Crisi Amt, da settembre previsti tagli al servizio. Salis: “Gratuità? Valutiamo la continuità”
- Postato il 25 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. Servirà un “sacrificio temporaneo” per traghettare Amt fuori dalle sabbie mobili. E a pagarlo saranno gli utenti: con l’entrata in vigore dell’orario invernale si prevede un taglio del servizio pari al 5-10% in termini di corse, secondo calcoli ancora approssimativi. Il motivo? Mancano autisti e autobus per garantire gli stessi livelli dell’anno scorso, e finché l’azienda non uscirà dalla crisi non potrà né assumere personale né acquistare nuovi mezzi.
È quanto emerge dalla riunione di stamattina a Palazzo Tursi tra la sindaca Silvia Salis con gli assessori Alessandro Terrile ed Emilio Robotti, i sindacati e i vertici di Amt, a pochi giorni dall’assemblea dei soci – convocata per il 28 agosto – che nominerà i nuovi componenti del consiglio di amministrazione: “Saranno persone molto qualificate”, promette la prima cittadina. In pole position per la presidenza c’è l’ex sindaco di Savona Federico Berruti.
“Quando ci sarà il nuovo personale il servizio sarà a un livello maggiore rispetto a quello che è adesso. È chiaro che ci sarà qualche mese di riorganizzazione, ci sarà qualche mese di complessità, ma noi abbiamo ereditato una situazione che è sotto gli occhi di tutti – spiega Salis al termine dell’incontro -. Coi sindacati siamo stati molto chiari, noi vogliamo risolverla e vogliamo assumere, entro fine anno inizieremo e in questi mesi gestiremo la situazione nel migliore dei modi in maniera che ci siano meno ricadute possibili ovviamente sulla cittadinanza, ma ovviamente anche sulle lavoratrici e lavoratori”.
Salis: “Amt resta pubblica, non ci spostiamo di un centimetro”
La sindaca lo ribadisce ancora una volta: “Amt rimane pubblica, l’ho sempre detto e lo confermo, non non ci spostiamo di un centimetro da questa posizione“. E in riunione avrebbe sottolineato che i salari dei lavoratori non dovranno essere toccati. Di più, i dirigenti che percorreranno quest’ipotesi verranno messi alla porta. Impegni netti che tranquillizzano al momento i sindacati, anche se non bastano da soli a uscire dall’impasse.
La nuova dirigenza avrà un mese di tempo per elaborare un piano di sviluppo in grado di dare un futuro all’azienda per i prossimi tre anni. In quell’occasione dovranno emergere anche indicazioni sulla politica tariffaria. E oggi Salis si dimostra possibilista sulle agevolazioni che comprendono anche le diverse forme di gratuità: “Per il momento stiamo valutando la continuità“.
Tagli al servizio con l’orario invernale, le stime dei sindacati
“Finché rimane lo stato di crisi l’azienda non può assumere personale e ad oggi mancano un centinaio di autisti. Da qui a dicembre è logico che il servizio avrà ripercussioni – spiega Antonio Vella della Fit Cisl -. Dovremo individuare le linee con maggiori necessità a discapito di altre su cui tagliare. Si tratta di un sacrificio temporaneo, se tutto questo è finalizzato a trovare soluzioni siamo disponibili a ragionare”.
“Il blocco delle assunzioni produrrà inevitabilmente un taglio del servizio a partire da settembre che sarà nell’ordine dei 60-80 turni su mille totali – sono i numeri forniti da Edgardo Fano della Faisa Cisal -. Il punto è questo: se programmo il servizio su mille uomini, quando tolgo una macchina su una linea creo un buco e faccio un disastro. Se invece lo spalmo con una diversa programmazione, l’impatto sull’utenza è diverso”.
“Almeno fino a dicembre saremo sotto organico. Mancherà una sessantina di persone, con una riduzione del 6-7% – conferma Gabriele Salvatori della Uiltrasporti -. Le linee di maggior carico probabilmente non subiranno riduzioni di frequenza, ma questo non tocca a noi deciderlo e avremmo preferito non parlarne. Abbiamo ancora disponibilità di autisti graduatorie, ma in questo momento particolare l’azienda non può procedere alle assunzioni”.
La sforbiciata sarà invece di un centinaio di turni – quindi ancora più gravosa – secondo Andrea Gamba della Filt Cgil: “Il problema è che mancano anche i bus, molti sono rotti. L’azienda deve tornare a pagare i fornitori, abbiamo problemi persino sul cambio degli pneumatici. Noi abbiamo chiesto di anticipare qualche assunzione almeno per coprire il turnover. E abbiamo chiesto che il Comune di Genova, attraverso il nuovo cda, faccia chiarezza sul gruppo dirigente, se c’è fiducia o no”.
Crisi Amt, mancano ancora soldi all’appello
Intanto la crisi di liquidità non è ancora del tutto superata. All’appello mancano ancora i 12,5 milioni del ministero dell’Ambiente, contributi a copertura delle politiche di gratuità, e gli anticipi promessi dalla Regione sui nuovi mezzi elettrici già acquistati e gli interventi sulla ferrovia Genova-Casella. L’azienda resta sopra la linea di galleggiamento grazie alle rate del contratto di servizio erogate anzitempo dalla Città metropolitana, circa 26 milioni in tutto.
“Stiamo lavorando su una serie di anticipazioni tra Città metropolitana e fondi che dal governo devono passare alla Regione e quindi arrivare ad Amt – conferma Salis -. Queste sono anticipazioni che ci permettono di ricomporre questo momento. C’è l’assemblea dei soci fra pochi giorni quindi avremo una governance che si occuperà di utilizzare tutte queste risorse e questi anticipi per gestire questi mesi e poi di fare un piano che sia veramente sostenibile per i prossimi cinque anni. Mi sono anche impegnata personalmente con tutti i nostri partner esterni per chiedere a loro, non voglio dire pazienza, ma elasticità, per lasciarci gestire questa situazione in modo da fare un piano di rientro che ci permetta poi da fine anno a tornare a navigare in acque tranquille”. Intanto però i mancati pagamenti ai fornitori rischiano di generare ricadute occupazionali sui dipendenti di alcune ditte in subappalto, dove gli stipendi sono a rischio.
I sindacati hanno chiesto di programmare a stretto giro altri due incontri, uno sul protocollo in materia di sicurezza e un altro sul progetto assi di forza che procede più lentamente del dovuto. A proposito di carenza di mezzi, in rimessa a Campi ci sono decine di filobus nuovi di zecca che non possono essere messi in servizio perché la linea elettrica non sarebbe ancora adeguata.