Decaduto e superato, ma presente e premiato: Sticchi Damiani all’Aci è per sempre. L’alternativa alle urne? Geronimo, il figlio di La Russa
- Postato il 18 aprile 2025
- Sport News
- Di Il Fatto Quotidiano
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Da quasi due mesi è uscito dall’ACI, ma è come non se ne fosse mai andato. Angelo Sticchi Damiani, ex presidente dell’Automobile Club d’Italia, uno dei tanti boiardi sportivi (e non solo, nel suo caso), non è soltanto un’ombra che continua ad aleggiare sull’ente, per la sua storia e per i ricorsi intrapresi. Ma proprio una presenza fisica, concreta e anche un po’ ingombrante, come le tante poltrone che ancora occupa nella galassia ACI. La vicenda è nota: come raccontato dal Fatto, Sticchi Damiani, in carica dal 2012, lo scorso autunno aveva deciso di farsi rieleggere per la quarta volta, contro la legge sul limite di tre mandati negli enti pubblici e quindi contro anche il parere del governo. Ne è nata una guerra di carte bollate che a un certo punto era diventata quasi una telenovela, conclusa con la decadenza sancita per decreto all’inizio del 2025. In attesa di nuove elezioni (soltanto a fine luglio), dal 27 febbraio l’AutoClub ha un nuovo commissario, il generale Tullio Del Sette. Fine di un’era. O quasi.
Già, perché l’intramontabile Sticchi Damiani non se n’è mica andato. Tutt’ora riveste posizioni di vertice che gli permettono di mantenere un ruolo di primo piano. Sono quelle nelle tante, troppe partecipate di ACI, dove lui si è fatto nominare durante la sua gestione. Sticchi Damiani, infatti, è tutt’ora presidente di ACI Informatica, presidente di Sara Assicurazioni e consigliere di Sara Vita. Gli stessi incarichi, per altro, per cui ha percepito per anni indebitamente (come sancito dal Consiglio di Stato) centinaia di migliaia di euro sforando il tetto dei 240mila previsto per i dirigenti pubblici. E la cui scadenza è sfalsata rispetto al quadriennio ACI: il primo e meno importante, il posto di consigliere in Sara Vita, scade questo mese, le due presidenze ad aprile 2026 (Informatica) o addirittura aprile ’27 (Sara Assicurazioni).
Sticchi Damiani così conserva l’accesso agli edifici. Mantiene un ufficio, nella sede distaccata di ACI Infomatica di via Solferino, dove lo si può incontrare quasi quotidianamente, a 50 metri dallo storico palazzo dell’AutoClub di fronte alla stazione Termini. A marzo è stato pure in viaggio premio in Messico insieme a delegati di Sara Assicurazioni, nell’ambito del programma Legend. Tutti benefit che in realtà non dovrebbe più avere. Il “Regolamento di governance delle società partecipate” prevede che “la cessazione della carica di Presidente di Automobile Club comporta la decadenza dall’ufficio di amministratore di Società”. Dunque Sticchi Damiani avrebbe dovuto automaticamente già lasciare anche tutti gli altri incarichi, ma l’articolo non è ancora stato applicato, probabilmente in attesa del giudizio sul ricorso da lui presentato contro il governo e il dpcm che lo ha fatto decadere, su cui si deciderà a maggio.
Intanto Sticchi Damiani continua a far parte del presente di ACI, e magari anche a condizionarne il futuro. È partita infatti la lunga volata verso le urne. Sticchi Damiani, che comunque sotto sotto non si rassegna e coltiva ancora il sogno di tornare presidente, se il contenzioso non dovesse andare a buon fine per la successione ha designato Giuseppina Fusco, attuale presidente dell’ACI Roma: se vincesse lei, lui secondo i retroscena più arditi potrebbe addirittura puntare a farla dimettere e ripresentarsi in prima persona dopo una breve pausa, o comunque continuare a fare da regista dietro le quinte. L’alternativa, l’altro candidato forte, si chiama Geronimo La Russa, figlio d’arte del presidente del Senato Ignazio e capo di ACI Milano, che ha fiutato la sua grande occasione per mettere finalmente le mani sull’ente. Quando si dice, dalla padella alla brace.
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