Dalla vigna alla cantina: dove nasce la qualità di un grande vino
- Postato il 15 settembre 2025
- Lifestyle
- Di Forbes Italia
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Articolo tratto dal numero di agosto 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
“Il grande vino si fa in vigna” è quasi un dogma. Lo ripetono enologi, agronomi, critici, produttori. E in parte è vero: la qualità del vino nasce prima di tutto da quella dell’uva, che è determinata da fattori legati al vigneto. Ridurre la grandezza al luogo di origine e alle condizioni di crescita, però, è un errore. Perché il grande vino nasce in vigna, ma deve essere accompagnato dalla cantina verso la piena espressione.
La vigna definisce ciò che è possibile. Le condizioni pedoclimatiche – esposizione, altitudine, ventilazione, composizione del suolo, capacità di drenaggio, oscillazioni termiche – stabiliscono il potenziale. Poi entrano in gioco le scelte dell’uomo: densità d’impianto, selezione clonale, portainnesto, gestione della chioma, controllo della resa, momento di raccolta.
4Grapes
Un esempio di viticoltura di altissimo livello è rappresentato da 4Grapes, app sviluppata da Giovanni Bigot. Non solo un software, ma uno strumento per monitorare e interpretare indicatori agronomici come la salute del grappolo, il vigore vegetativo, l’efficienza fotosintetica e la disponibilità idrica. L’obiettivo non è standardizzare, ma rendere leggibile il vigneto, intervenendo solo dove serve, nel momento giusto. È un approccio che unisce osservazione empirica e rigore scientifico.
È la filosofia adottata da Ripa della Volta, realtà della Valpantena che usa 4Grapes per conoscere in tempo reale lo stato delle vigne. I risultati sono evidenti nei vini: bianchi e rossi contemporanei, secchi, luminosi, definiti da acidità vibrante e struttura snella. La qualità del frutto è esaltata da una vinificazione pulita e misurata, in cui ogni dettaglio è studiato per non sovrastare, ma accompagnare l’identità del vigneto.
In cantina
Poi arriva l’ingresso in cantina. Qui l’enologo non crea, ma traduce. E la traduzione è un’arte che richiede competenza, sensibilità, rigore tecnico e capacità di ascolto. L’enologo non deve correggere la natura del vino, ma proteggerla, accompagnarla, evitarne le deviazioni. La fermentazione, la stabilità microbiologica, la scelta dei contenitori, il tempo e il tipo di affinamento, l’uso o meno delle fecce, la gestione dell’ossigeno sono strumenti che possono esaltare la purezza dell’uva o comprometterla.
Molti grandi vini sono il frutto di un equilibrio fra intervento e non intervento. I migliori enologi sanno quando agire e quando restare in disparte. Ma sanno anche che l’assenza di intervento non è mai sinonimo di qualità, se non è sostenuta dalla conoscenza tecnica.
Gli esempi
Un esempio è Maugeri, sul versante orientale dell’Etna. Qui la viticoltura incontra una gestione scientifica del suolo e delle rese, in un contesto di eccezionale complessità. Il Carricante, se non vendemmiato con tempismo e seguito con attenzione in fermentazione, rischia di risultare rustico o squilibrato. Maugeri riesce invece a tradurre la tensione e la finezza del territorio in vini eleganti, trasparenti e tridimensionali.
Lo stesso vale per Sette Ponti, in Toscana, dove il Sangiovese convive con varietà internazionali. Qui la qualità del frutto è garantita da cura maniacale e rese controllate. Ma ciò che rende grandi vini come l’Oreno o il Crognolo è l’integrazione di struttura e complessità attraverso scelte sofisticate, dall’uso del legno all’assemblaggio finale. Non si tratta di truccare il vino, ma di guidarlo.
Maso Cantanghel, in Trentino, lavora su pendii freschi e ventilati, con rese contenute e rispetto per l’equilibrio fisiologico della vite. Il suo Pinot Nero si distingue per purezza e tensione, che derivano da un lavoro in vigna di estrema finezza ma che richiedono, in cantina, una vinificazione impeccabile: controllo delle temperature, attenzione ai lieviti, affinamenti misurati.
Un grande vino è sempre il risultato di una visione condivisa tra chi coltiva e chi vinifica. Se manca questa alleanza, si spezza il filo che unisce natura e cultura, luogo e forma, potenziale e realizzazione.
L’articolo Dalla vigna alla cantina: dove nasce la qualità di un grande vino è tratto da Forbes Italia.