Confeugo, la fiamma sfida la Tramontana e per la prima volta il doge diventa “duxessa”

  • Postato il 20 dicembre 2025
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Confeugo 2025

Genova. Una fiamma che ha dovuto sfidare la forza della Tramontana scura quella che, questa sera, è bruciata dall’alloro del Confeugo, in piazza De Ferrari a Genova. D’altronde, visti i tempi che corrono, anche a livello internazionale, tutti dovranno fare uno sforzo in più per avere un buon 2026. Ma la tradizione che nasce forse ancora prima il secolo XIV e la Repubblica di Genova, si è rinnovata anche oggi.

In occasione del Natale, già nell’antichità, il popolo rendeva un omaggio di beneaugurio alle massime autorità della Repubblica, presentando un tronco d’alloro, decorato con nastri bianchi e rossi, che veniva consegnato al doge dall’abate del popolo. Il tronco veniva poi bruciato, sempre per buon auspicio, e i presenti cercavano di portarne a casa un tizzone, come amuleto. Usanza che qualcuno porta avanti ancora oggi.

La festa è partita da piazza Caricamento con il corteo storico guidato dall’abate del popolo, impersonato dal presidente di A Compagna Franco Bampi, i magnifici gruppi storici di Genova, gli sbandieratori di Lavagna e un carro trainato dai cavalli bardati dei Carratê, che hanno percorso le strade del centro fino a piazza De Ferrari.

Qui il rituale scambio di saluti, sì, con una novità linguistica: il tradizionale “Ben trovòu messe ro Duxe” (Ben ritrovato Messer Doge) è diventato “Madamma ra duxessa”. Invariata la seconda parte del rito: “Benvegnou messe l’Abbou” (Benvenuto Messer Abate), pronunciata dalla sindaca Salis, alla sua prima volta in questo ruolo. L’abate del popolo ha offerto quindi alla sindaca-duxessa il Confeugo, a cui è stato poi appiccato il fuoco, al rintocco del Campanon de Päxo, la campana collocata sulla Torre Grimaldina.

La cerimonia del Confeugo è entrata nel vivo con l’invito solenne rivolto dal cintraco all’abate a prendere la parola per leggere, secondo la tradizione, i “mogugni” ovvero l’elenco dei principali problemi della città più invisi ai genovesi, che la sindaca si è impegnata a risolvere.

Confeugo 2025

Quest’anno i mugugni, pronunciati come sempre dal presidente della Compagna, Franco Bampi, erano dedicati a diversi aspetti della vita cittadina, dalla gestione dei rifiuti in una “Genova succida” alla richiesta di iniziative concrete per tutelare la lingua genovese, passando per i problemi di sicurezza nel centro storico, alle buche nelle strade e nei marciapiedi, al verde urbano e alla toponomastica.

La sindaca Silvia Salis è intervenuta con una buona parte del suo discorso in un genovese (lo trovato qui sopra) “più che dignitoso”, secondo il giudizio di alcuni esperti presenti. Nel contenuto, ha risposto spiegando che l’amministrazione sta cercando di fare il suo meglio per risolvere questi e altri problemi, ma che si sta concentrando per “prendersi cura anche di chi vive ai margini, perché sicurezza e solidarietà non sono concetti alternativi tra loro”. Ha concluso scadendo “per Genova e per San Giorgio”, augurando un “2026 come miglior anno della vostra vita, finora” e definendo la tradizione del Confeugo un “patto, dove chi governa si mette in ascolto e chi mugugna lo fa perché tiene davvero al bene della città”.

Confeugo 2025

Alla cerimonia del Confeugo anche il presidente della Regione Liguria Marco Bucci, doge in passato, un po’ deluso per la dismissione dell’abito rosso tradizionale da parte della sindaca ma positivamente impressionato dalla grande partecipazione dei cittadini: “Forse non c’è mai stato un Confeugo così affollato”, ha detto. Alla città di Genova, e non solo, ha lanciato un augurio “di sviluppo e di pace”.

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Genova24

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