Deficit ostetriche, in Basilicata ne mancano cento
- Postato il 6 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Deficit ostetriche, in Basilicata ne mancano cento
Nursing Up denuncia la grave carenza di ostetriche in Basilicata e in Italia, con difficoltà a coprire i turni estivi e rischi per l’assistenza a madri e neonati.
In Basilicata mancano cento ostetriche. Lo dice il sindacato Nursing Up, per voce della responsabile del coordinamento ostetriche, Roberta Giordano: «in regione risultano essere operative circa 60 professioniste, ma il fabbisogno lucano sarebbe di 160». Un deficit molto significativo che inquadra la Basilicata nell’orbita di un meridione generalmente molto in affanno su questo tema: «Dai dati di cui disponiamo sappiamo anche che in molte aziende della Basilicata ci sono difficoltà a coprire i turni, soprattutto d’estate». Ma non solo.
«Ci sono rientri programmati che in verità il contratto vieterebbe perché per coprire le ferie non si può pretendere che il personale in servizio faccia straordinario programmato: il contratto collettivo nazionale lo vieta. Invece in Basilicata accade. C’è anche personale che non dovrebbe essere adibito alle notti ed invece le fa». Una situazione di complessiva difficoltà: «È come se da da Roma in giù esistesse una linea temporale, per cui per certe cose si ritorna 30 anni indietro. Non è accettabile perché le donne, le famiglie e i bambini devono avere nel 2025 gli stessi diritti e le stesse possibilità. Dovrebbero avere la stessa assistenza sanitaria, le stesse possibilità di venire al mondo in termini di efficacia, efficienza e appropriatezza delle cure».
CARENZA NAZIONALE OSTETRICHE IN BASILICATA: DATI OCSE E RAPPORTO CREA
In Italia, secondo il sindacato, mancano circa 13mila ostetriche. «Secondo i dati OCSE 2023, la nostra carenza ammonta a circa 8.500 unità rispetto agli standard europei – ha spiegato ieri, in occasione della Giornata Internazionale delle Ostetriche, il presidente di Nursing Up Antonio De Palma – con un rapporto di 29 ostetriche ogni 100.000 abitanti, ben al di sotto della media europea che è di 42 ogni 100.000 abitanti. Ma il quadro è ancora più preoccupante se consideriamo il fabbisogno reale del sistema sanitario italiano: secondo il rapporto Crea 2022, il deficit effettivo arriva, infatti, a circa 13.100 ostetriche, un numero che rischia di compromettere ulteriormente l’assistenza alle partorienti».
Le conseguenze di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: «La carenza di personale ostetrico non solo comporta turni massacranti e una pressione insostenibile sulle ostetriche in servizio, ma si riflette direttamente sull’esperienza delle donne durante il parto e nel post-partum. La qualità delle cure rischia di diminuire ulteriormente, e con essa, la salute delle madri e dei neonati».
GESTIONE OSTETRICA E RISPARMIO PER IL SISTEMA SANITARIO
«È anche una questione di costi – spiega invece Giordano – perché le linee guida internazionali dimostrano che la gestione ostetrica delle gravidanze a basso rischio comporta anche una diminuzione di costi del sistema sanitario regionale e nazionale perché lì dove si lascia la conduzione, la gestione della gravidanza e del parto a basso rischio all’ostetrica, c’è minor medicalizzazione, minor giornata di ricovero, aumenta l’outcome a breve e a lungo termine della madre, del bambino e delle famiglie».
La figura dell’ostetrica non è solo fondamentale durante il parto, ma è cruciale anche per garantire un accompagnamento completo e continuo nella salute sessuale e riproduttiva della donna», continua De Palma. «Purtroppo, il nostro sistema sanitario non è più in grado di garantire adeguato supporto a causa di questa carenza, e le famiglie si trovano a fronteggiare un servizio inadeguato. È essenziale che il Governo agisca con urgenza, anche attraverso il riconoscimento economico del valore di queste professioniste, estendendo ad esse l’indennità di specificità infermieristica, e le misure già previste per altre categorie di personale sanitario, come la flat tax sugli straordinari».
EMERGENZA NAZIONALE: DIFFICOLTÀ NELLA GESTIONE DEI PARTI E SUPPORTO ALLE NEO MAMME
Il deficit di ostetriche in Italia si traduce «in una maggiore difficoltà nella gestione dei parti, nei tempi di attesa prolungati e nelle difficoltà di fornire supporto professionale specifico per le neo mamme», continua il responsabile nazionale di Nursing Up, De Palma. La situazione è particolarmente critica in alcune regioni, dove la mancanza di personale ostetrico è ancora più evidente e l’accesso alle cure rischia di diventare sempre più disomogeneo». E poi, ancora: «Siamo di fronte a una vera e propria emergenza, che non può essere affrontata con soluzioni temporanee o interventi simbolici.
Occorre un impegno concreto e immediato per colmare il gap di personale ostetrico e garantire un servizio di qualità a tutte le donne, in ogni fase della loro vita riproduttiva», conclude De Palma, che ha chiesto al Governo di intervenire con provvedimenti rapidi e risolutivi «per rispondere a questa grave carenza, migliorando così l’assistenza alle madri e ai bambini e garantendo il benessere di tutta la comunità». La situazione è difficile, anche per chi lavora in prima linea. «A volte vengo contattata da colleghe che hanno lavorato all’estero e si dicono stanche, frustrate, sfiduciate: poi c’è chi si adegua e chi va a fare altri concorsi. E vedere persone con una preparazione mediamente molto alta che mollano non è bello», conclude Giordano.
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Deficit ostetriche, in Basilicata ne mancano cento