Consiglio regionale della Basilicata, mini-vitalizi coi fondi di solidarietà
- Postato il 20 dicembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Consiglio regionale della Basilicata, mini-vitalizi coi fondi di solidarietà

Vale circa 900mila euro il tesoretto legato anche ad iniziative di solidarietà di cui gli attuali e gli ex componenti del Consiglio regionale della Basilicata potranno rimpossessarsi
POTENZA – Ammonta a circa 900mila euro il tesoretto a cui consiglieri regionali ed ex potranno attingere per alimentare i loro nuovi mini-vitalizi. Sottraendoli a iniziative solidali tipo il sostegno «di persone con disabilità, adulti e terza età in condizioni di disagio, minori e giovani in condizioni di disagio o di esclusione sociale, pazienti affetti da patologie temporaneamente e/o permanentemente invalidanti e/o in fase terminale, persone affette da dipendenze (tossicodipendenza, etilismo, tabagismo, ludopatia…), donne con minori a carico e donne in difficoltà, detenuti, detenuti in misure alternative alla pena, ex detenuti, persone vittime di discriminazioni , persone vittime di violenza, soggetti in condizione di disagio o di esclusione sociale, progetti finalizzati a garantire la piena inclusione sociale».
A documentarlo è l’ultimo disciplinare per l’utilizzo del fondo costituito nel 2017 sbandierando il «contenimento dei costi della politica». Fondo alimentato con un taglio del 10% della indennità base da 6.500 euro mensili riconosciuta a componenti del parlamentino lucano e ai componenti della giunta regionale. Più 4.500 euro di rimborsi e fino a 2.430 euro aggiuntivi, in base alla funzione ricoperta.
A consentire di attingere alle somme non spese giacenti in questo fondo è il secondo degli emendamenti sul tema approvati giovedì dalla maggioranza di centrodestra, con l’astensione di Avs-Psi e il voto contrario di M5s, Bacc (civici cattolici), e Pd. Una peculiarità tutta lucana, assieme alla retroattività, rispetto al sistema previdenziale adottato nelle altre regioni che hanno innestato la retromarcia dopo l’abrogazione dei vitalizi veri e propri, tredici anni orsono.
Al suo interno, infatti, si spiega che dall’entrata in vigore della nuova norma consiglieri ed ex avranno 90 giorni per rientrare in possesso dei “contributi di solidarietà” versati nell’apposito fondo dal 2017. Disponendone l’utilizzo a copertura dei contributi richiesti per il mini-vitalizio.
Dunque all’incirca 570 euro al mese per i 5 anni di mandato, per ottenere una pensioncina di 600 euro al mese dal compimento del 65simo anno d’età. Ferma restando la possibilità, per chi ha svolto più di un mandato consiliare, di versare i contributi per i quinquenni precedenti, e vedere moltiplicarsi la propria «indennità differita», come è stata chiamata. Il tutto grazie a una cospicua integrazione del monte contributivo a carico delle casse del parlamentino lucano, pari a circa 1.400 euro al mese per ognuno dei consiglieri ed ex consiglieri che deciderà di regalarsi una vecchiaia più serena.
A oggi meno di un terzo delle somme accantonate nel fondo di solidarietà istituito nel 2017 risulta utilizzato.
Negli anni sono stati finanziati un progetto di monitoraggio sanitario degli esposti all’amianto in Val Basento, un centro per ragazzi autistici, l’acquisto di un pulmino per il trasporto di bambini disabili e altre iniziative ritenute meritevoli.
Parte dei 900mila euro restanti, inoltre, sarebbe dovuta andare in aiuti alla popolazione di Gaza. Questa era stata la volontà espressa dal Consiglio ad agosto approvando una mozione all’unanimità.
Per questo durante la discussione di giovedì in aula da M5s e Bacc era arrivata la richiesta di confermare gli impegni. Di qui l’approvazione, sempre all’unanimità, di un’ordine del giorno sul punto, che però non quantifica l’entità dell’assegno da staccare.
Nei prossimi giorni, insomma, non è escluso che si accendano discussioni sul punto. Dal momento che stanziare 500mila euro per la popolazione palestinese dimezzerebbe le somme a disposizione di consiglieri ed ex.
Difficile immaginare cosa resterà del fondo solidale dopo l’assalto dei cercatori di mini-vitalizi.
Di certo si può dire chi ne farà le spese perché il disciplinare per il funzionamento del fondo lo spiega bene.
L’idea era di finanziare, tra l’altro: «interventi per il potenziamento di strutture e presidi territoriali, il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e l’assistenza remota, progetti per il rinnovamento e l’ammodernamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, interventi per una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza». Quindi ancora: «interventi mirati alla prevenzione o all’intervento in una qualsiasi situazione di rischio o di emergenza ai fini della tutela della collettività»; e «interventi mirati alla valorizzazione, al sostegno, alla promozione e fruibilità del patrimonio storico, artistico, culturale. Gli interventi relativi al settore agroalimentare sono rivolti alla promozione e diffusione di pratiche eco-sostenibili e inclusive, centrate sul protagonismo dei giovani, per la rigenerazione e l’innovazione del sistema agricolo e lo sviluppo locale cooperativo».
Il disciplinare modificato da ultimo a ottobre, in occasione del Giubileo della Chiesa Cattolica, prevedeva anche «interventi volti alla riqualificazione e valorizzazione dei luoghi giubilari e delle periferie, iniziative e interventi per l’incontro e la partecipazione affinché i territori locali possano contribuire a testimoniare il messaggio giubilare della speranza e dell’inclusione».
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