Cinque voli a settimana e scalo deserto: l’aeroporto di Comiso tra le proteste dei cittadini e l’ansia dei lavoratori

  • Postato il 26 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un albergo a ore”. Così i componenti del Comitato per la difesa e lo sviluppo dell’aeroporto Pio La Torre di Comiso, nel ragusano, hanno definito lo “scalo degli Iblei” documentandone a più riprese la morte, celebrata simbolicamente e provocatoriamente il 15 maggio scorso con la deposizione di un mazzo di fiori all’ingresso della struttura. “Dopo due anni di annunci e proclami da parte della politica – afferma Antonio Prelati, referente del Comitato – troviamo un aeroporto con massimo 5 voli la settimana, bar e uffici chiusi o aperti solo sporadicamente. Insomma, questo non è più un aeroporto, ma un aeromorto. Per rendere meglio l’idea: mercoledì abbiamo documentato un solo volo in tutta la giornata, giovedì nemmeno uno“.

A rincarare la dose è stato poi il sindaco di Acate, Gianfranco Fidone, che con un video postato sui social e diventato virale, ha documentato l’inattività della struttura che nelle immagini appare completamente deserta. “Quel che non posso accettare – ha detto Fidone – è il silenzio degli attori istituzionali, il silenzio è complicità ed io non voglio essere complice di questo disastro”. Da più fronti si attacca la SAC, la società che oltre allo scalo comisano gestisce anche il Fontanarossa di Catania: “Da quando la gestione del Pio La Torre è passata alla SAC – commenta ancora Antonio Prelati -, assistiamo al tracollo della struttura, è più che evidente che la Società non ha interesse a potenziare lo calo ragusano, ma per loro la priorità è quella di fare numeri e raggiungere gli obiettivi su Catania. SAC non ha mai investito proprie risorse su Comiso, tutto quello che è stato destinato allo scalo ragusano è arrivato da fondi pubblici. Siamo di fronte allo strano caso di una politica che, piuttosto rappresentare una provincia, la svende per incapacità e totale mancanza di autorevolezza”.

I primi ad essere allarmati da questa situazione sono i dipendenti (circa 100) che rifiutano di parlare ufficialmente, ma a denti stretti si dicono preoccupati per il loro futuro lavorativo. Ci sono poi imprenditori che avevano molto puntato su Comiso e che adesso si sono trovati costretti a rivedere i propri piani come la signora Giovanna Di Giacomo, titolare di una ditta della provincia di Ragusa che offre servizio di noleggio bus e di Ncc. “Il periodo d’oro è stato immediatamente prima della pandemia quando nello scalo di Comiso arrivavamo a fare anche tre servizi al giorno, lo scorso anno abbiamo lavoricchiato, ma ormai sono diversi mesi che non riceviamo richieste di corse da e per Comiso”.

Più ottimista la sindaca di Comiso Maria Rita Schembari che da qualche settimana è diventata anche presidente del Libero Consorzio Comunale di Ragusa la quale giudica inopportuno il video del sindaco di Acate, ammette l’inattività attuale dello scalo e le difficoltà in essere, ma rivendica anche l’impegno del governo regionale per il potenziamento dell’aeroporto. “Non ritengo che una struttura per la quale sono stati destinati 9 milioni di euro per incrementare i voli, 24 milioni per la continuità territoriale, 47 milioni di fondi di Sviluppo e Coesione per la realizzazione di un’area Cargo, possa essere destinata a chiudere”.

Il fatto è che al di là delle previsioni e degli annunci degli investimenti la stagione estiva è oramai compromessa con tutte le ripercussioni negative del caso. La situazione dello scalo ragusano è precipitata con l’abbandono definitivo di Aeroitalia che il 14 maggio ha effettuato l’ultimo volo per Roma e il giorno precedente aveva chiuso la rotta per Milano-Bergamo. Il bando del Libero Consorzio, come spiegato dalla stessa presidente Schembari, non ha fornito gli effetti sperati: “Al momento- ha detto in un’intervista rilasciata a un’emittente televisiva – abbiamo solo un’offerta, quella di Volotea per Verona e comunque sia a partire dalla winter e con un prezzo di co-marketing a passeggero che dovrà necessariamente essere discusso. Dall’altra parte Wizzair aveva partecipato su Roma e Milano. Pare, però, ma anche questo andrà approfondito, che non fosse stata informata che dal primo novembre le due tratte non saranno agibili dall’aeroporto di Comiso perché, con oneri di servizio pubblico, andranno in esclusiva alla compagnia aerea che si aggiudicherà la cosiddetta continuità territoriale. A quel punto, arrivati alla contrattazione economica hanno ovviamente alzato la cifra in una maniera spropositata e quindi non è assolutamente economicamente conveniente”.

All’orizzonte, quindi, c’è la continuità territoriale che avrà inizio dal primo novembre, tre compagnie aeree avrebbero partecipato al bando pubblicato dalla Camera di Commercio del Sud-Est per ampliare le rotte da e per Comiso e, giovedì, Vueling ha annunciato che a partire dal 4 luglio ripristinerà la rotta Comiso-Barcellona. Annunci a parte, però, ad oggi, la situazione è quella di una struttura agonizzante. “Ogni giorno – conclude il referente del Comitato per la difesa e lo sviluppo dell’aeroporto Antonio Prelati- assistiamo alla lenta ma inesorabile morte di questa struttura con sperpero di denaro pubblico. Basti semplicemente pensare, ad esempio, ai bus di linea che quotidianamente raggiungono il Pio La Torre e ritornano indietro completamente vuoti”. Per Claudio Melchiorre, presidente del Mec (Movimento Elettori e Consumatori) “l’azzeramento dei voli all’aeroporto di Comiso è un crimine economico e sociale grave”.

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Il Fatto Quotidiano

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