Corruzione dossier Libera, Calabria ai primi posti
- Postato il 9 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Corruzione dossier Libera, Calabria ai primi posti

Corruzione, il report di Libera. Mazzette, appalti truccati e ‘ndrangheta: nel 2025 Libera conta 96 inchieste e oltre 1000 indagati. Calabria seconda per numero di coinvolti.
Ci sono “mazzette” in cambio di un’attestazione falsa di residenza per avere la cittadinanza italiana iure sanguinis o per ottenere falsi certificati di morte. In altri casi le “mazzette” hanno facilitato l’aggiudicazione di appalti nella sanità, per la gestione dei rifiuti piuttosto, per la realizzazione di opere pubbliche, la concessione di licenze edilizie, l’affidamento dei servizi di refezione scolastica. Ci sono scambi di favori per concorsi truccati in ambito universitario. E ancora, le inchieste per scambio politico elettorale e quelle relative alle grandi opere con la presenza di clan mafiosi.
LIBERA, DOSSIER SULLA CORRUZIONE IN ITALIA: QUADRO ALLARMANTE
In prossimità della Giornata Internazionale contro la Corruzione Libera ha scattato una fotografia delle principali inchieste sulla corruzione nel nostro Paese nell’anno in corso di cui sono emerse notizie di stampa. L’istantanea mostra un quadro allarmante: l’avanzata sotterranea e senza freni della corruzione in Italia. Da Torino a Milano, da Bari a Palermo, da Genova a Roma, passando per le città di provincia come Latina, Prato, Avellino, nel salernitano, nel corso del 2025 risuona incessantemente un allarme “mazzette” con il coinvolgimento in una vasta gamma di reati di corruzione di un migliaio di amministratori, politici, funzionari, manager, imprenditori, professionisti e mafiosi.
CENSITE 96 INCHIESTE SU CORRUZIONE E CONCUSSIONE
Dal 1° gennaio al 1° dicembre 2025, Libera ha censito da notizie di stampa 96 inchieste su corruzione e concussione, circa otto inchieste al mese (erano 48 nel 2024)
Ad indagare su questo fronte sempre caldo si sono attivate 49 procure in 16 regioni italiane. Complessivamente 1028 (lo scorso anno erano 588) sono state le persone indagate per reati che spaziano dalla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio al voto di scambio politico-mafioso, dalla turbativa d’asta all’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
POLITICI INDAGATI
Il maggior numero di politici indagati riguarda la Campania e Puglia con 13 politici, seguita da Sicilia con 8 e Lombardia con 6.
«Si tratta di un quadro sicuramente parziale, per quanto significativo, di una realtà più ampia sfuggente. Oggi- commenta Libera- il ricorso alla corruzione sembra diventare sempre più una componente ‘normale’ e accettabile della carriera politica e imprenditoriale. Una strategia spesso vincente, che avvantaggiando i disonesti induce una “selezione dei peggiori” e per questa via degrada in modo invisibile la qualità della vita quotidiana, dei servizi pubblici, della pratica democratica. Questo processo di “normalizzazione”, infatti, fornisce agli occhi di molti una rappresentazione della corruzione come elemento ordinario e giustificabile, quasi una componente strutturale della nostra società e della nostra cultura».
IL PRIMATO DEL SUD ITALIA
Le regioni meridionali compreso le isole “primeggiano” con 48 indagini in totale, seguite da quelle del Centro (25) e dal Nord (23). Prima in classifica la Campania con 18 inchieste, seguita dal Lazio con 12, Sicilia con 11. La Lombardia con 10 inchieste è la prima regione del Nord Italia.
CORRUZIONE, IL CASO CALABRIA
Se guardiamo il numero delle persone indagate la classifica cambia. Prima rimane sempre la Campania con ben 219 persone indagate, segue la Calabria con 141 persone indagate, terza la Puglia con 110 persone, a seguire la Sicilia con 98 persone indagate. Prima regione del Nord Italia la Liguria con 82 persone, seguita dal Piemonte con 80 persone indagate, La mappa delle inchieste e il numero degli indagati, per i quali naturalmente vale una presunzione di non colpevolezza, è frutto di una ricerca avente come fonte lanci di agenzie, articoli su quotidiani nazionali e locali, rassegne stampe istituzionali, comunicati di Procure e forze dell’ordine.
BORRELLO, REFERENTE LIBERA CALABRIA: «I DATI CALABRESI DEVONO RAPPRESENTARE UN CAMPANELLO D’ALLARME»
«I dati calabresi – afferma Giuseppe Borrello, referente regionale Libera in Calabria- devono rappresentare un forte campanello di allarme perché, oggi, la corruzione rappresenta lo strumento privilegiato, anche, della ‘ndrangheta che, potendo contare su enormi disponibilità di capitali, riesce ad infiltrarsi ovunque condizionando la vita politica, economia e sociale di interi territori, anche al di fuori della Calabria. Ma la cosa che più deve preoccupare nella nostra regione sono i cosiddetti costi indiretti della corruzione che si manifestano in una serie di inefficienze e disservizi che hanno un effetto diretto sulla vita delle cittadine e cittadini calabresi, che già devono confrontarsi con un sistema economico, sociale, sanitario e infrastrutturale debole e fragile. Costi indiretti che poi, quando le inchieste coinvolgono politica e istituzioni, influiscono direttamente sulla credibilità e fiducia politica e istituzionale».
CORRUZIONE, LE PROPOSTE DI LIBERA
Di fronte all’avanzare di questo fenomeno silenzioso, Libera propone una regolazione stringente dei conflitti di interesse, «vero brodo di coltura della corruzione» e dell’attività di lobbying, favorendo la massima riconoscibilità, trasparenza e “certificazione” degli attori privati e pubblici coinvolti nella cruciale fase di interscambio tra decisori pubblici e portatori di istanze private.
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