Comunali Matera, la ricandidatura di Bennardi
- Postato il 17 maggio 2025
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Comunali Matera, la ricandidatura di Bennardi
Domenico Bennardi spiega le ragioni della sua ricandidatura a sindaco di Matera alle ormai prossime comunali. «Il PD non solo è debole ma non ha neanche una guida né ha il coraggio di essere coerente con sé stesso»
Ci prova di nuovo, pur in una corsa solitaria e non di coalizione, Domenico Bennardi a diventare sindaco della città di Matera. Un percorso complesso ha portato a questa scelta che però permette di guardare “al completamento di alcune cose già avviate”. Sottolineando il lavoro svolto per esempio sul patrimonio comunale e su “un cambio di passo per i bandi di gestione” ma anche sulla possibilità di “tre terminal bus con Serra Rifusa, l’attuale Torraca ma anche uno interrato in via Cererie dove c’è l’attuale area Barilla».
Bennardi, la ricandidatura è stato un percorso alterno, prima sembrava una scelta naturale, poi sembrava prevalere il discorso di coalizione e infine si è tornati alla ricandidatura. La scelta privilegiata sin dall’inizio?
«Dall’inizio non c’è stato un processo naturale per candidarci da soli. C’era la volontà di rimanere nella coalizione di centrosinistra, un percorso coraggioso viste le difficoltà. Ma noi abbiamo insistito perchè oltre alle questioni delle candidature si potesse parlare anche di temi e di priorità. Il tavolo di centrosinistra è rimasto a lungo concentrato su questo percorso. Noi abbiamo avviato anche “RipartiAmo Matera” per portare contenuti nel percorso di coalizione e poterli offrire al candidato che usciva dal tavolo di centrosinistra. Pian piano quel tavolo ha perso piede e chi era seduto per un percorso comune è andato in altri lidi. Siamo rimasti pochissimi soggetti.
Noi dopo il passo indietro di Santochirico abbiamo deciso in due giorni di intraprendere un percorso in autonomia, coraggioso ma identitario. Ero pronto a candidarmi come consigliere ma poi le cose sono cambiate e si è arrivati a questa decisione come Movimento, in una lunga riunione dopo il passo indietro di Santochirico».
Come mai non è stato possibile mettere insieme un’unica candidatura tra M5S e Progetto Comune nell’ambito di un campo di centrosinistra?
«C’era stato il passo indietro. L’ho incontrato ma eravamo rimasti noi con i Verdi. Era stato inizialmente sulla posizione del ritiro e noi siamo andati avanti al termine di una riunione lunga e abbiamo considerato che aveva un senso un progetto civico nel centrosinistra se ci fosse stato il Pd con il simbolo e Avs nella sua completezza. Il tavolo si è frammentato e noi abbiamo preso questa decisione di andare avanti per rappresentare quel centrosinistra. Santochirico inizialmente era deciso a rinunciare alla candidatura ma dopo la scelta del Movimento ha voluto di optare per un percorso autonomo».
Bennardi, quello che è successo nel centrosinistra è una rivincita rispetto alla fine della precedente amministrazione? Di fatto c’era stata una discussione tra i rapporti e gli accordi tra Pd e M5S alle regionali e provinciali, oggi viene fuori che il Pd non c’è perché è imploso. È una rivincita per voi?
«Il Partito Democratico non solo oggi è debole ma non ha una guida nè il coraggio di essere coerente con sè stesso. Un partito storico che a Matera e in Basilicata ha sempre rappresentato dei buoni risultati. La città non è mai stata fortemente proiettata a destra e quindi oggi si vede questa difficoltà del Pd. Ma c’è stato anche un boicottaggio di pezzi di centrodestra. L’affermazione di Casino cioè che il suo ingresso nella coalizione di Cifarelli è pensata per danneggiare il Pd mi lascia intendere che ci sia una macchinazione con una regià ben chiara che per me è quella di Pittella di ostacolare il Pd e la sua identità. Per favorire una coalizione senza identità e rappresentare storie diverse e decisamente in contrasto tra di loro. Solo con i numeri non si può governare la città. C’è bisogno di un progetto politico e di un perimetro non così tanto sfumato, mentre qui ci sono mille sfumature. Tra l’altro con delle primarie sempre chiamate in causa ma che in realtà sono un momento partecipato alla fine del percorso per indicare il candidato sindaco. Qui si è fatto il contrario, prima le primarie e poi la coalizione. Il fenomeno più grave e triste è il trasformismo e i cambi di casacca che nemmeno da un’elezione all’altra ma nella stessa elezione si sono concretizzati per opportunità».
Tra le tante questioni urgenti che la nuova amministrazione dovrà affrontare vi è quella della mobilità e dell’opportunità di creare un nuovo terminal bus nel centro della città o piuttosto continuare a portare avanti il sistema di scambio intermodale gomma-ferro fermandosi a Serra Rifusa e poi arrivando in centro con il treno Fal. Quale ipotesi preferisce?
«Innanzitutto il terminal bus di Serra Rifusa vede un contratto di servizio tra Fal e Regione Basilicata e l’obiettivo del Comune può essere aumentare le corse e i treni che da Serra Rifusa possono andare in centro. L’anno prossimo era stato previsto un aumento di coppie di treni Fal da 5 fino a 18 mentre nel 2026 è previsto un cambio di passo con la metrotranvia elettrica. Aumentando ancora le coppie di treni e in più un treno rapido. In modo da arrivare ad un treno ogni 20 minuti. Così si dà senso alle Fal per trasformarle in una metropolitana leggera per alleggerire il centro.
Peraltro è previsto con Fal che il capolinea si sposti da Venusio a Serra Rifusa e questo migliorerebbe la presenza di servizi e persone a Serra Rifusa. Abbiamo chiesto un passaggio diretto dalla stazione al quartiere di Serra Rifusa e speriamo che si realizzi presto. In più un terminal bus in centro può servire. Non credo che una sola soluzione possa essere esaustiva.
Noi abbiamo previsto con una variante l’attivazione di una stazione a Cererie per le Fal che diventa centrale. Si possono creare altre situazioni. Un altro terminal può quindi essere fatto nello spazio dell’attuale Torraca, attrezzato che possa portare i bus per gli studenti e i pendolari. Un terzo terminal bus potrebbe diventare l’argomento di mediazione e discussione da fare con chi ha acquistato l’ex Barilla. Un terminal bus interrato potrebbe realizzarsi qui e magari sopra ci sia un Parco in una posizione comunque nevralgica. Lì va avviato un’interlocuzione con la città oltre che con la proprietà ma una proposta condivisa è che si rispetti il regolamento urbanistico e le funzioni vengano condivise con il Consiglio comunale coniugando interessi pubblici e privati»
Bennardi, altra questione spinosa è l’utilizzo del patrimonio pubblico perché spesso vengono realizzate le opere ma poi non si riescono a gestire e a dare in affidamento rendendole non fruibili e rischiando che si degradino. Tanti gli esempi, come si può correre ai ripari?
«La mia Amministrazione ha sul patrimonio determinato un cambio di passo. Abbiamo ereditato situazioni incresciose sulla gestione degli immobili ma anche sulla cantierizzazione dei luoghi prossimi al completamento ma senza alcun piano economico finanziario. Ci sono tanti immobili come anche il Quartiere degli artieri o il palazzotto del Casale. Immobili riqualificati ma per cui non si lavora parallelamente alla gestione. Noi abbiamo cambiato questo iter che favoriva anche politiche clientelari. Non abbiamo trovato neanche documenti che giustificassero l’assegnazione di immobili ad alcuni soggetti.
Ci sono però situazioni virtuose come il Parco di Serra Venerdì che a breve sarà completato ma c’è già un bando pronto e un Piano economico finanziario.
Ci sono luoghi che si possono gestire a costo zero, luoghi per cui si devono mettere risorse e altri luoghi ancora che hanno una redditività come per esempio il bar del punto ristoro di via don Luigi Sturzo.
Qui c’è stato un problema burocratico ereditato avviando lavori senza controllare che l’area non fosse di proprietà del Comune.
Sul teatro Duni abbiamo già una task force per un bando di gestione e la stessa cosa per il parco di Lanera. Il cambio di rotta è fare in modo che nei cantieri si lavori anche sui bandi di gestione».
L’ultima cosa dopo 4 anni di lavoro alla guida della città quali sono gli errori che non ripeterà se dovesse essere rieletto?
«Penso soprattutto a errori politici nel senso che in una coalizione serve un senso di fiducia reciproco su elementi di lealtà. Quando ho garantito rapporto paritetico a tutti i componenti della coalizione rispettando i protagonismi politici questo atteggiamento non è stato riconosciuto. Per cui in futuro farò massima attenzione a tutte le componenti perchè prima di tutto deve esserci la lealtà reciproca.
Su cose specifiche penso che sui Sassi si possono creare situazioni più attrattive diffuse e non solo eventi occasionali».
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