Dalle sabbie del deserto egiziano emerge un’antica città cristiana

  • Postato il 31 luglio 2025
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  • Di SiViaggia.it
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L’Egitto è un territorio che non smette di sorprendere e gli archeologi scavando non fanno altro che trovare antichi tesori. L’ultimo non riguarda i faraoni però ma un’antica città cristiana e la relativa basilica emerse dalle sabbie del deserto nell’oasi di Kharga. Gli archeologi hanno portato alla luce una vera e propria città nei pressi di Ain al-Kharab, risalente ai primi secoli dopo Cristo.

Ad occuparsi degli scavi è stato il Supremo Consiglio delle Antichità egiziane che ha condotto la ricerca e ha approfondito le origini del cristianesimo nel territorio del deserto occidentale. In passato quest’area era considerata emarginata e secondaria, i ritrovamenti ci raccontano però qualcosa di diverso: il territorio era protagonista della trasformazione religiosa e culturale che interessava l’antico Egitto.

Scoperta l’antica città cristiana in Egitto

Dagli scavi all’interno dell’Oasi di Kharga realizzati da un gruppo di archeologi del Supreme Council of Antiquities e dal loro incredibile lavoro minuzioso sono emersi i resti di un’antica città cristiana.

Tra il III e il II secolo a.C. questo luogo pullulava di culti politeisti sotto l’influenza tolemaica e romana. Ma nel tempo, il vento cambiò: Ain al-Kharab divenne un centro importante per lo sviluppo del cristianesimo. Tra i tesori emersi dagli scavi ci sono case in mattoni crudi, antiche tombe e due chiese, tra cui una spettacolare basilica con tre navate e colonne quadrate.

E il vero colpo al cuore? Un affresco mozzafiato di Gesù Cristo che guarisce i malati, un’immagine rarissima, carica di spiritualità e bellezza. Mohamed Ismail Khaled, Segretario Generale del SCA, ha espresso grande entusiasmo per la scoperta, sottolineando quanto l’Oasi di Kharga sia stata un crocevia di fede, cultura e vita sociale, soprattutto all’alba dell’epoca copta.

L’importanza della scoperta

Il ritrovamento di Ain al-Kharab va considerato una scoperta capace di riscrivere la storia, una vera e propria chiave che fa decifrare il puzzle della trasformazione religiosa passando da un monto politeista ad una religione monoteista.

Ma attenzione: non fu una rivoluzione lampo. Il passaggio dal politeismo alla nuova fede richiese tempo, incontri, influenze, adattamenti. Ed è proprio questo che rendono evidente i resti emersi nel cuore dell’Oasi di Kharga: il cristianesimo non solo si affermò nelle città, ma arrivò a mettere radici anche nelle zone più isolate del deserto, dando vita a vere e proprie comunità spirituali.

Incredibilmente importante la basilica scoperta: con un’architettura che unisce diversi stili, è un vero e proprio dialogo tra Egitto e Mediterraneo cristiano, raccontando scambi, connessioni e contaminazioni.

E poi c’è l’opera dipinta di Cristo che guarisce i malati: una rappresentazione rara che testimonia il ruolo centrale della religione in una società che stava cambiando profondamente. La fede, in quel contesto, era anche cura, speranza, coesione.

Ain al-Kharab diventa così molto più di un sito archeologico: è un punto fermo per chi studia le radici del cristianesimo egiziano e la nascita della cultura copta. E con le ricerche ancora in corso, c’è da scommettere che il deserto avrà ancora tanto da svelarci confermando alcune teorie e scrivendo nuove pagine della storia.

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SiViaggia.it

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