Crotone, un’officina di idee per migliorare gli strumenti contro la violenza sulle donne

  • Postato il 5 giugno 2025
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Crotone, un’officina di idee per migliorare gli strumenti contro la violenza sulle donne

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Al via a Crotone su iniziativa del questore Renato Panvino un’officina di idee per contrastare l’escalation di violenza sulle donne.


CROTONE – «Da Crotone parte un’officina di idee per migliorare gli strumenti in campo per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Dobbiamo aiutare la gente a reagire. E non intervenire alla fine della storia, ma a monte, quando si registrano i primi segnali. Per esempio migliorando i centri di ascolto». Questa la proposta del questore di Crotone, Renato Panvino, nel corso di una tavola rotonda da lui organizzata sulla passerella del lungomare. Non un convegno in un luogo chiuso, ma un evento all’aperto, per favorire l’incontro con i cittadini, soprattutto i più giovani.

VIOLENZA SULLE DONNE, A CROTONE UN’OFFICINA PER FARE SQUADRA

«Bisogna fare squadra – ha detto ancora il questore – come invitano a fare gli studenti del liceo classico Pitagora in un fumetto da loro realizzato. Ho avuto modo di vederlo durante un incontro che i ragazzi hanno avuto con il professor Antonio Nicaso e mi ha colpito subito. Perché significa che la Calabria sta alzando la testa». Il riferimento era al fumetto degli studenti della I “E” dell’istituto ispirato al romanzo “Senza scorciatoie” scritto dal professor Nicaso insieme al procuratore Nicola Gratteri. Ma il questore ha anche voluto leggere una lettera di una giovane, una testimonianza toccante che dimostra che si può uscire dal tunnel.

Sulla stessa lunghezza d’onda il procuratore, Domenico Guarascio. «La passione che traspare dalle parole del questore è indice della vicinanza delle forze dell’ordine al territorio». Ma Guarascio ha attinto anche alla sua esperienza professionale. Le comunicazioni di reato che arrivano nelle Procure oggi sono in larga parte costituite da episodi di violenza di genere. «C’è tantissimo da fare, provengo dal mondo dell’antimafia (è stato in servizio alla Dda di Catanzaro per una decina d’anni, ndr) e nell’ultima fase della mia carriera come sostituto mi sono occupato di reati da codice rosso. Come tanti giuristi avevo il sospetto che tutta una serie di procedure fossero uno specchietto per le allodole. C’è tanto da fare perché se gli organici restano sempre quelli tutto si complica. Ma oggi una nuova narrazione rende le vittime più consapevoli».

PROBLEMA CULTURALE

Guarascio però è anche andato in profondità. «Come magistrato provo a capire le ragioni della vittima ma anche di chi esercita violenza. Il problema è culturale. C’è una pochezza di parole nei verbali degli interrogatori degli autori di questo tipo di reato. Mancano parole, linguaggi, c’è un’incapacità di comprendere l’altro. In questo ‘ndrangheta e femminicidio sono molto vicini». Guarascio ha anche ricordato che dai dati del Salone del libro emerge che la Calabria è ultima per lettura. «Non si ama senza parole». Ma c’è anche speranza nelle parole del più giovane procuratore d’Italia. «La magistratura interviene in una fase patologica, quando tutto è andato in malora. L’impegno della Procura è quello di un patto con la cittadinanza. Da soli non si va da nessuna parte».

Sul tema del linguaggio si è soffermato anche monsignor Alberto Torriani, arcivescovo di Crotone e Santa Severina. «Ad amare si impara, dobbiamo trovare nuovi linguaggi e spazi in cui reimparare ad amare. Quando un ragazzo dice “me la sono fatta” vuol dire che non è educato a scoprire le sue emozioni».

RETE ISTITUZIONALE

Il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro ha ricordato le misure messe in campo dal Governo. «In molte Questure sono state aperte stanze di ascolto. Si è data la possibilità ai questori di emettere divieti di avvicinamento con braccialetto elettronico». Plauso all’idea del questore di realizzare l’iniziativa «in una piazza, tra la gente. Perché il silenzio uccide due volte».

Del «ruolo silenzioso» della Prefettura ha invece parlato il prefetto, Franca Ferraro. «Una rete efficace richiede la compartecipazione di tutti. Bisogna cogliere l’importanza della denuncia, gli strumenti ci sono. Chiunque deve essere libero di amare ma anche di non amare più».

La Regione, inoltre, ha pubblicato il bando “Donne libere” rivolto a centri antiviolenza e case rifiugio, azione concreta per sostenere le donne in difficoltà, come ha ricordato il presidente della Provincia, Sergio Ferrari. Di un «impegno condiviso che dice basta alla cultura della prevaricazione» ha parlato il sindaco, Vincenzo Voce. «L’invito che emerge è quello di fare rete per abbattere il muro d’omertà», ha detto Maria Lucia Cosentino, presidente del club Soroptimist.

Un evento, moderato da Antonella Marazziti, che ha registrato una grande partecipazione, e che significativamente ha coinvolto talenti giovanili, come l’orchestra della scuola Maria Grazia Cutuli e le danzatrici delle Krotoniadi che hanno messo in scena il mito delle Nereidi e quello di Artemide. Una dea che insegna alle donne di ieri e di oggi il valore dell’indipendenza.

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