Crisi idrica lucana, mancano più di 31 milioni di metri cubi

  • Postato il 8 agosto 2025
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Crisi idrica lucana, mancano più di 31 milioni di metri cubi

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Soglia particolarmente alta per la crisi idrica lucana: mancano più di 31 milioni di metri cubi d’acqua. La situazione è critica in tutto il Sud Italia


In Basilicata il deficit idrico quest’anno ha una soglia particolarmente alta: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, secondo l’Osservatorio sulle risorse idriche dell’Anbi è infatti stimabile nel -14,4%, corrispondente a -31,17 milioni di metri cubi d’acqua. Guardando ai dati dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, aggiornati al 6 agosto, il deficit maggiore resta quello dell’invaso di Monte Cotugno dove nonostante tre millimetri di pioggia, rispetto al 2024 mancano all’appello 22.7 milioni di metri cubi di risorsa idrica. Si è passati infatti dai circa 115 milioni di metri cubi d’acqua contenuti un anno fa agli attuali 92.2.

«Le note più dolenti – continua poi l’Osservatorio sulle risorse idriche dell’Associazione nazionale dei Consorzi di Gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) – continuano ad arrivare dal Sud, dove la persistente assenza di precipitazioni ed il riaffacciarsi dell’anticiclone africano lasciano presagire ulteriori scenari di criticità ancor più severi, rispetto a quelli già complessi del recente biennio. In Campania, le portate delle sorgenti di Cassano Irpino registrano un deficit di 1100 litri al secondo mentre quello della fonte di Sanità è di 750 litri al secondo. Anche in Calabria è dichiarata severità idrica alta per le province di Reggio e Crotone».

CRISI IDRICA: SITUAZIONE CRITICA IN TUTTO IL SUD ITALIA CON MILIONI DI METRI CUBI MANCANTI

«In Puglia, diverse stazioni pluviometriche, collocate nella penisola salentina, soprattutto sull’Alto Salento, hanno registrato nei mesi di giugno e luglio cumulate di pioggia pari a zero o comunque non superiori a 2 millimetri. Gli invasi della Capitanata trattengono solo 67,45 milioni di metri cubi d’acqua, vale a dire 1,11 milioni di metri cubi in meno dello scorso anno e le previsioni meteorologiche indicano la provincia di Foggia tra le aree, che nei prossimi giorni subiranno un più marcato aumento di temperatura. Risalendo la Penisola, in Abruzzo la diga di Penne trattiene ancora 3,49 milioni di metri cubi d’acqua, cioè un quantitativo superiore allo scorso anno (si registravano 540.000 milioni di metri cubi), ma inferiore alla media degli ultimi 8 anni (-11%). Nel Lazio continua il declino dei laghi cosiddetti “castellani” (l’altezza idrometrica di Nemi si è ridotta di ulteriori cm. 6 in una settimana, quella di Albano di 4 centimetri».

Il dato colpisce soprattutto se si considerano le previsioni, con caldo e afa di nuovo in arrivo anche in Basilicata: «Gli effetti benefici dell’anticiclone delle Azzorre sull’Europa occidentale si stanno gradualmente esaurendo: dopo gli oltre 40 gradi già registrati sulla Penisola Iberica, le correnti calde dal Sahara stanno per raggiungere l’Italia – scrive l’Anbi – causando in molte regioni un nuovo innalzamento della colonnina sopra i consueti valori del periodo». Dopo il giugno più caldo di sempre in molti Paesi europei, «tra cui l’Italia, la tregua dall’afa, oltre ad aver reso più vivibili le città, ha permesso alle acque del Mediterraneo di rinfrescare».

E LO STATO D’EMERGENZA IN BASILICATA?

E ora ci si prepara al dietrofront. Lo scorso 21 luglio il presidente Bardi ha annunciato che la Regione, in relazione alle difficoltà registrate nel mondo agricolo e industriale, sta valutando la richiesta di proroga dello stato di emergenza, già dichiarato dal Governo nazionale nell’ottobre 2024 e prorogato a marzo 2025. «Senza poteri straordinari non è possibile accelerare i processi in atto – ha detto – Abbiamo avviato la ricognizione dei fabbisogni e definito il quadro delle opere urgenti da realizzare per superare la fase emergenziale».

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