Diabete e pressione alta, una versione modificata della dieta DASH aiuta ad abbassarla

  • Postato il 29 giugno 2025
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  • Di Blitz
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Le persone affette da diabete di tipo 2 spesso convivono con un secondo nemico silenzioso: la pressione alta. Questa doppia condizione aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare complicazioni cardiovascolari gravi come ictus, infarti e malattie renali. Tuttavia, una recente ricerca pubblicata su JAMA Internal Medicine ha portato alla luce un approccio nutrizionale innovativo capace di offrire risultati tangibili.

Si tratta della DASH4D, una versione personalizzata della nota dieta DASH, adattata alle esigenze specifiche di chi vive con il diabete di tipo 2. Il punto di forza? La significativa riduzione del sodio, elemento chiave nel controllo della pressione arteriosa.

Che cos’è la dieta DASH 4D?

Il piano alimentare DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) è da tempo considerato un alleato affidabile per la salute del cuore. Si basa su un’alimentazione ricca di frutta, verdura, cereali integrali e latticini a basso contenuto di grassi, limitando il consumo di grassi saturi e colesterolo. Ma nonostante la sua efficacia, la versione classica della dieta non è pensata per le specifiche necessità metaboliche di chi ha il diabete.

Da qui nasce l’idea della DASH4D, ovvero “DASH for Diabetes”: un regime alimentare che mantiene i principi fondamentali della dieta originale, ma con alcune modifiche cruciali, tra cui una riduzione dell’apporto di carboidrati e, soprattutto, un controllo più rigido sul consumo di sodio.

I risultati dello studio: meno sodio, meno pressione

Lo studio ha coinvolto oltre 100 adulti con diabete di tipo 2 e pressione arteriosa elevata. I partecipanti sono stati sottoposti a quattro diverse varianti dietetiche per un periodo di cinque settimane ciascuna, in modo da confrontare l’efficacia della DASH4D sia con un apporto di sodio basso che con uno più alto, rispetto a diete simili a quella tipica americana.

Il dato più rilevante emerso è che i soggetti che seguivano la DASH4D con basso contenuto di sodio hanno mostrato un calo medio della pressione sistolica di 4,6 mmHg e della pressione diastolica di 2,3 mmHg rispetto a chi seguiva una dieta con maggior contenuto di sale. Una differenza clinicamente significativa, che può influenzare il rischio cardiovascolare in modo decisivo.

Perché è importante ridurre il sodio?

sale in barattolo
Perché è importante ridurre il sodio? (blitzquotidiano.it)

Il sodio è uno degli elementi più problematici nella dieta occidentale, spesso consumato in quantità eccessive a causa di alimenti trasformati, cibi pronti e condimenti industriali. Nel caso delle persone con diabete, la sensibilità alla ritenzione idrica e all’aumento della pressione sanguigna è ancora più accentuata.

Ridurre l’apporto quotidiano a 1.500 mg di sodio può sembrare una sfida, ma i benefici sono concreti: pressione più bassa, miglior controllo glicemico e ridotto rischio di eventi cardiovascolari. Come sottolineano i ricercatori, questi cambiamenti possono avere impatti rilevanti anche senza perdita di peso, agendo direttamente sui meccanismi fisiologici che regolano la pressione.

Un impatto reale, anche con farmaci in corso

Uno dei punti di forza dello studio è che la riduzione della pressione arteriosa è avvenuta anche in soggetti già in trattamento con farmaci antipertensivi, spesso multipli. Questo significa che, anche quando i farmaci sembrano aver raggiunto il loro effetto massimo, la modifica della dieta può fornire un ulteriore vantaggio terapeutico.

Il dott. Scott J. Pilla, uno degli autori dello studio, ha sottolineato che “un cambiamento nelle abitudini alimentari può migliorare la pressione anche in pazienti già trattati con più farmaci antipertensivi”. Il messaggio è chiaro: l’alimentazione continua ad avere un ruolo centrale nella gestione del diabete e delle sue complicanze.

DASH4D: più di una dieta, un modello sostenibile

Un altro aspetto positivo emerso riguarda l’accettabilità della dieta tra i partecipanti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la maggior parte dei soggetti si è adattata bene alla riduzione di sodio, dimostrando che un’alimentazione più sana è realizzabile anche nella vita quotidiana. Con il giusto supporto, come pasti preparati o consulenze nutrizionali mirate, anche obiettivi apparentemente “rigidi” diventano raggiungibili.

Questo è particolarmente incoraggiante in un’epoca in cui molti si sentono sopraffatti dai consigli dietetici, spesso contraddittori o difficili da applicare.

Limiti dello studio e prospettive future

Come ogni ricerca, anche questo studio presenta dei limiti. È stato condotto su un numero ristretto di persone, in un unico centro, con una prevalenza di partecipanti afroamericani e donne. Inoltre, la durata delle diete è stata relativamente breve (cinque settimane), il che lascia spazio per ulteriori approfondimenti nel lungo termine.

Tuttavia, la solidità dei risultati e la loro rilevanza clinica aprono le porte a futuri studi di implementazione a livello comunitario, dove l’obiettivo sarà quello di rendere la dieta DASH4D accessibile, economica e adattabile alle diverse culture alimentari.

Cosa significa tutto questo per te?

Se sei una persona con diabete di tipo 2 e pressione alta, la dieta DASH4D potrebbe rappresentare un’opportunità concreta per migliorare la tua salute, anche senza rivoluzionare completamente il tuo stile di vita. Il focus principale è sulla riduzione del sodio e su un’alimentazione equilibrata che tenga conto delle tue esigenze metaboliche.

Naturalmente, prima di adottare qualsiasi modifica significativa alla dieta, è essenziale parlarne con il tuo medico o nutrizionista di fiducia, soprattutto se già stai seguendo una terapia farmacologica.

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Blitz

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