Cosa vedere a Poznań. La mini metropoli dall’anima polacca e tedesca 

  • Postato il 18 settembre 2025
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Poznań è la quinta città della Polonia per numero di abitanti (circa 550mila, con l’area metropolitana che raggiunge il milione), al centro di una regione, la Wielkopolska (Voivodato della Grande Polonia), fra le più dinamiche e ricche del Paese. Da sempre è città di fiere e di commerci, aiutata dalla posizione geografica che la pone praticamente a metà strada fra Berlino e Varsavia. Negli ultimi anni (a parte la parentesi della pandemia) il turismo, soprattutto domestico ma sempre più anche internazionale, favorito dai voli low-cost (dall’Italia sono circa due ore di volo), ha contribuito alla vitalità del tessuto economico. Crocevia di scambi, la città è stata a lungo (dal 1848 al 1918) sotto l’influenza germanica, prima come parte della Prussia e poi dell’Impero Tedesco che qui si estendeva verso Oriente con la provincia della Posnania. Un passato che, a livello architettonico, è ancora facilmente osservabile in certi quartieri della città.  

La città che ha ispirato Fritz Lang per le scenografie di Metropolis 

C’è un episodio, seppur marginale, che meglio di altri, suggerisce il mescolarsi burrascoso di vicende storiche e culturali che hanno avuto Poznań come protagonista. Fritz Lang nel suo film Metropolis (1927) per rappresentare la torre dove risiede la potente famiglia Fredersen, si ispira direttamente alla Torre dell’Alta Slesia realizzata a Poznań nel 1911 dall’architetto tedesco Hans Poelzig, uno degli esponenti della Deutscher Werkbund. La torre, che aveva un corpo circolare ed era coronata da una cupola, oggi non esiste più e al centro dell’area fieristica è stato ricostruito nel secondo dopoguerra un padiglione di aspetto più moderno. Il quartiere della fiera si trova di fronte alla stazione centrale e qui – come nella vicina area del Poznań Financial Centre e dell’Andersia Tower (l’edificio più alto della città, 102 metri) – si coglie la spinta al rinnovamento urbanistico che sta caratterizzando lo skyline di molte città della Polonia. 

Poznan, Polonia. Scorcio del centro storico © Photo Dario Bragaglia
Poznan, Polonia. Scorcio del centro storico © Photo Dario Bragaglia

L’Isola della Cattedrale, la città delle origini 

Per capire la storia della città, rispettiamo la cronologia e iniziamo dall’Ostrów Tumski (Isola della Cattedrale), poco a nord del centro storico, luogo del primo insediamento nel IX Secolo. Qui, a partire dal 968, venne eretta la Cattedrale di San Pietro e Paolo che diventa luogo di sepoltura dei re polacchi. Miecislao I, il primo sovrano, si ipotizza sia stato battezzato a Poznań nel 966, una data che segna idealmente la nascita del regno cristiano e della nazione polacca. La prima cattedrale è un luogo dal forte valore simbolico e identitario, dove vale la pena entrare per visitare le tombe dei re – oltre a Miecislao I e II, ci sono Boleslao, Casimiro, Przemysl I e II – e ammirare numerose opere d’arte nella Cappella d’Oro. La chiesa è sempre stata un importante centro per il canto corale che a Poznań ha una lunga tradizione fin dal Medioevo. Capita spesso, inoltrandosi fra le navate, di assistere alle prove dei gruppi musicali e dedicare qualche minuto ad ascoltarli è quanto mai suggestivo. Tutta l’isola è un luogo di pace in cui si passeggia nel verde fra stradine selciate, ville residenziali e dove si incontrano altri luoghi da interessanti da visitare, come la piccola chiesa di Santa Maria, il Museo Arcidiocesano e il centro archeologico Genius Loci.  

Stary Rynek, l’elegante salotto della città 

Stary Rynek, la piazza del vecchio Mercato, è il cuore monumentale della città, un grande e omogeneo insieme architettonico, con quattro lati regolari di circa 140 metri. Ai lati, le colorate case rinascimentali e barocche, al centro il monumentale Palazzo comunale, capolavoro del Rinascimento polacco. La bella facciata con tre livelli di logge si deve all’architetto luganese Giovanni Battista di Quadro che è ricordato da una statua in un angolo della piazza. Sull’alta facciata del municipio, l’orologio è dotato di un meccanismo che allo scoccare del mezzogiorno (e alle 15, a favore dei turisti) fa uscire due caproni, simbolo della città, che si scontrano per 12 volte. All’interno del palazzo si può visitare il Museo storico di Poznań (in corso di rinnovamento), una carrellata sulla storia della citta dal XIII secolo alla metà di Novecento. La parte più vecchia dell’edificio, quella risalente all’epoca gotica è comunque visitabile e la Town Hall è aperta al pubblico. 

Poznan, Polonia. Stary Rynek, la piazza del vecchio Mercato. Photo Dario Bragaglia
Poznan, Polonia. Stary Rynek, la piazza del vecchio Mercato. Photo Dario Bragaglia

Una piazza che racconta la storia di Ponzan, dal rinascimento al Modernismo 

Ci sono ben dodici strade che convergono verso Stary Rynek: nella grande piazza si trovano ristoranti, terrazze, caffè, birrerie, negozi, gallerie d’arte. Nel mese di giugno si svolge la Fiera di San Giovanni in occasione della quale si possono acquistare opere d’arte, oggetti d’antiquariato, d’artigianato e gustare le specialità della cucina regionale. Al centro della piazza le colorate case dei mercanti ricordano l’antica vocazione di quest’area dove si svolgeva il mercato del pesce, del sale, delle candele e di altre merci. Commistione di stili dovuti alla ricostruzione postbellica, Stary Rynel ha al centro anche un’isola “modernista” che ospita GaMa, acronimo che sta per Municipal Gallery Arsenal, uno spazio dedicato a mostre di arte contemporanea con un ricco bookshop.
Poco distante, la statua di una donna in abiti contadini che porta due secchi d’acqua, ricorda i coloni tedeschi arrivati in città trecento anni fa e soprannominati Bambers, in riferimento alla loro città di origine, Bamberga. Nell’Ottocento e inizio Novecento, quando la città era formata da comunità di polacchi, tedeschi ed ebrei, la parlata locale era un dialetto slavo con molte parole di origine tedesca introdotte dai coloni bavaresi. 
Prima di allontanarci dalla piazza centrale, qualche metro in direzione sud ci porta di fronte alla chiesa di San Stanislao che chiude scenograficamente ulica Swietoslawska. È una delle più monumentali chiese barocche della Polonia, ricca di sculture, stucchi e dipinti, famosa anche per il suo organo con 2.600 canne, capolavoro ottocentesco del costruttore di organi tedesco Friedrich Ladegast. Suggestivi anche i dintorni della chiesa con il retrostante parco Chopin e la piazza Kolegiacki, spesso usata per esposizioni fotografiche all’aperto. 

Stary Browar, l’antico birrificio trasformato in centro commerciale e artistico 

Da Stary Rynek partono itinerari per approfondire la conoscenza di Poznań in ogni direzione. Poco a sud, attraversando il bel parco Dabrowskiego, si raggiunge velocemente l’area di Stary Browar che, tradotto, significa antico birrificio. In questo enorme complesso in mattoni risalente alla metà dell’Ottocento aveva infatti sede il birrificio Huggerow, ora trasformato in un centro commerciale e artistico. Le gallerie d’arte si mescolano alle oltre 200 boutique, caffé, ristoranti, hotel, cinema, spazi teatrali e per concerti disseminati su 130.000 metri quadrati di superficie. Nel 2005, Stary Browar è stato premiato come miglior esempio europeo di riconversione da spazio industriale ad area commerciale e culturale dall’International Council of Shopping Centers (nella categoria medium-sized commercial buildings). Per rendersi conto delle dimensioni impressionati che aveva il birrificio è sufficiente soffermarsi in una delle hall centrali dove campeggia Thsuki-no-hikari (Moonlight), una monumentale scultura di Igor Mitoraj (Oederan, 1944 – Parigi, 2014), diventata uno dei più popolari punti di ritrovo del centro commerciale che attira ogni anno 9 milioni di visitatori. 

Poznan, Polonia, Parco della Cittadella © Photo Dario Bragaglia
Poznan, Polonia, Parco della Cittadella © Photo Dario Bragaglia

Il Parco della Cittadella, memorie belliche, arte e sentieri nel verde 

Uscendo da Stary Rynek in direzione nord e percorrendo ulica Wroniecka si esce dal centro storico davanti alla Nuova Sinagoga (dopo lo sterminio della comunità ebraica fu adibita a diversi usi, oggi è in precario stato di conservazione) davanti alla quale oggi ha sede Puro, uno dei migliori boutique hotel di Poznań. Superati i viali esterni percorsi dalle linee tramviarie si sale verso il Park Cytadela, che con i suoi 100 ettari è il più grande spazio verde della città. Il nome richiama la precedente destinazione d’uso di quest’area prossima al centro: il parco è stato infatti stato creato sui resti di una delle più imponenti fortezze prussiane (1828-1860). Ma prima ancora su queste collinette esposte a sud, attorno al villaggio di Winiary, veniva coltivata la vite (in polacco, winorośl). L’antica funzione militare del luogo è comunque ancora richiamata dalla presenza del Museo degli Armamenti e dal Museo dell’Esercito dove sono raccolti esempi di equipaggiamento militare polacco, tedesco e sovietico. Nell’area sud del parco alcuni spazi sono riservati ai cimiteri militari con tombe di soldati sovietici e inglesi. Ma il Park Cytadela riserva sorprese anche agli appassionati d’arte perché vi sono disseminate diverse sculture di Magdalena Abakanowicz (Falenty, 1930 – Varsavia, 2017), l’artista che nel 2015 ha rappresentato la Polonia alla Biennale di Venezia con l’opera Crowd and Individual. Da vedere in particolare NierozPoznańi (Non riconosciuto), la più grande opera esposta all’aperto dell’artista polacca. 

Poznan, Polonia. Museo Nazionale. Photo Adam Ciereszko, Visitpoznan
Poznan, Polonia. Museo Nazionale. Photo Adam Ciereszko, Visitpoznan

L’arte a Poznań, tra musei e gallerie 

Museo Nazionale di Poznań 
È uno dei musei più antichi, grandi e importanti della Polonia, erede del Museo della Grande Polonia che nel 1919, dopo la riconquista dell’indipendenza, incorporò collezioni polacche e prussiane. Attualmente è composto da due parti: quella vecchia (del 1904) e quella nuova (del 2001). La visita alla mostra permanente inizia nel nuovo edificio dove le collezioni di arte polacca sono esposte su tre piani. Nel vecchio edificio (si può accedere solo attraverso il terzo piano del nuovo edificio) sono raccolte le collezioni di arte europea, del Medioevo e del Barocco polacco e le antichità. La pittura fiamminga è largamente rappresentata con opere di Jan van Goyen, Salomon Ruysdael e Willem Claesz Heda. Presenti anche dipinti di Sofonisba Anguissola, Bronzino, Bellini e Strozzi, mentre la pittura tedesca della prima metà del XIX secolo è presente con tele di Arnold Böcklin e Johann Overbeck.  Alcune opere di Zurbarán, Ribera e Velázquez sono rari esempi di pittura classica spagnola presenti in collezioni polacche. Il Museo Nazionale si fa vanto di esporre La spiaggia a Pourville, l’unico dipinto di Claude Monet visibile in Polonia. Un quadro che ha una storia rocambolesca da raccontare: oggetto di un audace furto nel 2000 è stato ritrovato dieci anni dopo ed è tornato tra le mura del Museo nel 2010. 

Porta Posnania Heritage Centre 
Situato in un nuovo edificio minimalista (accessibile ai disabili e accogliente per le famiglie con bambini) è il più moderno e interattivo fra i musei della città. Si trova a poca distanza dalla Cattedrale, sull’isola di Ostrów Tumski, e racconta l’origine di Poznań e dello stato polacco che avvenne proprio in quest’area nel IX Secolo. Salendo sul terrazzo si godrà di una bella vista sulla chiesa gotica circondata da una zona verde attraversata da due fiumi. Con un biglietto cumulativo si possono visitare le altre attrazioni dell’isola: oltre alla Cattedrale, il Museo Arcidiocesano e il sito archeologico Genius Loci. 

Zamek Culture Center – Castello Imperiale 
Completato nel 1910, il Castello di Poznań è l’ultima residenza imperiale costruita in Europa. L’imponente complesso in stile neo-romanico è stato un simbolo del dominio germanico in questa regione e ospitava Guglielmo II nel corso delle sue visite ai territori orientali. Il massiccio trono di marmo dove Guglielmo II si sedeva è ora diventato un’attrazione per i turisti. Durante il Terzo Reich venne anche allestito un ufficio per Adolf Hitler che si può visitare (ora gli spazi sono vuoti). Oggi l’ex castello ospita il centro culturale Zamek, uno dei più importanti della Polonia con circa 2500 eventi organizzati ogni anno nell’ambito delle arti visive, teatro, cinema, musica e letteratura. Tra i festival più importanti ci sono l’Ethno Port Poznań e l’Off Cinema dedicato al cinema documentario. Nel corso del 2025 è prevista l’apertura al pubblico del cortile principale del castello: uno spazio in precedenza utilizzato come parcheggio e ora trasformato in giardino. 

Museo delle Arti Applicate 
Il museo, centralissimo, ha trovato spazio nel Castello di Przemysl, su una collina nel cuore di Poznań. Si tratta di una recente ricostruzione (2010-2013) del castello reale collegato al palazzo della famiglia Raczynsky. La torre ricostruita sui ruderi di quella originale del XIII Secolo si eleva fino a 43 metri e costituisce un punto panoramico straordinario sulla città. Il Museo delle Arti Applicate è unico nel suo genere in Polonia e su uno spazio complessivo di quasi 1500 metri quadrati espone 2mila pezzi dal Medioevo ai nostri giorni. Mobili, ceramiche, vetri, oggetti in metallo, armi, gioielli, tessuti, costumi e accessori sono esposti facendo riferimento alle varie epoche. Ripropongono il gusto estetico, il clima culturale, le tendenze del collezionismo in diversi momenti della storia. Fra le curiosità, c’è una ciocca di capelli di Napoleone conservata in un piccolo reliquiario di vetro. L’imperatore francese soggiornò a Poznań almeno tre volte, aiutando i Polacchi ad ottenere l’indipendenza all’inizio dell’Ottocento e diventando per questo motivo oggetto di una vera e propria venerazione. Un’altra chicca è il piccolo omaggio che il museo fa alla creatrice di Barbie. Ruth Handler era infatti figlia di emigrati ebrei polacchi. Fu lei a presentare il 9 marzo del 1959 alla New York Toy Fair la inedita bambola con fattezze di donna adulta destinata ad avere un successo planetario. 

Museo Archeologico 
Nel 2017 il museo ha festeggiato iI suo 160° anniversario. È una delle più antiche istituzioni culturali di Poznań: nel 1857 la locale Società per il Progresso delle Arti e delle Scienze fonda il Museo delle Antichità Slave e Polacche per mettere in valore i reperti relativi alla nascita della nazione polacca. Dal 1967 il museo ha trovato sede nel suggestivo Górka Palace in ulica Wodna. Dalla regione della Wielkopolska (Grande Polonia), e dall’Africa (Egitto e Sudan) arrivano molti dei reperti esposti fra le collezioni permanenti. Sono il frutto di scavi e di missioni all’estero organizzate dai precedenti direttori del museo. La sezione “Preistoria nella Grande Polonia” illustra la vita dei primi insediamenti nella regione che oggi ha come capoluogo Poznań: attraverso la ricostruzione di personaggi, animali, insediamenti, tombe i visitatori fanno conoscenza con i primi abitanti di quest’area occidentale dell’attuale Polonia. 
 
Gallery Stary Browar 
La galleria situata nel grande centro commerciale nato dalla riconversione di un vecchio birrificio è uno dei pochi spazi in Polonia con un regolare programma che combina arte e moda. Le passate esposizioni hanno avuto come protagonisti Björk, David LaChapelle, Daniel Lismore, Iris van Herpen e Gianni Versace. Da ricordare anche l’esposizione monografica dedicata a Ryszard Kaja nel 2019, la collaborazione con il Poznań Design festival e la University of Arts. 
ul. Półwiejska 42 

Piekary Gallery 
Galleria specializzata nell’arte polacca del XX e XXI Secolo, comprese tutte le maggiori tendenze d’avanguardia. È stata fondata nel 2003 da Cezary Pieczynski e negli anni si è specializzata sulla fotografia, l’astrazione geometrica, l’arte concettuale, cercando di dare spazio ad artisti delle nuove generazioni che si esprimono attraverso la fotografia, i video, le performance, le installazioni o le proposte multimediali. 
Ul. Sw. Marcin 80/82 

Ego Gallery 
Fondata nel 1998 con l’obiettivo di valorizzare l’opera dei migliori artisti polacchi che si dedicano all’astrazione geometrica e alla tradizione del Color Field. Nel 2002 la galleria si è dedicata a celebrare l’opera di Stanisław Fijałkowski (Ucraina, 1922 – Lodz, 2022), pittore astratto e incisore (alcune sue opere sono al Museum of Modern Art di New York e alla Tate Britain). L’anno successivo la galleria è stata fra i co-organizzatori della retrospettiva che il Museo Nazionale di Poznań ha dedicato al maestro polacco. 
Ul. Wyspiańskiego 41/3 

Muzalewska Gallery 
La galleria organizza presentazioni di artisti contemporanei, in stretta collaborazione con loro. In alcuni casi, organizza mostre di artisti deceduti (Tadeusz Kantor, Andrzej Szewczyk) incentrate su particolari momenti del loro lavoro. Le mostre sono accompagnate da pubblicazioni con documentazione fotografica della mostra in corso, oltre che da un’intervista con l’autore o l’autrice. 
ul. Głogowska 29/3 m. 6 

Rodriguez Gallery
Galleria di arte contemporanea fondata nel 2015 che lavora con artisti emergenti per presentare e promuovere quelle che vengono considerate le tendenze più interessanti della scena contemporanea polacca. Non manca qualche incursione nel panorama internazionale per stimolare un proficuo confronto con l’ambiente locale. 
Ul. Wodna 13/4 

Poznan. Polonia. Enigma Cipher Centre. Photo Adam Ciereszko, Visitpoznan
Poznan. Polonia. Enigma Cipher Centre. Photo Adam Ciereszko, Visitpoznan

Enigma Cipher Centre: un particolare museo sulla crittografia 

Il Museo Enigma è dedicato al lavoro di tre brillanti matematici polacchi dell’Università di Poznań, Marian Rejewski, Jerzy Różycki e Henryk Zygalski, che fin dal 1932 riuscirono a decifrare il codice di Enigma. Si trattava di un apparecchio elettromeccanico usato dall’esercito tedesco per cifrare i messaggi e renderli, appunto, apparentemente indecifrabili. Il lavoro dei tre polacchi, poi condiviso con le altre forze alleate (alla vicenda Hollywood ha dedicato un paio di film, Enigma del 2001 e The imitation game del 2014), servì a decriptare i messaggi della Germania nazista rendendo un grande servizio allo sforzo bellico. Il museo, uno dei più recenti inaugurati nella città polacca, coinvolge i visitatori in modo interattivo. La prima sezione è dedicata alla storia della crittografia, partendo da modelli storici come il Cifrario di Cesare per arrivare alle tecniche più attuali. La seconda parte ricostruisce la storia della decifrazione del Codice di Enigma e delle macchine inventate dai polacchi e poi da francesi, inglesi e americani per “craccare” il codice tedesco. La terza parte dell’esposizione è dedicata alla rivoluzione informatica che inizia dopo la Seconda Guerra Mondiale e prosegue fino ai giorni nostri. Il museo ha trovato posto nell’edificio della vecchia Facoltà di Storia, esattamente di fronte al Castello Imperiale che nell’anteguerra ospitava l’Università dove lavoravano i tre matematici. Proprio davanti al castello un monumento, a forma di prisma progettato da Grazyna Bielska-Kozakiewicz e Marius Kozakiewicz con impresse sequenze di numeri, celebra l’impresa intellettuale che ha contribuito a cambiare le sorti del conflitto mondiale. 

Un’escursione fuori città: il Rogalin Palace Museum 

Poco a sud di Poznań, nella valle del fiume Warta, merita un’escursione il Museo Rogalin creato nel 1948 nell’antico palazzo della famiglia Raczynski circondato da un magnifico parco, dove ancora vegeta la più antica quercia polacca, a cui gli esperti attribuiscono 800 anni di vita. La residenza in stile rococò, già influenzata dal primo classicismo, ospita la galleria d’arte creata da Edward Aleksander Raczynski, un importante esperto del settore e a lungo presidente della Società degli Amici delle Belle Arti di Cracovia. Gli acquisti effettuati tra gli Anni Ottanta dell’Ottocento e Venti del Novecento hanno dato vita a una delle più ricche collezioni di arte moderna in Polonia, per un totale di quasi 500 opere.  
La galleria contiene attualmente 250 dei circa 300 oggetti salvati dalla collezione prebellica. Nonostante le lacune dovute alle perdite del periodo bellico e alle opere trasferite al Museo Nazionale di Poznań, la presentazione attuale dà un’idea precisa della disposizione voluta dal suo fondatore. L’allestimento è stato ricostruito sulla base della Guida della galleria d’arte di Rogalin del 1926 e di foto d’archivio. A partire dalle sale d’ingresso, il museo testimonia il gusto collezionistico dell’epoca, con un gruppo di opere che fanno riferimento a pittori polacchi ispirati da Edvard Munch, fino all’ultima e più grande sala, dominata da La Pulzella di Orléans (Giovanna d’Arco) di Jan Matejko (1838-1893), il più famoso pittore polacco dell’Ottocento. Un’opera enorme, 47 metri quadrati, la più grande mai dipinta da Matejko. Presenti anche noti dipinti di Jacek Malczewski, ispirati dal Simbolismo, e opere di A. Gierymski, W. Podkowiński, O. Boznańska, J. Fałat, L. Wyczółkowski, J. Mehoffer e W. Weiss. 
 
Dario Bragaglia 
 
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Autore
Artribune

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