Delitto di Garlasco, incidente probatorio – “Non ci sono l’impronta 33 e neanche le fascette para-adesive”
- Postato il 17 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco si apre con una certezza – non c’è il reperto dell’impronta 33 di cui si è discusso per giorni perché scartata in passato ma attribuita dai pm di Pavia ad Andrea Sempio – e non ci sono le fascette para-adesive da analizzare ma impronte su fogli di acetato.
L’impronta 33 – Non c’è traccia dell’involucro contenente l’intonaco grattato dal muro della villetta di via Pascoli a Garlasco dove il 13 agosto 2007 fu massacrata Chiara Poggi. La conferma sull’assenza del reperto, più volte sussurrata nelle scorse settimane, arriva all’Adnkronos da una fonte mentre è in corso, negli uffici della questura di Milano, l’incidente probatorio. La nuova inchiesta vede indagato Andrea Sempio in concorso con altri o con Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto della fidanzata.
L’impronta, trovata sulla parete destra della scala vicino al corpo senza vita della ventiseienne, era stata repertata e analizzata dai carabinieri del Ris di Parma già nel 2007 ed era risultata negativa all’Obti test, il metodo tutt’oggi più efficace per rilevare la presenza di sangue umano. L’assenza dell’intonaco rende impossibile fare approfondimenti, oltre a quelli fotografici, sull’impronta che la procura di Pavia attribuisce a Sempio. Recentemente gli inquirenti avevano ipotizzato che la traccia fosse stata lasciata senza scendere i gradini. Come accertato infatti dai processi che hanno portato alla condanna di Alberto Stasi, l’assassino – che portava scarpe taglia 42 (Sempio calza il 44, ndr) – non fece i gradini ma lanciò il corpo della vittima dalla soglia delle scale.
Le para-adesive – La sorpresa la scoperta – sempre quanto apprende l’Adnkronos – è arrivata dall’apertura di uno degli scatoloni contenente i reperti. Non ci sono le fascette para-adesive da analizzare ma impronte su fogli di acetato. Per ora si sta procedendo solo nella visione dei reperti senza nessun tipo di analisi. Le impronte che ci si aspettava di trovare su 35 para-adesivi – tra cui l’impronta 10 trovata nella parte interna della porta d’ingresso e non attribuita dai consulenti della procura di Pavia né a Sempio, né a Stasi – si scopre oggi che sono state catturate dal Ris di Parma, quasi 18 anni fa, su fogli trasparenti di acetilato che potrebbero essere meno conservativi.
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