Commercio, le proposte di Ceraudo (M5s): “Voucher per negozi di vicinato, meno tasse e basta nuovi supermercati”

  • Postato il 21 ottobre 2024
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fiera sant'agata
Genova. “Offrire ai residenti voucher da spendere esclusivamente nei negozi locali, incentivando gli acquisti nelle botteghe e nei mercati del quartiere, smetterla di costruire nuovi supermercati e meno tasse per i commercianti locali”. Queste alcune delle proposte di Fabio Ceraudo, capogruppo M5s in Comune e candidato alle prossime elezioni regionali.
“In molti si lamentano, ma nessuno fa proposte concrete per limitare la presenza di supermercati e favorire il piccolo commercio a Genova, con l’obiettivo di preservare l’economia locale e rafforzare il tessuto sociale della città. Quando invece è necessario effettuare una mappatura delle zone già ampiamente servite da supermercati e limitare le nuove aperture nelle aree dove sono già presenti diversi punti vendita, e imporre vincoli per l’apertura di nuovi supermercati, soprattutto nei quartieri centrali e residenziali. Basta nuove autorizzazioni dove non vi sia una reale necessità”.
E non solo: “Dobbiamo ridurre le tasse per i negozi di vicinato, soprattutto per chi offre prodotti di alta qualità, come alimentari freschi, prodotti artigianali, e beni tipici locali e creare contributi per la digitalizzazione per i negozi più piccoli, affinché possano competere con la grande distribuzione. E dobbiamo offrire ai residenti voucher da spendere esclusivamente nei negozi locali, incentivando gli acquisti nelle botteghe e nei mercati del quartiere. Per combattere la grande distribuzione dobbiamo anche fornire corsi gratuiti o a basso costo per i piccoli commercianti, aiutandoli a migliorare la gestione aziendale, il marketing e la presenza online, favorendo la digitalizzazione delle loro imprese”.
Contro questi giganti della distribuzione che hanno tenuto in tasca la politica ligure per anni è inoltre necessario “favorire la costituzione di reti cooperative tra piccoli commercianti per abbattere i costi di approvvigionamento e gestione e permettere loro di condividere forniture, logistica, pubblicità, e altre risorse comuni, aumentando la competitività del commercio di vicinato e salvando i nostri quartieri e la nostra economia”.
Un patrimonio che va tutelato limitando la presenza delle grandi superfici di vendita in determinate aree, “privilegiando la diversità e il commercio al dettaglio e rilanciandole botteghe storiche e artigianali della città attraverso incentivi specifici, affinché non vengano sostituite da catene o supermercati. Perché questi luoghi non solo sono una risorsa economica, ma fanno parte del patrimonio culturale di Genova e della Liguria, che non può essere svenduto alle grandi catene di supermercati che grazie a politici amici hanno colonizzato il nostro territorio trasformandolo in un enorme centro commerciale, anche a discapito di palazzi storici e beni architettonici, paesaggistici e ambientali che una volta erano di proprietà della popolazione. Genova, ad esempio, con 238 metri quadri di grande distribuzione ogni mille abitanti, superiore anche a Milano, è la città con più supermercati in Italia.  Un dato decisamente fuori misura. Il troppo stroppia ed è tempo di cambiare direzione”
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Genova24

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