chiaramente il loro sostegno all’Ucraina. Un sostegno incrollabile alla democrazia ucraina, alla sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, diritto all’autodifesa e all’autodeterminazione, compresa l’adesione alla Nato.

Un sostegno incrollabile ai principi per cui questa Alleanza si batte. E un impegno incrollabile a portare la pace attraverso la forza.

A questo proposito, voglio ringraziare l’Italia per il suo costante sostegno all’Ucraina e per la sua straordinaria leadership nella ricostruzione del Paese, come dimostrato durante la Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina tenutasi qui appena poche settimane fa.

L’Assemblea accoglie con favore anche gli sforzi per raggiungere una pace giusta e duratura. L’Ucraina ha dimostrato più volte il suo impegno per la pace. La Russia, al contrario, ha risposto solo con altre menzogne e altre bombe.

Dobbiamo essere lucidi: ciò che accade in Ucraina determinerà il nostro futuro, il futuro del nostro continente e oltre. È per questo che dobbiamo accogliere l’Ucraina nell’Unione europea il prima possibile e mantenere aperta anche la porta della Nato.

In secondo luogo, dobbiamo rafforzare con urgenza gli investimenti nella difesa, le capacità e la base industriale.

Al Vertice della Nato del mese scorso, gli Alleati hanno preso decisioni storiche. Si sono impegnati a investire ogni anno il 5% del Pil nei requisiti fondamentali per la difesa e nelle spese connesse alla sicurezza entro il 2035.

Siamo onesti: sarà un compito molto difficile. In quanto parlamentari, abbiamo una responsabilità fondamentale nel convincere i nostri elettori e nel sostenere e attuare queste decisioni.

Dobbiamo farlo per rafforzare e riequilibrare la Nato, e per inviare un messaggio chiaro: prendiamo sul serio le minacce e le sfide.

Questa è anche l’ora dell’Europa. Dobbiamo sfruttare tutto il potenziale dell’Unione europea. A sostegno degli sforzi nazionali e in piena complementarità con la Nato.

Accolgo quindi con favore le recenti iniziative dell’Ue: il piano ReArm Europe/Readiness 2030; l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita; il nuovo strumento finanziario Safe; l’allentamento delle restrizioni della Banca Europea per gli Investimenti; e la proposta della Commissione di quintuplicare i fondi per la difesa e lo spazio nel prossimo quadro finanziario pluriennale.

In terzo luogo, dobbiamo rafforzare la nostra resilienza e contrastare meglio la guerra ibrida degli autocrati e la loro sfida all’ordine internazionale. In quanto parlamentari, siamo in prima linea nella difesa del nostro stile di vita democratico. Anche la Nato deve esserlo.

È per questo che la nostra Assemblea continuerà a chiedere la creazione di un Centro per la Resilienza Democratica presso il Quartier Generale dell’Alleanza.

Il nostro obiettivo è semplice: dotarci dei mezzi politici e degli strumenti pratici per difendere i valori democratici condivisi, sanciti nel Patto Atlantico e fondamentali per la coesione dell’Alleanza: la democrazia, la libertà individuale e lo stato di diritto.

In questo contesto, accolgo con favore l’inclusione, da parte degli Alleati, delle spese per la resilienza nell’impegno finanziario per la difesa previsto dal nuovo Piano di Investimento nella Difesa. Questo nuovo obiettivo dell’1,5% può essere decisivo per aumentare la resilienza delle nostre società e delle nostre democrazie.

In quarto luogo, sappiamo che per raggiungere un’Europa intera, libera e in pace, dobbiamo anche avere una regione dei Balcani occidentali stabile e prospera, pienamente integrata nella famiglia europea.

L’integrazione piena nell’Unione Europea – e, per chi lo desidera, nella Nato – sancirebbe definitivamente la riconciliazione e la pace a lungo termine nella regione.

La Sessione di primavera dell’Assemblea parlamentare della Nato di quest’anno ha segnato il 30esimo anniversario degli Accordi di Pace di Dayton nella città in cui furono firmati. Il nostro incontro ha messo in evidenza i numerosi successi di questo accordo storico e la straordinaria trasformazione della regione.

Purtroppo, ha anche mostrato chiaramente le complesse sfide ancora presenti in alcune aree: crescenti divisioni politiche in Bosnia-Erzegovina e ostacoli radicati alla normalizzazione tra Belgrado e Pristina. Dobbiamo sostenere la regione per liberarne finalmente tutto il potenziale.

In quinto luogo, dobbiamo guardare oltre il vicinato europeo. Le sfide che affrontiamo sono globali. Dobbiamo continuare ad ampliare la nostra rete di partner democratici in tutto il mondo e costruire coalizioni globali per difendere l’ordine internazionale basato sulle regole.

La nostra Assemblea ha intensificato con successo il nostro impegno con l’India e abbiamo avviato un dialogo anche con il Brasile. In questo senso, invito anche a una rapida ratifica dell’accordo Ue-Mercosur e a un’intesa sull’accordo di libero scambio tra Ue e India.

Non ho dubbi che avremo successo e continueremo a proteggere la sicurezza del miliardo di persone che vivono sotto il tetto della Nato – se continueremo ad applicare le virtù fondamentali di questa Alleanza indispensabile: Chiarezza, Unità, Forza.

Dobbiamo farci guidare dalla chiarezza morale dei nostri valori democratici condivisi. Dobbiamo agire all’unisono, attingendo all’unità risoluta che è alla base della nostra credibilità. Dobbiamo mettere in campo la nostra forza collettiva per affrontare minacce e sfide che né il Nord America né l’Europa possono affrontare da soli.

(Foto: NATO Parliamentary Assembly)

Autore
Formiche

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