Da Hokusai allo Studio Ghibli: il Giappone è in mostra a Perugia
- Postato il 6 settembre 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Il Giappone figurativo di ieri e di oggi, dalle stampe ottocentesche tanto amate ai cartoni animati dello Studio Ghibli. Da Hokusai a Miyazaki. Dalle onde con il Monte Fuji sullo sfondo ai personaggi 3D di Totoro materializzatisi direttamente dallo schermo. La cultura pop nipponica condensata nella cornice di un antico palazzo perugino: è questa la mostra da non perdere a Perugia per questa fine estate 2025. Palazzo della Penna si trasforma in una macchina del tempo che viaggia attraverso mondi, tempi e universi differenti, tanti quanti gli immaginari creati dagli autori giapponesi più amati. Il percorso prende le mosse dai maestri dell’Ukiyo-e – intramontabile fonte di ispirazione per generazioni di pittori occidentali – per condurre fino alle tendenze del Neo Pop degli ultimi decenni e degli Anime della TV e del cinema.
Hokusai e i maestri dell’Ukiyo-e a Palazzo della Penna a Perugia
Carlo e Roberto Terrosi, curatori della mostra, introducono subito nel mondo nipponico attraverso una ricca e raffinata digressione nell’Ottocento di Hokusai e dei suoi vicini colleghi. Le stampe del periodo Edo (1600-1868) immortalano il “mondo fluttuante” fatto di piaceri e bellezza, con particolare attenzione a Yoshiwara, il celebre distretto a luci rosse della città. È un universo di natura selvaggia, in cui la presenza umana si concretizza in edifici minimali e ordinati, che creano un loro tessuto, intervallato a quello di alberi, acqua e rocce. Ma è anche una realtà ove le pulsioni passionali sono più che presenti, seppur celate sotto kimono dai colori sgargianti e visi di fanciulle imbiancati come d’intonaco. Tutto l’immaginario giapponese più noto e amato è condensato sulle pareti, con il mitico Monte Fuji sullo sfondo e le onde schiumose in primo piano.





Il Superflat in mostra a Palazzo della Penna a Perugia
La mostra continua con Takeru Amano e gli altri artisti nipponici raggruppabili sotto l’egida del movimento Superflat. Come suggerisce il nome, si tratta di raffigurazioni che portano all’estremo il bidimensionale e la campitura, raccontando in modo alternativo i topoi iconografici Occidentali. In una stanza in ombra, spiccano nudi femminili in stile manga, che rievocano i capolavori del Quattro e Cinquecento. Le Veneri tizianesche rivivono all’insegna di linee nere nette e definite e ombre neutralizzate. Qui, i grandi occhi e l’espressione ambigua tradiscono una complessità psicologica che va oltre la superficie patinata della cultura pop.

Tra Kawaii e Murakami in mostra a Perugia
Non poteva mancare l’universo kawaii: il grazioso infantile dai colori sgargianti, che racconta un immaginario di fantasia e spensieratezza, pur con sottofondi di una certa inquietudine. È tale il complesso di dipinti di elefanti e figure umane che fluttuano su carta di riso di Chinatsu Ban, ove l’innocenza funge da talismano verso la finitezza della condizione umana del domani. Un altro nome ben noto è quello di Murakami, qui testimoniato dai suoi personaggi iconici – tra cui spicca Mr. DOB – tradotti in gadget e oggetti di consumo di massa. Non è un caso, se lo si definisce l’Andy Warhol giapponese, per la sua Factory imitante da vicino l’emblema americano.
Lo Studio Ghibli in mostra a Palazzo della Penna a Perugia
Tra le ultime sezioni dell’esposizione, che guidano attraverso la cultura pop più contemporanea, c’è il settore fumettistico e dell’animazione. I poster qui esposti raccontano l’evoluzione dell’anime giapponese, dal pionieristico Tetsuwan Atomu di Osamu Tezuka, agli incredibili mondi dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki. Era il 1963, quando Tezuka, soprannominato “il dio del manga” e considerato a buon titolo il Walt Disney giapponese, diede vita ad Astro Boy: la primissima serie televisiva animata giapponese in questo stile. E poi si scivola fino al 1985, anno di fondazione dello Studio Ghibli. Con Laputa – Il castello nel cielo – che curiosamente è ispirato ai paesaggi di Civita di Bagnoregio, a circa un’ora di distanza da Perugia – prende avvio la serie dei film d’autore, di cui Il mio vicino Totoro e La Città Incantata sono solo due esempi. Tra nostalgia e dettagli che ancora non si conoscevano, la mostra riconduce infine al tempo presente, aprendo la strada al futuro del pop giapponese.
Emma Sedini
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L’articolo "Da Hokusai allo Studio Ghibli: il Giappone è in mostra a Perugia" è apparso per la prima volta su Artribune®.