Delitto del trapano, si cercano nuove tracce sull’utensile usato per torturare e uccidere Luigia Borrelli

  • Postato il 21 maggio 2025
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Genova. Un nuovo incidente probatorio per cercare ed eventualmente comparare impronte o tracce genetiche presenti sull’arma del delitto, ovvero il trapano utilizzato per praticare 15 fori nella gola di Luigia Borrelli, l’infermiera uccisa nel basso di vico Indoratori il l 5 settembre 1995. Per quel delitto è indagato il carrozziere 65enne Fortunato Verduci il cui Dna è risultato compatibile con quello trovato sulla scena del crimine anche in base ai risultati della perizia disposta in incidente probatorio e depositata a gennaio di quest’anno. Due sigarette e una macchia di sangue lasciata su una tenda che sono state comparate per la terza volta con il dna prelevato a Verduci.

Si cercheranno nuove tracce sull’arma del delitto

Le tracce sull’arma del delitto non sono in realtà mai state rilevate perché sarebbero risultate nulle o quantomeno inutilizzabili, ma anche in questo caso le nuove tecniche scientifiche potrebbero portare – spera la pm Patrizia Petruzziello – a risultati finora insperati. Per questo è stata proprio l’accusa a chiedere al giudice Alberto Lippini il nuovo accertamento in contraddittorio dove accusa, difesa e parte civile potranno utilizzare propri consulenti. La pm Petruzziello si avvarrà ancora una volta dell’esperienza dell’ex comandante dei Ris di Parma Luciano Garofano, mentre gli avvocati Emanuele Canepa e Andrea Volpe incaricheranno Paolo Fattorini, genetista dell’università di Trieste.

L’avvocata Rachele Destefanis, che tutela gli interessi della figlia di Luigia Borrelli, confermerà la nomina del dattiloscopista forense Nicola Caprioli, che fra l’altro è colui che ha stilato la nuova consulenza sul caso Garlasco individuando nell’impronta trovata sulle scale accanto al corpo di Chiara Poggi  15 minuzie sovrapponibili a quelle del nuovo indagato Andrea Sempio.

L’udienza in cui il giudice affiderà l’incarico a un proprio perito non è ancora stata fissata. L’obiettivo appunto è anzitutto verificare se alla luce delle nuove tecniche forensi siano rilevabili impronte o tracce genetiche sull’utensile o sul filo e, in caso positivo se queste siano compatibili con quelle dell’indagato. Così, i tempi per la chiusura delle indagini – che era attesa già questa primavera – sono destinate ad allungarsi.

Verduci nel frattempo resta un uomo libero dopo che gip, tribunale del Riesame e anche Cassazione hanno detto no all’arresto chiesto dalla Procura di Genova per il rischio di reiterazione del reato. Rischio che non c’è secondo in giudici anche sul carrozziere ci sono gravi indizi di colpevolezza.

Il carrozziere individuato grazie al database del dna dei detenuti

Il carrozziere era stato individuato grazie alle tracce biologiche estratte da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Quelle tracce erano risultate simili a quelle di un cugino di secondo grado, detenuto in carcere a Brescia. Secondo l’accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia Borrelli per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.

Autore
Genova24

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