Comunali, Salis: “In Valbisagno prolungheremo la metro. Finirò come Doria? So essere una leader”
- Postato il 20 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. In vista delle elezioni comunali a Genova del 25 e 26 maggio, Genova24 ha intervistato tutti i candidati sindaco e le candidate sindaca. Ieri è stato il turno del vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, oggi tocca a Silvia Salis. A seguire quelle agli altri politici in corsa.
Silvia Salis, candidata del centrosinistra, ha 39 anni, è stata campionessa italiana di lancio del martello e vicepresidente vicaria del Coni dal 2021. Non ha mai ricoperto incarichi politici. Lo scorso 17 febbraio ha ufficialmente accettato la richiesta di correre alle comunali insieme al campo largo progressista.
Salis, siamo ormai agli sgoccioli. Quali sono le prime tre cose che farà nei primi 100 giorni da sindaca, qualora fosse eletta?
Sicuramente la prima è cancellare la riforma dei municipi del 2021 e riportare la centralità dell’opera dei municipi sul territorio, quindi riappropriarsi di un decentramento che, in una città con una conformazione particolare e con l’ambizione al policentrismo, può migliorare fin da subito la vita delle persone e vedere fin da subito una diversa azione della macchina comunale sul territorio. Un’altra cosa al centro del nostro programma è il lavoro, quindi garantire un salario minimo di 9 euro per gli appalti comunali, come è già successo a Firenze. Una delibera comunale per questo è fondamentale e credo che sia anche una garanzia di trasparenza del rapporto che il Comune vuole avere con lavoratrici e lavoratori. Un altro tema centrale è la riforma del welfare: i servizi 0-6 anni fanno tutto quello che possono, ma hanno un organico molto limitato, ci sono pochi posti: bisogna organizzare meglio l’offerta e bisogna ampliarla perché, in una città con l’età media così alta, non ci possiamo permettere un servizio inefficace. Detto questo, c’è da aggiungere il tema della terza età. Serve una maggiorazione dei servizi domiciliari, che poi garantiscono meno ricoveri in residenze protette, quindi garantire per i nostri anziani una maggiore indipendenza a casa che produce un decadimento molto più lento delle loro facoltà, sia per un tema di qualità della vita sia per un tema di spesa.
Ci sono un po’ di questioni che lei ha lasciato aperte. Sullo Skymetro dice: no, poi vedremo cosa potremo concordare col ministero. I depositi chimici a Sampierdarena: no, vedremo cosa fare nel piano regolatore. Termovalorizzatore: non è la soluzione per Genova, però allora come chiudere il ciclo di rifiuti? Almeno per una di queste può anticiparci qual è la sua idea personale come candidata sindaca?
Partiamo dallo Skymetro: credo che sia un una falsa informazione che la destra dica sia allo Skymetro, perché ad oggi ci sono quattro progetti e ancora nessuno cantierabile. Se questo progetto fosse così efficace come pensano, in tre anni ne avrebbero prodotto uno cantierabile. La quarta edizione prevede l’abbattimento di una scuola che non si può abbattere, il Firpo, e tutta una serie di difficoltà, compreso il fatto che non è collegato a Brignole, più una serie di altre dinamiche emerse in questi mesi, tra cui la totale contrarietà degli abitanti di Marassi. Insomma, elementi molto critici che fanno sì che questo progetto ad oggi non esista. Sono dei tentativi.
Però lei che alternativa si immagina?
Innanzitutto bisogna andare a rinegoziare i tempi col governo. Dovrebbe farlo comunque anche chi sostiene questo progetto, perché non ci sarebbero i tempi per renderlo cantierabile. Quindi, mentre si rinegoziano i tempi, si rinegozia anche la modalità del progetto. In Italia, in questi decenni, abbiamo visto che i progetti sono completamente rinegoziabili. Questa idea che si possa ritoccare tutto tranne questo progetto per me va messa in discussione. In più, con il piano il bacino del Bisagno, si avrà un’idea maggiore di che tipo di spazi si avranno. Noi pensiamo a una cosa a raso, non certo dei piloni in mezzo a Marassi.
Tram o metro?
Bisognerà approvare una metro e bisognerà trovare comunque un accordo con il governo per un nuovo progetto.
Quindi un prolungamento della metropolitana?
L’idea sarebbe quella. Innanzitutto sarebbe importante non uscire da Brignole, perché sennò finisce uno dei grandi vantaggi di collegare i due sistemi. E poi un altro problema sono i piloni in mezzo a tutta la Valbisagno, qualcosa che gran parte dell’area rifiuta. È chiaro che c’è un tema di mobilità, non è che possa sfuggire a qualcuno: va risolto, ma non può essere risolto in questo modo. Anche perché, se fosse vero che questo è un progetto ideale, ci saremmo fermati alla prima versione. Evidentemente la quarta versione, che porta a un costo di 200 milioni in più, fa intuire come quello non sia un progetto fattibile.
E i depositi?
Signori, bisogna essere onesti: pare che ponte Somalia non l’abbia detto nessuno. Non era tra i luoghi indicati quando è stato fatto lo studio dell’Autorità portuale. Ad oggi sia il governatore Bucci sia il facente funzioni dicono che non è una soluzione che caldeggiano, quindi sinceramente non sappiamo da dove sia uscita. È ovvio che vada trovata un’altra soluzione ed è ovvio che questa soluzione debba essere in porto. Devono andare via da Multedo, ovviamente. Va trovata una soluzione col nuovo piano regolatore portuale, ma chiunque risponde così. E risponde così anche la destra, a questo punto della campagna elettorale, perché si sono resi conto che quella non era una soluzione, ma non solo per il presidente di municipio Colnaghi o per gli abitanti di Sampierdarena o per l’area progressista: si è espresso il Tar e ci sono una serie di contrarietà.
Nel suo programma ci sono diverse proposte che riguardano il sociale. Ne cito alcune: un asilo nido per ogni bambino, trovare un modo per riempire le case sfitte, il salario minimo per gli appalti, in un contesto in cui le finanze del Comune soffrono e probabilmente soffriranno anche nei prossimi anni per la congiuntura internazionale. Con quali soldi lei riuscirà a fare queste cose?
Uno dei grandi problemi di tutti i comuni penso sia uscire dal periodo Pnrr, quando le risorse non saranno più quelle che ci sono adesso. Va anche sottolineato che quello che è stato fatto in questi anni dal Comune di Genova sicuramente sarà stato volontà di attrarre investimenti, ma questi investimenti c’erano e si potevano attrarre. Queste risorse sicuramente mancheranno. Va cercato il più possibile di attrarre fondi governativi, fondi europei, lavorare al meglio coi bandi regionali. E poi, signori, il bilancio è un documento politico: scegli dove investire. Come abbiamo visto, in questi anni si sono trovati milioni e milioni per progetti e opere che forse non erano così fondamentali, quindi fa parte delle decisioni che si possono prendere. C’è un tema di scarsità, ma c’è anche un tema di decisione politica su cosa investire.
L’ultimo sindaco di centrosinistra a Genova è stato Marco Doria, che era un outsider come lei, aveva una coalizione larga, anche se non larghissima come la sua, e ha concluso il mandato praticamente senza maggioranza. Non è un mistero che la sua coalizione sia abbastanza litigiosa. Lei come fa a garantire che non finirà allo stesso modo?
Un outsider lo era anche Marco Bucci, nel senso che c’è stata una lunga serie di outsider come sindaci in questa città. Ogni storia ha il suo percorso. A Marco Bucci si poteva chiedere: qua non ha mai governato la destra, come pensa di poter governare una città?
Un tempo c’era la democrazia cristiana…
Ora non mi faccia sbilanciare, però proprio destra per la democrazia cristiana non si può dire. Diciamo centro, questo è un paese di centro.
C’è magari qualche errore da cui lei può imparare?
Errori ne fanno tutti. Io credo che serva una leadership forte quando si ha una squadra, soprattutto quando si ha una squadra articolata. Io ho un carattere deciso, sono una persona però molto educata, non grido in faccia a nessuno. Se voglio fare una cosa, cerco di trovare il modo per creare le condizioni. Se una cosa non si può fare c’è il dialogo, come in tutte le coalizioni. Ci saranno delle cose che sarà impossibile non fare e quindi andranno fatte. Secondo me governare e stare all’opposizione impongono due tipi di atteggiamento diversi, questo deve essere molto chiaro fin da subito. Quando si vuole governare bisogna agire sui temi importanti per la città, sui temi dello sviluppo, sui temi cruciali. Capisco che, essendoci state enne esperienze nell’area progressista di Genova, ce ne sono state alcune migliori e alcune magari percepite in modo diverso, o anche con risultati peggiori. Io dico sempre che siamo un’esperienza nuova, ci sono persone molto giovani in questa coalizione. Io sono una candidata civica che viene da un’esperienza di dirigenza sportiva nazionale molto politicizzata, devo essere onesta, e porto con me quello. Poi, sa, difficoltà ce ne sono in tutte le coalizioni. Secondo me il fatto di avere persone molto preparate nella mia coalizione è più un vantaggio che una difficoltà.
La campagna elettorale è quasi finita. Se l’aspettava così, meglio o peggio?
In questa campagna ho capito perché poi le persone fanno politica per tutta la vita: perché l’energia di chi incontri, la speranza che ripongono verso di te, verso quello che puoi portare nelle loro vite, è qualcosa che, se non l’hai mai provato, è incredibile. Io vedo un’emozione nella città, nelle persone che stanno credendo in questo progetto, che mi porta avanti, anche se è stancante, anche se sono passati tanti mesi. Devo dire che vedere questo tipo di sentimento, incontrare persone che ti raccontano le cose della loro vita e che credono in te è un’emozione che non non mi aspettavo. Al di là della nascita di mio figlio e delle emozioni che può dare un figlio, che non voglio paragonare, questa campagna elettorale forse è l’esperienza più emozionante che ho fatto nella mia vita, e comunque ho preso parte alle Olimpiadi. Questa è la parte bella, poi c’è stata una parte meno bella. La politica purtroppo è diventata tifoseria. Non è giusto che le persone accettino quello che è successo in questa campagna elettorale. Non posso accettare che degli esponenti del governo di una città pubblichino una mia foto in costume da bagno con mio figlio in braccio senza neanche oscurargli il volto, oppure che dicano cose diffamanti. Infatti non lo accetto e reagisco a quello che è successo. In qualche modo devi andare avanti. Quindi io cerco di concentrarmi sul primo aspetto, ma è ovvio che tre mesi così sono impattanti a livello umano: per quanto una persona dell’altro schieramento possa pensare che non sia la candidata ideale, credo che un certo tipo di commenti su come mi vesto, dove vado in vacanza e cosa faccio nella mia vita privata, su mio figlio, se lo porto o se non lo porto, si potevano anche evitare. E tra l’altro sono certa che non producono l’effetto politico sperato dal centrodestra.