Democrazia sotto assedio: l’ombra dell’oligarchia sull’Europa

  • Postato il 22 febbraio 2025
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Democrazia sotto assedio: l’ombra dell’oligarchia sull’Europa

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Il potere nelle mani di pochi: l’oligarchia sull’Europa minaccia la democrazia. Scuola e famiglia sono i pilastri della democrazia contro l’autoritarismo.


È dato assistere, da qualche tempo, ad una compressione degli spazi di democrazia sostanziale e partecipata e all’affermarsi di modelli oligarchici di governo, sulla scorta di una filosofia neoplebiscitaria, che contrae drasticamente il confronto politico/istituzionale e afferma prepotentemente il diritto al comando di una ristrettissima oligarchia politica, se non dell’uomo solo. A tale “legittimazione” (!!!) non è estraneo il panorama economico mondiale, frutto di un liberismo senza regole, che mal sopporta ogni forma di confronto. Le grandi multinazionali della finanza considerano troppo democratiche le costituzioni ispirate ai principi cristiani e liberaldemocratici della vecchia Europa, frutto di lotte secolari e di aspro confronto politico.

Il confronto, anche aspro, tra forze politiche, è stato il sale della democrazia, di quella solida, radicata, condivisa, la cui essenza si è consolidata soprattutto nelle criticità nazionali. Il costante affermarsi del leaderismo, figlio spurio del decisionismo più becero, ha praticamente sotterrato il confronto democratico, demandando all’uomo solo al comando ogni decisione in materia di politica nazionale, internazionale, locale. Le articolazioni della democrazia elettiva e rappresentativa sono diventate ormai organi di ratifica delle decisioni assunte da ristrette oligarchie.

SCUOLA, FAMIGLIA E LUOGHI DI LAVORO: LABORATORI DI DEMOCRAZIA ANCHE IN EUROPA

Il venir meno delle scuole di formazione dei partiti ha eliminato, forse irrimediabilmente, la crescita ed il consolidamento di una classe dirigente in grado di traghettare in senso democratico e condiviso anche i temi più complessi della coesistenza politica. Il dato oggettivo del progressivo affermarsi del decisionismo leaderistico ha comportato, per effetto, un distacco traumatico dell’opinione pubblica dal dibattito politico, in una sorta di fatalismo probabilmente irreversibile. Ne è discesa una pericolosa “delega gestionale” a chi, al di là delle oggettive capacità culturali e di conoscenza, dimostra dialetticamente di intercettare strumentalmente le problematiche rappresentate e di saperne, senza confronto alcuno, individuare le soluzioni. La scuola, nell’attuazione dei percorsi educativi e formativi deve rappresentare la sostanza della democrazia concreta, reale, solidale e condivisa. Tale connotazione risulta in atto sostanzialmente nella programmazione educativa e prospetta, in assenza di correttivi, il baratro politico/ istituzionale, con l’affermarsi delle derive autoritarie.

Pari ruolo formativo deve essere svolto dalla famiglia, da considerare il “primum movens” del percorso di acquisizione delle nozioni fondamentali della convivenza civile e democratica. Non da sottacere è il mancato esercizio del confronto democratico nei luoghi di lavoro, risultando assente il confronto, anche serrato, tra i vari soggetti che sovraintendono al complesso ed articolato panorama del mondo lavorativo. Decidere nell’organizzazione delle attività lavorative è un percorso obbligato, ma occorre farlo in consapevolezza e condivisione, in antitesi alle derive autocratiche. In un’ottica di formazione democratica globale grande rilievo deve assumere la stampa, il cui ruolo indipendente ed autonomo deve essere la fucina per la creazione delle nuove coscienze, in grado di costruire e di conservare l’impalcatura di una società saldamente democratica, immune dagli attacchi mirati della globalizzazione incontrollata. Non bisogna dare per scontata la democrazia.

L’APPELLO AI PARTITI LIBERTARI: SCENDERE DALL’AVENTINO

Essa va conquistata quotidianamente con l’esercizio delle buone pratiche e con la difesa ad oltranza dei suoi principi fondativi, mutuati dai testi della grande filosofia classica. Il ruolo degli enti locali e delle istituzioni territoriali, per quanto precisato, deve costituire la cartina di tornasole dell’impegno costante nella formazione della coscienza democratica. La famiglia, la scuola, gli ambienti di lavoro, la stampa, le istituzioni territoriali, il volontariato ed il terzo settore devono assumere il ruolo di laboratorio permanente dell’istituto della democrazia, intesa come massima espressione della libertà delle coscienze. La scommessa democratica è un obiettivo obbligatorio e percorribile, anche in presenza di ostacoli, di effervescenze e sussulti autoritari.

La vecchia Europa, un tempo culla delle democrazie liberali ed ora in preda alle compulsioni autoritarie, deve ritornare ad essere emblema di una palingenesi di nuove opportunità democratiche, da opporre, al fine di spegnerli definitivamente, ai neonati rigurgiti del razzismo e del sovranismo più bieco. In una prospettiva di tenuta e di consolidamento delle istituzioni democratiche, è auspicabile che i partiti che si richiamano ai principi libertari, laici, antiautoritari scendano dall’Aventino di una neutralità pericolosa e deleteria e ritrovino le ragioni delle proprie essenze fondative.

L’Europa Comunitaria e gli Stati di antica democrazia hanno il dovere etico, storico e politico di non cedere alle chimere dell’autocrazia e di consolidare, migliorandoli, gli assetti costituzionali della democrazia reale e partecipata. Va creato, in altri termini, un vero e proprio antivirus culturale. All’idolatria per il capo di turno si sostituisca il confronto e vengano messi in atto i contrappesi Istituzionali. Cessi altresì il principio di soggiacenza al potere costituito. I principi etico/politici della perseveranza democratica trovino nei territori il terreno per una pratica incessante, libera ed incondizionate dei diritti elementari universalmente asseriti.

* Tullio Laino, dirigente medico dell’Asp di Cosenza da Aprile 2001 a Giugno 2015.

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