Dalla Trojka alla guida dell’Eurogruppo: Pierrakakis e la rinascita greca
- Postato il 10 dicembre 2025
- Di Il Foglio
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Dalla Trojka alla guida dell’Eurogruppo: Pierrakakis e la rinascita greca
"Un luogo tremendo, dove non puoi avere una discussione che abbia senso”. Così, nell’ormai lontano settembre 2015, Yannis Varoufakis (ministro delle Finanze greco fino a qualche mese prima ) definiva l’Eurogruppo e cioè il centro di coordinamento delle politiche economiche dei paesi dell’Eurozona. “Un dilettante e un perditempo”: così, nello stesso anno, si dice che i suoi colleghi dell’Eurogruppo abbiano definito lo stesso Varoufakis. Insomma, quello che in linguaggio diplomatico si chiama “un franco scambio di opinioni”.
A distanza di ormai dieci anni, marginalizzati o scomparsi i principali protagonisti di quello scontro, non ci sarebbe motivo alcuno di ricordarlo se non fosse che nella riunione prevista per il prossimo 11 dicembre i membri dell’Eurogruppo saranno chiamati a scegliere il loro nuovo presidente e che dei due concorrenti in lizza uno è il ministro greco delle Finanze Kyriakos Pierrakakis, mentre l’altro è Vincent van Peteghem, ministro delle Finanze proprio di quel Belgio che si frappone all’utilizzo degli asset russi congelati per il sostegno dell’aggredita Ucraina.
Qualunque sia l’esito del voto, l’evento ha in sé qualcosa di straordinario e segnala il recupero di credibilità e di autorevolezza che l’economia greca ha registrato nell’ultimo decennio; in particolare, a far data dal ritorno della Grecia sui mercati, nel 2020, attraverso l’emissione di titoli sovrani decennali. Ciò sottolinea come il riequilibrio dei fondamentali macroeconomici sia ormai talmente avanzato da far ipotizzare al governo in carica un debito pubblico al di sotto del 120 per cento del prodotto entro il decennio in corso grazie – si noti – a tassi di crescita dell’economia greca significativamente superiori a quelli osservati nella media dell’Eurozona.
Non solo finanze pubbliche in ordine, quindi. Ma anche un dinamismo economico diffuso, tanto da indurre al rientro chi quel paese lo aveva lasciato nei momenti più bui. Un cambio di passo che consente alla Grecia di candidarsi credibilmente alla guida di uno dei punti nevralgici dell’Eurozona.
Al di là dei meriti dell’intero paese, e del governo che ha saputo tirarlo fuori dalle secche della crisi, l’evento merita di essere rimarcato anche per le caratteristiche del personaggio. Diversamente da quanto si potrebbe immaginare, Pierrakakis non è un economista o un politico di lungo corso; qualifiche che si attagliano molto di più al suo rivale belga. Poco più che quarantenne, laureato ad Atene in computer science e con un paio di master ad Harvard e poi al Mit, Pierrakakis è parlamentare solo dal 2023. Prima di allora, si occupa di imprenditoria giovanile e partecipa fra il 2011 e il 2012 e su richiesta di un ministro socialista ai colloqui fra il governo ellenico e la trojka (il triumvirato Commissione – Bce – Fmi). Nel 2019 assume, nel neoletto governo di centrodestra, l’incarico di ministro per la digitalizzazione e vara il programma che porta la Grecia, nel 2024, al di sopra della media europea per la digitalizzazione dei servizi alle imprese. Diversamente da quanto accade dalle nostre parti, il suo programma once only permette oggi ai cittadini greci di non produrre lo stesso documento alla pubblica amministrazione più di una volta; il resto è compito dell’interoperabilità delle amministrazioni.
Convinto che un mercato unico europeo dei capitali sia necessario e urgente, non ha esitato a testimoniarlo accogliendo – e non respingendo – i capitali stranieri che in questi ultimi anni hanno guardato con attenzione alla ritrovata stabilità e al visibile dinamismo della Grecia, e ne hanno considerato le opportunità di investimento anche in campo bancario (e l’Italia ne sa qualcosa). Insomma, la prossima scelta dell’Eurogruppo e, al suo interno la scelta dell’Italia, lungi dall’essere business as usual, ci diranno molto su come l’Italia e l’Eurozona intendono affrontare – se intendono affrontarlo - il mare aperto e burrascoso in cui l’Europa oggi si trova in compagnia solo di se stessa.
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