Cosa c’è dietro i voli sospetti degli esperti militari russi a Teheran
- Postato il 6 marzo 2025
- Esteri
- Di Formiche
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Che la Russia e l’Iran fossero divenuti stretti partner in ambito di tematiche legate alla difesa e alle forze armate, c’erano pochi dubbi. Sin dall’inizio del conflitto in Ucraina, la Russia si è avvalsa dei droni Shahed di progettazione e produzione iraniana (al punto da iniziare a produrli anche autonomamente) per sostenere il suo sforzo bellico. Sul piano formale, le relazioni militari tra i due Paesi si sono consolidate ulteriormente con la firma di un patto militare ventennale a Mosca, nel gennaio di quest’anno. Ma ci sono tante altre dinamiche che spesso non vengono mostrate pubblicamente, per ovvi interessi dei rispettivi apparati.
In questa categoria si colloca l’inchiesta condotta da Reuters, che ha scoperto come sette esperti in armamenti russi abbiano viaggiato dalla capitale russa a quella iraniana in separate occasioni nello scorso anno. Le prenotazioni di volo per questi uomini includono i numeri dei loro passaporti, sei dei quali recano il particolare prefisso “20”, codice che indica un passaporto riservato a funzionari governativi e militari in missione all’estero, come stabilito da un decreto pubblicato dal governo russo e da un documento del ministero degli Esteri di Mosca.
Sebbene non sia stato possibile determinare con certezza lo scopo della loro presenza in Iran, un alto funzionario del ministero della Difesa iraniano ha confermato che esperti missilistici russi hanno effettuato più visite a siti di produzione missilistica iraniani nel corso dell’anno, comprese due strutture sotterranee. Sempre la stessa agenzia riporta che un ufficiale occidentale, responsabile di monitorare la cooperazione difensiva tra Iran e Russia, ha riferito che esperti missilistici russi hanno visitato una base missilistica iraniana situata a circa 15 km a ovest del porto di Amirabad, sulla costa iraniana del Mar Caspio. Tuttavia, non è chiaro se i visitatori menzionati da queste fonti coincidano con i sette esperti identificati nei voli.
Secondo un’analisi delle banche dati russe contenenti informazioni sui cittadini, tra cui registri fiscali, telefonici e automobilistici, i sette uomini hanno esperienze militari di alto livello. Due di loro hanno il grado di colonnello, altri due quello di tenente colonnello. Due sono esperti in sistemi missilistici di difesa aerea, tre sono specialisti in artiglieria e razzi, uno è esperto in sviluppo di armi avanzate e un altro ha lavorato in un poligono di test missilistici. Tuttavia, non è stato possibile verificare se tutti ricoprano ancora questi ruoli, poiché i dati occupazionali esaminati coprono il periodo dal 2021 al 2024.
Reuters ha contattato telefonicamente tutti i sette esperti identificati: cinque di loro hanno negato di essere stati in Iran o di lavorare per l’esercito, uno ha rifiutato di commentare e un altro ha interrotto la chiamata. Le autorità iraniane e russe hanno evitato di rilasciare dichiarazioni: il ministero della Difesa e quello degli Esteri iraniani, così come l’ufficio stampa del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, non hanno risposto alle richieste di commento. Anche il ministero della Difesa russo ha preferito non commentare.
Questi viaggi, se confermati, potrebbero suggerire una disponibilità di Mosca a condividere la propria tecnologia e il proprio know-how militare con i partner iraniani. Non è un mistero che Teheran sia interessato ad alcuni sistemi d’arma di fabbricazione russa (e in particolare ai sistemi di difesa missilistica S-300 ed S-400, che si possono considerare di competenza dei profili degli individui che avrebbero compiuto i viaggi menzionati). E forse, grazie al sostegno mostrato al Cremlino negli scorsi anni, la Repubblica Islamica potrebbe aver raggiunto il suo obiettivo.