Crisi idrica lucana, il lungo dossier del governatore Bardi
- Postato il 20 novembre 2024
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Il Quotidiano del Sud
Crisi idrica lucana, il lungo dossier del governatore Bardi
Crisi idrica lucana: pubblichiamo in maniera integrale il dossier sottoposto da Bardi ai consiglieri regionali.
Nonostante non fosse prevista più nell’ordine del giorno del consiglio regionale, il presidente della giunta lucana, Vito Bardi ha inviato alla assemblea una documentata relazione sulla situazione, le cose fatte, le cose non fatte in passato e quelle che restano da fare.
Egregi Consiglieri,
la crisi idrica che stiamo vivendo mette duramente alla prova la nostra comunità. Anche da quest’aula voglio rinnovare il mio ringraziamento ai Lucani per i sacrifici quotidiani che stanno sostenendo. In qualità di Commissario dell’Emergenza Idrica vi confermo che la salute e la sicurezza dei Lucani è la mia assoluta priorità e lo è di tutti i membri dell’Unità di Crisi. L’attenzione è massima. Lavoriamo giorno e notte per garantire la continuità del servizio idrico nella più totale sicurezza della popolazione.
Permettetemi di entrare nei dettagli, facendo una disamina sulle concause che hanno portato a questo stato di emergenza idrica.
EREDITA’
Abbiamo ereditato infrastrutture idriche con rilevanti criticità sotto il profilo strutturale che ne limitano la stessa potenzialità e i relativi benefici. Partiamo subito dalla Diga del Camastra, completata nel 1968.
Un invaso mai collaudato, come le altre dighe presenti in Basilicata, con forti limiti nella sua capacità di invasamento. A questa condizione si aggiungono gravi carenze manutentive e di efficientamento della diga che hanno compromesso l’effettiva capacità volumetrica dell’invaso: infatti sedimenti sul fondo, mai dragati, ne comportano una notevole riduzione della sua capacità ricettiva.
L’altro elemento da considerare è il fatto che questo invaso è stato progettato senza considerare un’interconnessione con le altre dighe e, quindi, tecnicamente è isolato dalle restanti infrastrutture idriche regionali. Ciò è ancora più evidente se si guarda la piantina delle infrastrutture idriche primarie della Basilicata, con chilometri di condotte che partono dai bacini del Pertusillo, di Montecotugno o anche di Conza che si diramano verso la Puglia. In questa vicenda c’è un ulteriore paradosso, come quello del potabilizzatore di Missanello che invece di essere nella disponibilità della Basilicata è nelle mani di Acquedotto pugliese.
Come sempre in tempi di crisi, quando c’è un’emergenza, si tende a scaricare le responsabilità. Quanti hanno avuto responsabilità politiche in questi anni sono preda di vuoti di memoria. A me non risulta che dal 2007 al 2013 ci siano stati interventi sulle infrastrutture idriche lucane.
La crisi idrica viene dal passato
Vorrei chiedere al Consigliere Lacorazza, che dice sempre con tanta retorica che non ho visto arrivare la Crisi, se lui nel 2007 da segretario del Pd e dal 2013 da Presidente del Consiglio Regionale si è accorto della situazione delle infrastrutture idriche lucane? Consigliere lei conosce quanto denaro pubblico la Società di Progettazione di Acquedotto Lucano ha speso dal 2003 al 2010 per poi essere chiusa? O se ha memoria che in quasi vent’anni di Acquedotto Lucano non è mai esistito un piano di manutenzione ordinaria per gli 11.000 km di tubature colabrodo? Mi chiedo, a questo punto, se sappia quanto costa sostituire 1km di queste tubature.
Noi abbiamo trovato un ente in difficoltà economica, lo abbiamo salvato, risanato e avviato un piano industriale di rilancio. Abbiamo intercettato più di 100 milioni di euro tra React-EU e PNRR che finanzieranno interventi i cui tempi di realizzazione non sono sincronizzati con quelli dell’emergenza attuale. Si tratta di opere che espliciteranno il loro impatto soltanto tra qualche anno.
BUROCRAZIA
Questa assise non può non sapere che la gestione delle infrastrutture idriche è di competenza statale e che intervengono autorità diverse che rispondono all’Ufficio Dighe del Ministero delle Infrastrutture. La Regione e Acquedotto Lucano non hanno competenza in materia: possono intervenire solo sulla captazione dell’acqua dal bacino.
Acqua che nel marzo del 2019, proprio nell’invaso del Camastra, passa da 17/20 milioni di metri cubi a 9 milioni di metri cubi. Questo perché il 21 marzo 2019 l’ufficio dighe (sede di Napoli) emana una nota RU0007055 con la quale intima al gestore di svuotare gran parte del bacino per via delle nuove norme tecniche sulla sicurezza e sulla prevenzione sismica degli invasi, indicando anche una serie di lavori di adeguamento e il collaudo generale.
Si arriva a Gennaio 2024 quando l’ufficio centrale segnala che gli enti preposti, che non sono certo regionali, non hanno fatto gli interventi previsti, concorrendo così all’applicazione di nuove limitazioni in base alla normativa nazionale. La disponibilità dell’invaso viene ridotta e non può superare i 7 milioni di metri cubi. Ricordo ai colleghi del Movimento 5Stelle che dal 2021 al 2023 l’ultimo commissario di Eipli è stato il Prof. Fortunato in quota cinque stelle, nominato dall’allora Ministro alle politiche agricole e forestali Patuanelli, sempre 5stelle. Tornando ai Lavori sulla Diga, sono stati realizzati in parte dal nuovo gestore del bacino in questione Acque del Sud. Non essendo ultimati, non è stato possibile richiedere all’ufficio dighe l’autorizzazione ad aumentare il limite di altri 2 milioni di metri cubi.
CLIMA
Le condizioni meteorologiche non hanno aiutato e non stanno aiutando in questi giorni. Le scarse precipitazioni sia a carattere piovoso sia nevoso hanno partecipato al complicarsi della carenza idrica. Infatti, la riduzione della portata delle sorgenti ha inciso in modo determinante; in condizioni normali avrebbero garantito un apporto del 60% allo schema idrico. Oggi non riescono a raggiungere il 40%. Per soddisfare l’utenza si è dovuto attingere maggiormente al Camastra, alle prese con gli effetti di una drastica riduzione di pioggia che ha determinato un calo degli stoccaggi negli invasi, della ricarica delle falde e della portata dei bacini superficiali.
ITER
Dal marzo 2024 Acquedotto Lucano chiede all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA di individuare lo stato di “severità idrica” in relazione all’abbassamento della capacità dell’invaso a 7 milioni di metri cubi avvenuta, come detto, a Gennaio. L’Osservatorio sugli utilizzi idrici dell’appennino meridionale riconosce a Giugno 2024 il livello di severità idrica media e soltanto il 17 settembre 2024 con il bollettino n. 5 viene assegnato il livello di severità idrica alta solo allo schema idrico Camastra-Basento.
La carenza di pioggia ha inciso su tutta la rete idrica regionale. Già da Giugno e Luglio la Regione attraverso il Consorzio di Bonifica e la Direzione Ambiente provvedeva a trovare soluzioni per garantire la risorsa idrica per uso irriguo agli agricoltori e allevatori del territorio lucano.
Tornando alla principale criticità e, quindi, al Camastra, il 9-25-30 luglio, il 5 agosto, il 3 settembre Egrib e Acquedotto Lucano si sono riuniti con i Sindaci dei 29 comuni interessati per segnalare la prospettiva di carenza idrica e preventivare delle azioni di risparmio nell’utilizzo.
Nel periodo estivo si è riscontrato il parere negativo dei primi cittadini su eventuali interruzioni idriche per non disincentivare e condizionare il periodo turistico.
Il 4 settembre con il DPGR n.193 ho costituito l’unità di crisi regionale per l’emergenza idrica e il 6 settembre con la giunta abbiamo deliberato lo stato di calamità naturale. Questo ben prima che l’ISPRA assegnasse la severità idrica alta, avvenuta 11 giorni dopo. Da qui abbiamo aperto l’iter per lo stato di emergenza con la mia nomina a Commissario il 30 ottobre 2024.
STATO DI EMERGENZA
Il riconoscimento dello stato di emergenza – la cui dichiarazione è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 21 ottobre scorso – è accompagnato da una dotazione di 12 milioni e 160mila euro per finanziare il sistema di soccorso-assistenza alla popolazione e interventi infrastrutturali proposti da Acquedotto lucano e Acque del Sud.
Tra gli interventi di soccorso-assistenza, per un totale di 2 milioni e 878 mila euro, rientrano l’acquisto o il noleggio di carro-cisterne e autobotti, buste d’acqua, sistemi di filtrazione e disinfezione, oltre ad attività di controllo. Quanto agli interventi infrastrutturali, per un totale di 9 milioni e 236 mila euro, segnalo la rimozione di materiale sedimentato nel Camastra e il riefficientamento delle opere di scarico che consentiranno, da un lato, il recupero della capacità di invaso e, dall’altro, l’incremento della quota attualmente autorizzata. Si tratta di lavori attestati ad Acque del Sud.
Per quanto riguarda gli interventi proposti da Acquedotto lucano, da citare il potenziamento dei sistemi di captazione dalle sorgenti che contribuiscono allo schema Basento Bradano, opere sul canale di scarico del Camastra, l’adeguamento dell’impianto di sollevamento e la riattivazione dell’impianto di potabilizzazione nell’area del lago di Pantano, la realizzazione del collegamento tra la sorgente Sorgitoi, in agro di Ruoti, e l’abitato di Avigliano.
INTERVENTI
IL “CAMASTRINO”
Nella previsione, poi concretizzatasi, della perdurante assenza di pioggia sul bacino che avrebbe (come di fatti è avvenuto) portato ad una riduzione del livello idrico nell’invaso, tra il 10 e il 16 ottobre scorso, quindi prima della mia nomina a commissario, Acquedotto Lucano ha predisposto ed attrezzato la soluzione alternativa (già in precedenza praticata nel 2020) cosiddetta del “Camastrino”. Tale soluzione prevede di realizzare una tura provvisoria nel canale di allontanamento delle acque derivate dalla paratoia dell’irrigazione per riempire il bacino che si forma mediate aperture controllate della stessa paratoia. Le manovre avvengono in coordinamento con il gestore della diga Acque del Sud. La soluzione è stata discussa e approvata dall’ufficio dighe del Ministero delle Infrastrutture.
Le acque invasate nel bacino creatosi con lo sbarramento sono poi sollevate mediante pompe poste all’interno del bacino stesso per convogliare le acque all’interno della condotta che alimenta l’impianto di sollevamento del Camastra.
I PONTONI GALLEGGIANTI
Un’altra soluzione per captare le acque dalla diga è stata sperimentata quest’anno per la prima volta: si tratta della realizzazione di due pontoni galleggianti ai quali sono ancorate due pompe sommergibili di grande capacità. Sono posizionati verso il centro dell’invaso, nel punto più profondo, e collegati con passerella galleggiante. Le pompe hanno una capacità complessiva di circa 550 litri al secondo. Anche quest’opera è stata realizzata prima della mia nomina a commissario, il 22 ottobre.
POZZI ALTA VAL D’AGRI
Un’ulteriore verifica per l’individuazione di fonti alternative di supporto alle scarse risorse disponibili è quella portata avanti da Acquedotto lucano con il Consorzio di Bonifica che gestisce pozzi e sorgenti ad uso irriguo nell’area dell’Alta Val d’Agri. Questa ulteriore ricerca tende a verificare se, tra le fonti di approvvigionamento consortile, vi siano punti che, sia per qualità dell’acqua che per semplicità di collegamento, possano essere messi in rapida connessione con gli schemi idropotabili. Acquedotto lucano ha già riattivato da tempo una sorgente ed un pozzo in agro di Villa d’Agri e di Marsico Nuovo e questi ulteriori apporti contribuiscono ad integrare le portate disponibili per lo schema Basento-Camastra.
BASENTO
In assenza di precipitazioni significative e considerando di non poter sopperire ai fabbisogni dell’utenza con l’acqua proveniente dalle sorgenti è stato necessario pensare ad una ulteriore significativa risorsa per alimentare gli schemi idrici.
La soluzione individuata è quella di prelevare le acque del fiume Basento, poco a valle della confluenza con il Camastra, e di sollevarle fino alla diga. Dal Camastra le acque saranno poi convogliate nello schema esistente e sollevate fino al potabilizzatore di Masseria Romaniello per essere trattate prima dell’immissione nella rete di distribuzione.
Il fiume Basento è l’unica risorsa disponibile, a distanza ragionevolmente prossima alla diga, che garantisca la portata necessaria per sostituire integralmente l’invaso, in caso di un suo completo esaurimento. La soluzione tecnica prevede di modellare il fondo dell’alveo tra Castelmezzano e Albano di Lucania in maniera tale da realizzare un bacino di accumulo. Tre pompe di nuova generazione capteranno le portate necessarie (circa 400 litri al secondo) per convogliarle verso un impianto di sollevamento e scaricarle nella vasca di accumulo (il cosiddetto “Camastrino”) e da lì portate al potabilizzatore. Considerato il carattere di temporaneità e di emergenza, i tubi non sono stati interrati, come normalmente avviene per le condotte idriche, ma semplicemente posati sul terreno.
I lavori
I lavori saranno completati oggi (19 novembre) con gli ultimi 70 metri di tubazioni da saldare. E’ già pronto l’impianto di sollevamento che dovrà trasferire i 400 litri al secondo di acqua dal Basento al cosiddetto “Camastrino”: da domani le acque del Basento cominceranno a confluire qui dove ci saranno i campionamenti dell’Arpab, per conto dell’Asp, prima di essere immesse nel depuratore di Masseria Romaniello. Dopo nove ore del processo di potabilizzazione saranno fatti ulteriori campionamenti che richiedono un processamento di circa 48 ore. Soltanto all’esito positivo di queste analisi l’acqua entrerà in circolo per arrivare nelle case dei cittadini garantendo assoluta sicurezza.
CAMPIONAMENTI
Dai primi campionamenti effettuati da Arpab risulta che la qualità delle acque del Basento non si discosta da quelle di qualsiasi altro invaso o sorgente prima dell’iter di potabilizzazione. Quasi tutti i parametri presi in esame risultano inferiori alla concentrazione massima ammissibile e per i due leggeri superamenti legati a tensioattivi e fosfati va detto che si tratta di sostanze che comunque potranno essere trattate dal potabilizzatore. Alla luce di quanto rilevato, l’acqua viene classificata in A2 e può essere destinata al consumo umano. In qualità di commissario ho chiesto ad Arpab, Acquedotto lucano e Asp di effettuare controlli quotidiani per garantire la massima sicurezza ai cittadini, i cui risultati saranno resi noti tempestivamente sul sito internet della Regione.
A supporto delle attività di Acquedotto lucano nell’ambito dell’emergenza idrica e, in particolare, sull’utilizzo delle acque del Basento per alimentare la diga del Camastra, possiamo avvalerci della collaborazione di uno dei massimi esperti del settore, il direttore del Centro nazionale Sicurezza delle acque dell’Istituto superiore di Sanità, Luca Lucentini. Svolgerà un ruolo di supporto e di supervisione. E’ un professionista che ha elevate competenze, riconosciute a livello nazionale, nello sviluppo di metodi di analisi chimiche per la valutazione della sicurezza della salute di acqua e alimenti. La collaborazione di Lucentini è un’ulteriore garanzia di qualità e trasparenza dell’azione svolta dai laboratori di Acquedotto lucano, impegnati a esaminare il flusso idrico proveniente dal Basento in entrata e in uscita dal potabilizzatore di Masseria Romaniello.
CONCLUSIONI
La situazione è difficile, ma sotto controllo e abbiamo una prospettiva. Come detto, più volte, la sicurezza e la salute dei cittadini sono la mia priorità. A questa responsabilità, non verrò mai meno. Tutti gli interventi messi in atto sono stati intrapresi nell’esclusivo interesse dei lucani.
Occorre recuperare il rapporto di fiducia nella popolazione. Strumentalizzare queste situazioni delicate, che coinvolgono tutti, indipendentemente dal colore politico, non fa altro che minare questo rapporto. Non è un comportamento sano, giusto e corretto.
La fiducia nelle istituzioni è una delle colonne portanti della democrazia. Cosa accadrebbe se non si avesse più fiducia negli ospedali, nelle scuole, nelle forze dell’ordine?
Se accadesse ciò, si genererebbe il caos sociale. Questo non lo dobbiamo permettere. Comprendo perfettamente le preoccupazioni in una situazione così delicata. Gli interrogativi sono più che giusti.
Spetta a noi, dare risposte certe e trasparenti. Questo, però, deve avvenire in un clima collaborativo e di prospettiva. Prendiamo le dovute distanze da comportamenti allarmistici, notizie fuorvianti e tanta confusione non contribuiscono a chiarificare la situazione e rassicurare i cittadini.
L’Unità di Crisi prima regionale costituita, come precedentemente detto già il 4 settembre, poi quella dettata dal riconoscimento dello stato di emergenza, lo sta facendo e sta lavorando sempre nell’interesse dei Lucani.
Siamo i rappresentanti della comunità lucana e al tempo stesso rappresentiamo le Istituzioni. In qualità di Commissario dell’Emergenza Idrica e Presidente della Regione Basilicata, chiedo a tutte le Istituzioni, agli Enti locali e alle forze politiche di essere coesi in questa emergenza. Il ruolo che ricopriamo ci impone di trasmettere fiducia ai cittadini in nome della trasparenza, concretezza e collaborazione che necessitiamo avere in questo momento.
Il Quotidiano del Sud.
Crisi idrica lucana, il lungo dossier del governatore Bardi