Contratto collettivo sanità, Uil Fpl Liguria: “I diritti dei circa 28 mila lavoratori liguri non si svendono”
- Postato il 20 gennaio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Noi un contratto così povero non lo abbiamo firmato, la carità può attendere: lo Stato è il peggior datore di lavoro di sempre e noi non siamo degli irresponsabili ma un sindacato che tiene la barra dritta sugli interessi di chi rappresenta”, così Milena Speranza, segretaria generale Uil Fpl Liguria sul mancato rinnovo del Contratto collettivo di lavoro della Sanità che, in Liguria, si rivolge a una platea di circa 28 mila addetti. L’obiettivo di Uil Fpl, anche in Liguria, è siglare contratti dignitosi per le lavoratrici e lavoratori che rappresenta.
“Non abbiamo firmato la preintesa per il rinnovo del Ccnl Sanità Pubblica 2022/2024 con grande consapevolezza – spiega Milena Speranza – Da subito la nostra segretaria generale Uil Fpl Rita Longobardi insieme alla delegazione trattante ha chiesto maggiori risorse anche attraverso una mobilitazione che ha portato tutti noi allo sciopero del 28 novembre scorso, contestualmente ha proposto soluzioni concrete come l’anticipo delle risorse previste per il Ccnl 2025-2027 e la detassazione degli incrementi contrattuali per aumentare il potere d’acquisto di lavoratrici e lavoratori. Purtroppo la proposta che hanno messo sul tavolo non riconosce il valore del lavoro svolto in sanità”.
“Le risorse previste non corrispondono alle difficoltà e all’intensità delle attività quotidiane di chi opera nei reparti e nelle strutture sanitarie. Infatti, in Liguria, come in altre regioni italiane, i lavoratori della sanità sono costretti a turni massacranti a causa della penuria di personale, sono sottoposti a stress elevato e alle aggressioni che avvengono in maniera sistematica senza che le direzioni aziendali e la Regione si facciano davvero carico del problema”.
“Il governo ringrazia le lavoratrici e i lavoratori della sanità con quattro spiccioli che la nostra segretaria generale ha rispedito giustamente al mittente – affonda Speranza – A tal proposito vogliamo ricordare la pressione a cui sono sottoposti i lavoratori in strutture sanitarie che, sulla carta, sono un’eccellenza per il territorio come, ad esempio, San Martino, Villa Scassi, Galliera, Gaslini. Inoltre vogliamo sottolineare che l’aumento di 50 euro per le prestazioni aggiuntive previste dal governo, ad oggi non possono essere finanziate perché dal livello centrare non vengono trasferite risorse sufficienti alla Regione. Se poi tutto resta sui fondi decentrati, inutile andare avanti con la discussione. Avremmo dovuto siglare un contratto così? No!”
“Inoltre, le indennità ferme ormai da oltre 20 anni sono state ignorate e ci sono sgravi fiscali solo per gli infermieri, con una tassazione ridotta al 5 per cento sugli straordinari. Tutto questo rappresenta una chiara ingiustizia mentre le istituzioni continuano a chiedere sacrifici ai lavoratori ed ad ignorare il valore di altri settori della sanità, come amministrativi, tecnici e tutte le altre figure professionali che meriterebbero pari attenzioni e rispetto”, chiude Speranza.