Cornigliano, scontro a distanza tra Regione Liguria e comitati: “Subito nuove centraline per il monitoraggio dell’aria”
- Postato il 2 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Continua a tenere banco la questione del monitoraggio della qualità dell’aria a Cornigliano, quartiere del ponente genovese al centro del dibattito per il potenziale insediamento di un forno elettrico nell’area ex-Ilva. La Regione Liguria ha risposto alla richiesta urgente di installazione di nuove centraline da parte del “Comitato No Forno Elettrico”, fornendo chiarimenti sulla rete di controllo attuale e sui futuri programmi di valutazione. Chiarimenti che sono stati “respinti” dallo stesso comitato che ha ribattuto punto su punto a quanto detto dagli uffici tecnici dell’ente.
Nella sua comunicazione, la Direzione Generale Ambiente della Regione ha precisato che le attuali postazioni di misura sono individuate nell’ambito del Programma di Valutazione (PdV), redatto in collaborazione con ARPAL e approvato dal Ministero. Secondo quanto riportato dagli uffici regionali le postazioni sono selezionate per monitorare le principali sorgenti inquinanti e non i livelli di fondo, seguendo i criteri stabiliti dalla normativa nazionale. La centralina di Cornigliano – originariamente pensata per valutare l’impatto della vecchia acciaieria – non è stata inclusa nel nuovo assetto della rete provinciale, sebbene i punti di monitoraggio non siano stati dismessi, ma “sono stati progressivamente dismessi”, come si legge nella nota allegata oggi nel comunicato stampa del comitato.
La controreplica del Comitato: “Nulla vale più della salute”
La risposta della Regione, pur aprendo a una futura valutazione della richiesta, non ha soddisfatto il comitato che torna all’attacco. Nella missiva gli attivisti hanno sottolineato e ribadito la necessità urgente di nuove e più efficaci centraline di monitoraggio sul territorio di Cornigliano, anche in vista della possibile reintroduzione della produzione di acciaio a caldo.
La richiesta è quella di una rete di controllo che “tenga pienamente conto del potenziale impatto sanitario del nuovo impianto”. Il Comitato “ribadisce con forza che la tutela della salute e del diritto a vivere in un ambiente sano non può essere subordinata a logiche industriali e occupazionali” sottolineando come la salute della popolazione “non abbia alternativa”.
“Appare difficile sostenere che non siano intervenute variazioni sostanziali del quadro emissivo connesso alle attività industriali o al traffico – si legge nella lettera aperta – in questi anni è stata aperta a nuova strada di grande scorrimento via Guido Rossa, oggi tra le arterie più trafficate della città; è presente nell’area un ampio deposito container, che contribuisce al costante flusso di mezzi pesanti e quindi all’incremento delle emissioni;resta operativa, a poche centinaia di metri, la struttura di trattamento fanghi del depuratore di Cornigliano, tra le più grandi d’Italia, già fonte di emissioni odorigene e impatti ambientali segnalati da anni dai residenti”.
Ma non solo: “I dati scientifici disponibili confermano che Cornigliano rappresenta un’area con un carico sanitario superiore alla media cittadina – continua il comunicato del comitato – Uno studio basato sui dati comunali relativo al periodo 2009–2020 ha evidenziato che Cornigliano presenta gli SMR (Standardized Mortality Ratios) più elevati tra i 25 distretti di Genova, con valori pari a 124,4 per i maschi e 133,4 per le femmine. Tali valori rappresentano il massimo livello di mortalità standardizzata nell’intero Comune di Genova”.
“Già precedentemente, uno studio condotto su base epidemiologica locale aveva rilevato un eccesso di mortalità complessiva e aumenti significativi nell’incidenza di tumori dell’encefalo, del colon-retto, della prostata, oltre che di malattie respiratorie e neurodegenerative – continua – Lo stesso studio documentava inoltre una riduzione delle ospedalizzazioni in seguito alla chiusura della cokeria, confermando il nesso tra condizioni ambientali e stato di salute della popolazione”.
“Queste evidenze epidemiologiche rendono indispensabile e urgente un nuovo sistema di monitoraggio ambientale — con centraline fisse e mobili — e una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) indipendente e preventiva, in conformità con il principio di precauzione sancito. Nel rispetto del diritto dei cittadini di Cornigliano a vivere in un ambiente salubre, chiediamo che la Regione Liguria, in collaborazione con ARPAL, disponga l’attivazione immediata di nuove postazioni di monitoraggio fisse e mobili nel quartiere, con campagne di campionamento prolungate e pubblicazione trasparente dei risultati. Tale misura rappresenterebbe un atto concreto di responsabilità istituzionale e di attenzione verso una popolazione che da decenni subisce il peso delle scelte industriali e infrastrutturali del territorio”.