Da Tony Effe e Leao in passerella da Pdf ai corpi dipinti di Fiorucci: i designer emergenti si prendono la scena alla Milano Fashion Week Uomo
- Postato il 23 giugno 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Cala il sipario sul lungo (si fa per dire) weekend della Moda Uomo milanese. Come già accaduto lo scorso febbraio, pesa l’assenza dei grandi brand e il palpabile clima di stallo economico legato alle tensioni geopolitiche globali. Un’atmosfera di incertezza che però, come da precisa strategia della Camera Nazionale della Moda Italiana, si è trasformata in un’occasione d’oro per i talenti emergenti. “Siamo in una fase di profonda trasformazione del sistema”, ha dichiarato il presidente Carlo Capasa, sottolineando la necessità di “dare spazio e voce” alla nuova generazione. Così, mentre i “big” razionalizzano i calendari, la MFW ha aperto le sue porte – anche con spazi ad hoc come la Fondazione Sozzani – a una schiera di designer, alcuni già premiati e altri al loro esordio assoluto nel calendario maschile. Per questi brand, spesso senza il supporto di grandi gruppi, partecipare alla Fashion Week rappresenta un investimento coraggioso e oneroso, reso ancora più significativo dall’attenzione ricevuta da stampa e buyer di tutto il mondo, in un’azione definita da Capasa “concreta, a supporto della creatività che è al centro del nostro sistema”.
Ad inaugurare le sfilate fisiche ci pensa Setchu, brand fondato dallo stilista nipponico Satoshi Kuwata ora con base a Milano, vincitore nel 2023 del premio LVMH e Camera Moda Fashion Trust Grant. “Setchu” deriva dal termine giapponese “waio setchu”, la fusione di due parole che insieme significa “il compromesso con l’ovest”: l’intenzione è dunque quella di unire assieme due culture ben riconoscibili e codificate per creare qualcosa di nuovo ma comunque semplice e funzionale, concentrandosi anche sul concetto di unisex e sostenibilità ambientale. Dopo la partecipazione al Pitti Uomo di gennaio ritorna sulle passerelle a Milano con la prima sfilata fisica della settimana: per la sua PE 2026 Setchu non unisce oriente ed occidente, ma bensì si spinge in Africa, ritornando a una forma più primordiale del vestire grazie all’ispirazione venuta allo stilista durante un viaggio in Zimbabwe: assieme alle tribù locali infatti ha avuto la possibilità di creare oggetti in palma intrecciati – che porta in passerella in forma di cappelli e gonne – e di notare come l’azione di vestirsi fosse fatta avvolgendo i vestiti attorno al corpo, invece di prestare attenzione a forme e dimensioni. Nella collezione vediamo dunque camicie e t-shirt modulari ricche di bottoni da comporre a piacimento, borse porta abito che diventano vestiti e al contrario i blazer si trasformano in maxi borse grazie alle maniglie nel colletto. Ancora, pantaloni talmente larghi da poter essere indossati come gonne e pezzi provenienti dal mondo dello sport e da quello militare. La palette rimane neutra, con varie tonalità di blu dall’azzurro a colori più scuri, così come verdi, marroni e gialli senza dimenticare bianco e nero.
Quello di Qasimi non è un esordio ma quasi; dopo il debutto alla settimana della moda milanese di gennaio 2025, ritorna nel calendario della fashion week per presentare la sua collezione co-ed primavera-estate 2026. Il brand fondato nel 2015 da Khalid Al Qasimi è ora al comando di Hoor, sorella gemella del fondatore, dopo la sua tragica scomparsa nel 2021. Hoor non ha esitato a prendere le redini del progetto nonostante il suo impiego come direttrice della Sharjah Art Foundation, una fondazione di arte e cultura contemporanea che l’ha portata nel 2024 ad essere eletta dalla Power 100 di Art Review come la persona più influente nel settore dell’arte contemporanea. La loro P/E 26 tiene saldi i fondamentali impostati dal fondatore Khalid, ossia l’ispirazione a un nomade metropolitano, il dualismo e lo scambio di culture tra quella mediorientale e occidentale. I materiali e le silhouette – modulari e ricche di tasche anche nei capi femminili – rafforzano il concetto di memoria con il layering che rappresenta l’accumulo di esperienze, mentre il memory nylon, un tessuto texturizzato con fitte pieghe destinate con il passare del tempo a placarsi, simboleggia il passare del tempo. Presenti anche tessuti deadstock riciclati per ridurre l’impatto ambientale. Per questa collezione Hoor collabora con l’artista contemporanea di origini libanesi Dala Nasser, che sfrutta fanghi e argille per tingere i tessuti delle sue opere: la palette di colori è infatti primariamente terrosa, con tonalità di marrone, beige e sabbia. Il lavoro di Nasser si nota anche nei bordi grezzi dei tessuti e negli “scarabocchi” ricamati.
Seconda partecipazione al calendario uomo dopo il debutto a gennaio 2025 anche per PDF, brand fondato da Domenico Formichetti nel 2023 per riempire gli spazi vuoti dell’armadio, partendo da cosa si vuole e non si trova, come recita il sito del marchio: Domenico inizia la sua carriera a fianco di esponenti del rap italiano come Sfera Ebbasta, Ghali e la Dark Polo Gang in figura di stylist, prestando loro i vestiti del suo stesso armadio. Ora l’asticella si è alzata a livello internazionale, vestendo artisti come Drake – con delle scarpe personalizzate per il suo tour – , J Balvin e Rihanna. Il principale DNA del brand fonde la cultura e le silhouette streetwear anni Novanta e Duemila statunitensi con l’estetica e la funzionalità dei capi da snowboard, sport di cui Formichetti è appassionato. La sua sfilata per collezione primavera-estate 2026 inizia con un pre-show dove ragazzi in tenute da prigioniero giocano in una zona ricreativa carceraria, rappresentazione della mente di Domenico vista come una “prigione” dove molte idee hanno voglia di evadere, ed ecco che al momento della liberazione inizia ad apparire la collezione: con modelli d’eccezione come Tony Effe e l’attaccante del Milan Rafael Leão, si ispira ai look e alla moda urban americana tra gli anni Novanta e il Duemila, molto influenzata dal mondo Hip Hop. Pantaloni baggy sia lunghi che corti, felpe oversize, tute complete in acetato, scarpe da skateboard e simil Timberland e capi ispirati alle divise da basket e football americano esprimono il dna del brand streetwear. La palette di colori è variegata, passando da colori scuri come neri, viola e marroni fino ai colori più sgargianti, gialli, verdi, blu elettrici e arancioni, delle jersey da gioco. I pezzi presentano ricami, stampe e lavorazioni di vario tipo, a partire da grandi patchwork, passando per grafiche che riproducono i pattern di un muro di mattoni o i graffiti fino a lavorazioni sulla pelle da renderla verniciata. Anche in questa collezione ricompare Napapjiri in un giaccone bianco trapuntato, assieme a giacche di pelle rielaborate dello storico brand Vanson.
View this post on Instagram
Anche Magliano, brand fondato da Luca Magliano nel 2017 a Bologna non è un volto nuovo nella settimana della moda ma entra ancora in quei brand da scoprire: ispirato dalle sottoculture e movimenti italiani, tratta il menswear tradizionale scomponendolo, spettinandolo. Questa volta cambia però modalità di presentazione per una collezione “sabbatica”, con il bisogno di staccare e fermarsi: per la loro PE 2026 sceglie il CineMagliano – ossia il Cinema Centrale di Milano -, per mostrare Maglianic, un cortometraggio diretto dal regista Thomas Hardiman con musiche di Federico Chiari, in cui tutti i personaggi indossano la prossima collezione estiva. Il tema della “pausa” è presente oltre che nella modalità diversa di presentazione anche nell’ambientazione del corto, girato interamente su un traghetto, un non-luogo che porta dalla routine alla vacanza, in cui i personaggi si portano dietro i propri dissapori quotidiani. La collezione è infatti composta da capi quotidiani classici con elementi tecnici: classici pezzi da completo come camicie e giacche stropicciate dalla valigia, corde e ganci al posto di bottoni e gioielli, borsoni da viaggio realizzati con vecchi zaini da trekking e scarpe che vanno dagli stivali, alle infortunistiche, fino alle scarpe da calcetto. Anche la palette e i tessuti rimangono in un ambiente “modesto”: diverse tonalità di marrone, verde, grigio, blu e qualche rosso tingono organze stropicciate, cotoni mélange, mohair e seta.
Fiorucci non è di certo l’ultimo arrivato, ma è per la prima volta nel calendario di una Milano Fashion Week Uomo sotto la direzione creativa di Francesca Murri, dal 2024 al timone del brand fondato dall’indimenticabile Elio: per la SS26 del marchio italiano, Fiorucci immagina spazi e personaggi sospesi tra la fantasia e la realtà, come se fossero visti attraverso gli occhi positivamente ingenui e allegri di un bambino, invitandoci a vedere il bello nella quotidianità. La passerella ci riporta in una strada di città tappezzata di locandine ed elementi pop, creando un cortocircuito onirico. Stesso discorso per i look: silhouette esasperate aderenti composte da jeans a vita alta, t-shirt corte, leggings e gonne a tubino vengono decorati da stampe e disegni pop tipici di Fiorucci, cuoricini, righe orizzontali, labbra rosse – che diventano anche borse e fibbie per cinture – fino ai barboncini infiocchettati e agli iconici angioletti del marchio. Le stampe non rimangono solo sui vestiti, ma grazie alla collaborazione con la hair e make-up artist Janina Zaïs vengono dipinte su corpi e capelli, con modelli truccati come il muso di un cane o altri interamente ricoperti di azzurro con piccole nuvolette. La palette è composta principalmente da bianco, rosso e celeste, mentre i tessuti spaziano dai più leggeri come tulle, chiffon e reti fino a materiali più sperimentali come il pvc riciclato, il nylon tecnico e tessuti siliconati.
Sfrutta invece gli spazi dedicati di Fondazione Sozzani Lessico Familiare, brand fondato nel 2020 da Riccardo Scaburri, che come dice il nome si pone l’obbiettivo di ridare importanza a quelle memorie e aneddoti sepolti dall’abitudine. Si concentra dunque sul riciclo di pezzi e tessuti di seconda mano in quanto testimoni del passato, riducendo contemporaneamente gli sprechi con un approccio alla sostenibilità.
L'articolo Da Tony Effe e Leao in passerella da Pdf ai corpi dipinti di Fiorucci: i designer emergenti si prendono la scena alla Milano Fashion Week Uomo proviene da Il Fatto Quotidiano.