Custodi del bello: a Matera il progetto che restituisce dignità

  • Postato il 21 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Custodi del bello: a Matera il progetto che restituisce dignità

“I custodi del bello” unisce Comune, Caritas e Il Sicomoro in un progetto che restituisce dignità, lavoro e speranza a chi vive situazioni di disagio. Una rete solidale che trasforma la cura degli spazi pubblici in rinascita personale e comunitaria.


Svegliarsi ogni mattina e sapere di poter essere utili a sé stessi e agli altri. Il meccanismo che scatta nella mente umana si trasforma in energia e per chi vive disagi di diversa natura, apre una nuova prospettiva, fondamentale.

CUSTODI DEL BELLO A MATERA

Il progetto “I custodi del bello” che unisce “Il Sicomoro”, la Caritas e il Comune (che ha offerto una serie di aree su cui si sta lavorando), entra proprio in quello spazio che divide la disperazione dalla speranza. Lo confermano gli occhi di Omar, Eustachio e Carlo che si illuminano, nella pausa caffè, quando si parla del lavoro quotidiano, della “squadra” di cui fanno parte. Una collaborazione è prevista anche con la Provincia per la manutenzione degli spazi nelle scuole.

UN PROGETTO CHE RESISTUISCE DIGNITÀ

«Il progetto prevede attività che consentono la realizzazione da parte dei soggetti coinvolti. tutti retribuiti con contratto di tirocinio, con fondi della Fondazione per il Sud e Caritas italiana – spiega Andrea Grieco, uno dei coordinatori del progetto – Si tratta di attività quadrimestrali ma a volte prolunghiamo questi rapporti. Il reinserimento riguarda l’aspetto lavorativo ma anche lo sviluppo di nuove competenze». Cura del bene pubblico, ovvero aree verdi, quartieri e scuole cittadine anche con l’allestimento di spazi esterni con attività educative. Una delle squadre nate all’interno del progetto contava anche sulla presenza di un artista del tufo che ha costruito anche una scultura che sarà inaugurata presto». In percentuale le persone coinvolte sono uomini nel 75% dei casi, donne nel restante 25% con disagi di vario genere ma anche con svantaggi certificati e disabilità. Il 48% è italiano, il 37% viene dall’Africa, il 2% dall’Asia e altrettanti dall’Europa.

IL SICOMORO

Il progetto rappresenta un modello come dimostra la collaborazione che si sta sviluppando anche con Napoli con cui in futuro si potrebbe collaborare. Lo conferma Michele Plati, presidente della coop sociale “Il Sicomoro” che spiega quanto il concetto di rete fra le varie esperienze possa rappresentare il futuro. «Alcune situazioni non sono cronicizzate ma hanno bisogno di rientrare nel mondo per essere riattivate – sottolinea – ed è questo il nostro obiettivo». Nicola è la prova tangibile di questo spirito. Entrato a far parte del progetto, oggi ne è uno dei coordinatori. «Dopo il primo tirocinio – spiega – hanno notato alcune mie qualità che sono servite anche nella fase successiva. Una esperienza che mi è servita e che mi tiene in contatto con gli altri soggetti coinvolti. Dare e ricevere è bellissimo. Li porto per mano come hanno fatto con me».

PLATI: «UNA RETE DIFFUSA CHE ABBIAMO PORTATO AL SUD»

«Custodi del bello – prosegue Plati – è un progetto nazionale del quale noi siamo capofila del Sud, finanziato in maniera specifica.
Nasce da una progettazione del Consorzio Communitas finanziato da Fondazione con il Sud e Caritas per un totale è di 197 mila euro per tre anni. Il progetto – aggiunge – nasce come riattivazione dei cantieri attraverso il bello dell’Italia; è una rete diffusa che noi abbiamo portato al Sud. Con noi città come Caltanissetta, Cagliari, Bari, Bitonto. In una comunità di pratica a Firenze, tutte le esperienze si sono recentemente confrontate».

CUSTODI DEL BELLO, LA DIGNITÀ E LAVORO

Tra le attività anche la raccolta delle olive in uno dei parchi della città e la successiva trasformazione in olio che sarà donato alla mensa Caritas cittadina.

È alla Caritas che è affidato il compito di segnalare i soggetti da inserire nel progetto, come spiega Annamaria Cammisa. «Le persone coinvolte sono una importante ‘materia prima’ – spiega – È un aiuto nei confronti di chi non ha una grande indipendenza e che, per alcuni mesi possono assaggiare la gioia della libertà, di avere uno stipendio. Purtroppo tutto finisce lì, ma evita di sprofondare. È un progetto molto importante perchè aiuta gli ultimi e gli svantaggiati».

In alcuni casi a vivere questa esperienza sono state anche persone senza fissa dimora per le quali “I custodi del bello” ha rappresentato una porta finalmente aperta verso una normalità ormai dimenticata.
Sotto il profilo economico, il progetto avrebbe bisogno di ulteriori fondi ma, come spesso accade, la sinergia fra pubblico e privato è una delle scommesse più importanti da vincere.

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